6 giorni 3 luglio - Nel paese di Allende a 50 anni dal golpe

Comincia oggi la visita di Sergio Mattarella in Sudamerica, sei giorni che lo porteranno prima in Cile e poi in Paraguay. Il viaggio comincia da Santiago dove il presidente incontrerà il capo di Stato cileno Gabriel Boric per un vertice che punta a rafforzare i rapporti tra i due Paesi. La visita di Mattarella cade tra l’altro a 50 anni dal golpe che rovesciò il governo di Salvador Allende (11 settembre 1973). Il presidente terrà una lectio magistralis all’università di Santiago mercoledì. Oltre a incontri con altre figure istituzionali cilene, Mattarella visiterà lo Stadio italiano, centro polisportivo che è un punto di riferimento per la numerosa comunità nazionale in Cile, il ForteMuseo dei salesiani in Patagonia. Dalla serata di giovedi e fino a sabato il capo dello Stato si trasferirà ad Asunciòn, capitale del Paraguay. Sarà la prima volta che un presidente italiano visita il Paese sudamericano. La missione avviene tra l’altro nei giorni di avvicendamento alla presidenza del Paraguay tra Mario Abdo Benitez e Santiago Pena. Mattarella li incontrerà entrambi. Una missione che si inquadra nel dialogo sempre più fitto con il Sudamerica come hanno confermato anche i recenti viaggi a Roma del brasiliano Lula da Silva e del nuovo presidente cubano Diaz-Canel Bermùdez.

14,6 mln di mc 4 luglio - Le 10 opere idrauliche chiave per l'Italia

Oggi a Roma si tiene l’assemblea annuale dell’Anbi, una sigla che abbiamo imparato a conoscere nei tempi della grande siccità. Riunisce nella sostanza i Consorzi irrigui e di bonifica d’Italia che sono 150 e gestiscono oltre 230mila km di canali irrigui e di scolo su una superficie terriera di 17 milioni di ettari, quasi mille invasi per uso prevalentemente irriguo, oltre 350 impianti per la produzione di energia idroelettrica. Titolo della due giorni “Disponibilità d’acqua e sicurezza dei territori”: un’occasione dunque per riflettere sul futuro di una risorsa destinata a essere sempre più contesa. Prevista la partecipazione del ministro all’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Nell’occasione l’Anbi – che è presieduta da Francesco Vincenzi – presenterà anche il dossier: “Dieci opere per un’Italia idraulicamente più sicura” più che mai necessarie dopo l’alluvione in Romagna, peraltro solo l’ultima di una serie di catastrofi che si sono abbattute sull’Italia sotto l’effetto dei cambiamenti climatici. In calendario anche il dibattito su “Può partire dall’acqua la nuova Europa?” cui parteciperà il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Chiuderà il giorno dopo la tavola rotonda su “Cibo, acqua e innovazione: asset per territori protagonisti”. Secondo l'Agenzia europea dell'Ambiente ogni anno in Italia l'agricoltura consuma complessivamente 14,6 milioni di metri cubi d'acqua.

1262 mld 5 luglio - Summit dell'Abi, con Visco e Giorgetti

Banchieri in assemblea. Oggi a Roma l’Abi, l’associazione bancaria italiana, tiene nell’auditorium della Tecnica l’incontro annuale che si apre con la relazione del presidente Antonio Patuelli (foto). Poi ci saranno gli interventi del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e del ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. Sarà l’occasione per fare il punto sull’impegno delle banche in questa difficile fase sia per l’Italia sia per l’Europa. E tra i temi di discussione ci saranno probabilmente anche gli effetti dell’inflazione che, sotto la spinta della Bce, hanno portato le banche ad aumentare in modo significativo gli interessi su prestiti e mutui, creando difficoltà sia alle famiglie sia alle imprese. Probabile che si tocchino anche la questione irrisolta del Mes (che il governo ora ha posticipato all’autunno) e la terza rata del Pnrr che attesa a fine aprile non è ancora arrivata perché i funzionari di Bruxelles hanno scoperto che l’Italia non aveva centrato tutti gli obiettivi.  Nell'estate di un anno fa nelle banche italiane erano depositati più di 1262 miliardi.

34 mln 5 luglio - I petrolieri e la transizione energetica

Si apre oggi a Vienna, a Palazzo Hofburg, l’ottavo seminario internazionale dell’Opec, l’associazione che riunisce i produttori mondiali di petrolio, intitolato “Verso una transizione energetica sostenibile e inclusiva”. Una due giorni che il segretario generale dell’Opec Haitham Al Ghais (foto) annuncia come un evento «davvero memorabile e informativo» sulle questioni che riguardano il settore energetico, soprattutto in questo momento critico dell’industria globale. Peccato che il simposio rischi di essere ricordato per la censura giornalistica. L'Opec ha negato l'accesso ai giornalisti di Reuters, Bloomberg e del Wall Street Journal per coprire l’incontro tra amministratori delegati dell'industria petrolifera con i ministri dell'energia dell'Opec e dei suoi alleati. Senza dare spiegazioni. Proprio Al Ghais, intervenendo a Kuala Lampur alla conferenza Energy Asia, ha annunciato che la domanda di petrolio salirà a 110 milioni di barili al giorno nel 2045 (con buona pace dell’Unione Europea che dal 2035 bandirà i motori diesel e benzina), con un incremento della domanda di energia del 23%. «Il petrolio è insostituibile per il prossimo futuro» ha pronosticato il segretario dell’Opec sostenendo che anche tra più di 20 anni rappresenterà il 30 per cento delle fonti energetiche. La produzione giornaliera di petrolio è pari a 34 milioni di barili.

200mila 7 luglio - Come gira il mondo del lavoro in America

Oggi il Dipartimento del lavoro diffonde il dato sulla disoccupazione negli Stati Uniti. Si conoscerà se a giugno il numero degli occupati rimasti senza un posto è aumentato oppure no. Sarà il momento centrale della settimana, cui guarderà anche la Fed in vista di nuovi rialzi dei tassi peraltro annunciati dal banchiere centrale americano Jerome Powell (foto) durante il vertice in Portogallo organizzato dalla Bce. Finora l'occupazione statunitense ha retto bene. E anche le previsioni sono buone: oltre 200mila nuovi occupati e una crescita dei salari in lieve rallentamento ma sempre sopra il 4%. Se le ipotesi degli analisti saranno confermate, per la Fed sarà un altro disco verde verso un ritocco dei tassi dopo la pausa di giugno. D’altronde due giorni prima, mercoledì, saranno rese note le minute dell’ultima riunione della banca centrale americana dalla quale esce fuori chiaramente che 13 membri su 19 sono per un doppio aumento dei tassi da qui alla fine dell’anno. Ma sarà importante capire quanti di questi membri votano: insomma la maggioranza di quanti spingono per una Fed ancora aggressiva contro l'inflazione potrebbe essere più risicata.