
E’ il giorno del debutto. Da oggi fino a venerdì si può comprare il BTp Valore, l’ultimo buono del Tesoro che il ministero delle Finanze ha inventato per attrarre i piccoli risparmiatori. Riservando l’emissione in esclusiva a loro. Solo retail. Che sia attraverso l’homebanking o andando in banca o alle Poste. Taglio minimo di mille euro. Offrirà un rendimento aggiuntivo di circa un sesto a chi decide di tenerlo fino alla scadenza. Che è di quattro anni. Dunque va tenuto fino al giugno 2027. Per ora i tassi, che potranno essere corretti al rialzo al termine dell’emissione, indicano due livelli dei rendimenti nei quattro anni di vita del titolo con il meccanismo dello step-up. Per il primo biennio la cedola sarà del 3,25%, per il secondo salirà al 4 per cento. Il quadro è poi completato dal premio dello 0,5 per cento riconosciuto come fedeltà a chi tiene il titolo fino in fondo (Niente di clamoroso: su 10mila euro investiti sono 50 euro di premio fedeltà dopo 4 anni…). Tornando all’analisi del Btp, nella sostanza, il rendimento lordo annuo che all’inizio è attorno al 3,25% sale fino a quota 3,75% per i risparmiatori che porteranno il titolo al traguardo della scadenza e matureranno quindi sia il 4% previsto per la seconda metà della durata del Btpvalore sia lo 0,5 per cento che premierà la loro fedeltà. Il Sole 24 ore in un articolo di commento ha titolato: “Tasso interessante: stesso livello di un titolo a sette anni”. Ma le sorprese sono sempre dietro l’angolo e nello stesso articolo Angelo Drusiani, senior advisor Ersel wealth management, commenta: «Forse il Tesoro con questo nuovo prodotto intende in parte rimediare allo “sfortunato” BTp Futura di due anni fa emesso quando l’inflazione era allo 0,5%. Cioè un altro mondo». Le conseguenze? Collocato nell’estate del 2021 garantirà nella migliore delle ipotesi (di crescita elevata del Pil) al termine dei 16 anni di vita un tasso annuo medio dell’1,75%.

"Only one Earth". Il prossimo anno saranno 50 anni da quando nel 1974 fu coniato lo slogan per celebrare la giornata mondiale dell'Ambiente che oggi tutti i Paesi celebrano dimenticando gli scarsi progressi per una vera difesa e tutela della Terra. In ogni caso tema di questa edizione è #BeatPlasticPollution: si punta a sensibilizzare sempre di più sugli effetti che un uso indiscriminato della plastica ha sull'ambiente. Tra i primi indiziati il turismo. Si calcola che otto turisti su dieci in visita alle zone costiere aggiungano spazzatura agli otto milioni di tonnellate di plastica che finiscono negli oceani ogni anno. L’obiettivo delle Nazioni Unite è quello di ridurre l’inquinamento da microplastiche e materiali affini dell’80% entro il 2040. Ma per arrivare a ciò, ovviamente, occorrerebbero gli impegni congiunti di politica e mercato. Una chimera. Anche se qualcosa si muove come rivela la recente mossa di dieci grandi fondi internazionali che hanno invitato trenta big del commercio - Da Amazon a Tesco - a ridurre in modo netto l'uso della plastica. D'altronde in dieci anni la produzione annuale di plastiche nel mondo è raddoppiata, passando da 234 a 490 tonnellate. E meno del 10 per cento viene riciclata.

La presidente della Bce Christine Lagarde è attesa nel pomeriggio a Bruxelles al Parlamento Europeo. E’ in programma un’audizione al Comitato Affari economici e monetari. In realtà a dieci giorni dalla riunione del board della Banca centrale europea potrebbe apparire un appuntamento importante per capire tra le parole della numero uno dell’Eurotower come andrà a finire. Lei ancora pochi giorni fa ha ribadito che «l’inflazione è ancora troppo alta, continueremo con il nostro ciclo di rialzi dei tassi». In realtà i mercati sembrano crederci solo in parte. O meglio: danno per scontato che il 15 giugno ci sarà un nuovo scatto degli interessi (l’ottavo di fila da luglio 2022, probabilmente ancora dello 0,25) ma il ciclo dei rialzi vede la fine secondo gli analisti. Potranno essercene ancora un paio al massimo (così sul mercato dei future da qui a settembre), poi la manovra contro l’inflazione della Bce si fermerà. Perché se è vero che non si è raggiunto l’obiettivo del 2% messo nel mirino, l’inflazione cala, sia pure lentamente in Europa (anche se resta troppo alta quella detta core, depurata da energia e alimentari) e, soprattutto, a parte la sorpresa del Pil italiano in rialzo sopra le aspettative, l’economia del vecchio continente dà segnali di rallentamento. Insomma, la recessione è dietro l’angolo. E sarebbe una brutta sorpresa

Oggi Il presidente Sergio Mattarella sarà ricevuto dal capo dello Stato francese, Emmanuel Macron a Parigi.I due presidenti inaugureranno insieme l'esposizione 'Napoli a Parigi' allestita nelle sale del museo del Louvre. Dopo la cerimonia ci sarà un incontro con cena all’Eliseo.«Questa visita - sottolinea l'Eliseo - dimostra il rapporto di fiducia e amicizia fra i due presidenti, oltre ai legami eccezionali che uniscono i nostri due Paesi. Questi legami si esprimono in particolare attraverso una ricca cooperazione culturale bilaterale, che occupa un posto centrale nel Trattato del Quirinale». Ma ancora più importante è l'interscambio commerciale tra i due Paesi che nel 2021 ha superao i 100 miliardi. La nota dell'Eliseo sembra comunque un modo elegante per dire che i rapporti tra Italia e Francia vengono mantenuti al massimo livello. In attesa di schiarite – dopo alcuni scivoloni di ministri e politici francesi sul governo italiano - il vertice con Meloni può attendere. La cena con Mattarella arriva 24 ore dopo un altro appuntamento a tavola: martedì Macron ha un “diner de travail” con il premier tedesco Olof Scholz a Potsdam. Un altro asse da mantenere e rafforzare.

Oggi arrivano tre dati economici di una certa importanza. Divisi tra Cina e Italia. Il primo – quello più rilevante – riguarda l’inflazione in Cina di maggio, anno su anno. L’ultimo dato aveva registrato un incremento che in Europa renderebbe tutti felici: + 0,10%. Le previsioni annunciano un +0,4%. Poi ancora da Pechino è atteso il dato sui prezzi alla produzione. Sempre stesso periodo: maggio su maggio. Ad aprile si era registrata una flessione del 3,6%. Stavolta gli analisti prevedono un dato ancora negativo, ma in calo: -3,2%. Poi in Italia viene svelato il dato sulla produzione industriale di aprile. Ci sarà da capire se dopo il dato lievemente negativo di marzo - un meno 0,60 che aveva sorpreso gli analisti che si attendevano un dato positivo pari a +0,3% – continuerà la frenata dell’industria nazionale, anche come possibile riflesso della recessione tecnica registrata in Germania, primo mercato di destinazione della produzione nazionale.
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