
Arriva il nuovo bonus una tantum contro il carovita approvato ancora dal governo Draghi con il decreto Aiuti ter: 150 euro. Ma si abbassa la soglia di chi ne ha diritto: da 35 mila a 20 mila euro di reddito nel 2021. In tutto saranno 22 milioni gli italiani che si ritroveranno questo regalo sulla pensione o in busta paga. Per lavoratori dipendenti e pensionati l’aumento sarà automatico. Idem per colf e disoccupati. I co.co.co, i dottorandi e gli assegnisti di ricerca invece devono aver presentato domanda e, tra gli altri vincoli, avere un reddito fino a 20.000 euro. La pensione di novembre porta anche piccoli ritocchi – stigmatizzati dai sindacati quando vennero annunciati in estate – per chi percepisce non più di 2692 euro al mese. In questo caso è la rivalutazione anticipata prevista dal disegno di legge “Aiuti bis”. Sarà pagata anche a dicembre. Obiettivo: indurre un maggior potere d’acquisto. Ma niente illusioni: l’aumento più consistente è di 40 euro. Al massimo una sera in pizzeria con la famiglia.

Dopo Lagarde tocca a Powell. I presidenti delle Banche centrali proseguono nella politica di rialzo dei tassi. Oggi tocca alla Fed che è pronta a varare il quarto aumento consecutivo dei tassi di 75 punti, il sesto da quando è stata varata la stretta. Un ritocco già digerito dai mercati secondo gli esperti tanto che l’attenzione si sposta già sulla seduta di dicembre del governo della banca centrale Usa impegnata nella lotta “a spingere in basso l’inflazione”. Di quanto alzerà l’asticella Jerome Powell a dicembre? Ci sono pareri contrastanti: chi punta su altri 75 punti base per poi magari puntare a una politica più morbida dal nuovo anno e chi, invece, ipotizza un ritocco di 50 punti. Nella scia di quanto appena fatto dalla banca canadese.

Oggi 120 milioni di brasiliani tornano alle urne per decidere chi sarà il nuovo presidente. Il ballottaggio vede di fronte Luiz Inacio Lula da Silva, leader progressista, che al primo turno ha raccolto il 48 per cento dei consensi opposto a Jair Bolsonaro, presidente uscente e capo dei conservatori. E le cronache dal Brasile raccontano di un clima mai così teso dai tempi in cui finì la dittatura militare, 37 anni fa. Lula - che i sondaggi danno in vantaggio anche stavolta - ha ottenuto il sostegno dei socialdemocratici, Bolsonaro può vantare l'appoggio della Chiesa evangelica nella quale si riconosce il 27 per cento dei brasiliani.

La settimana del Ponte di Ognissanti comincia con un dato molto atteso: la stima preliminare del Pil nel terzo trimestre. Il secondo si era chiuso con un dato superiore anche alle previsioni: +5 per cento rispetto a dodici mesi prima. E con un incremento dell’1,1 per cento rispetto al primo trimestre del 2022. E il trend positivo continua: +05%, la crescita continua da ventun mesi consecutivi. Ma nell’ultimo trimestre dell’anno gli analisti prevedono un calo – recessione tecnica – dello 0,4 per cento destinato a replicarsi anche nel primo trimestre del 2023 (-0,3 per cento).

È il giorno di un altro dato importante per l’economia italiana: oggi si conoscono i dati su occupati e disoccupati di settembre. Le premesse non sono delle migliori. Ad agosto si era registrata una flessione dello 0,3 per cento dell’occupazione (pari a 74mila addetti). In controtendenza gli autonomi. In calo anche il tasso di disoccupazione sceso al 7,8 per cento ma per effetto dell’aumento del numero di inattivi (+0,7 per cento pari a 91 mila unità). L’aumento degli inattivi – sottolinea l’Istat – è trasversale per genere ed età. Insomma la disillusione di un posto di lavoro contagia tutti.
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