Incominciamo con le ricerche sulla riforma. Partiamo con alcune considerazioni di larga massima, poi – con il tempo – entreremo nel merito, di man in mano che si verrà a sapere del contenuto delle proposte. Abbiamo bisogno di una bussola. A noi sembra che con due sole immagini si riesca a mettere a fuoco le alternative della riforma.

 

Sappiamo che le cose in finanza debbono essere organizzate per funzionare sotto ogni condizione, altrimenti la riforma non si capisce a che cosa possa servire. Sono evocate – per mettere a fuoco il punto – due immagini, quella degli eserciti classici e quella dei piloti d’aereo. La prima è dell’economista Paul Krugman (1), la seconda dell’epistemologo Nassim Taleb (2).
 
Gli eserciti ellenistici erano molto specializzati: arcieri, frombolieri, lancieri, eccetera. Era perciò quasi impossibile per i nemici battere gli eserciti ellenistici, così compositi e specializzati. Era quasi impossibile a condizione però che questi combattessero nelle condizioni migliori e senza errori dei comandanti. Essi, infatti, da una parte non erano duttili, dall’altra dipendevano molto dalla capacità di comando. L’esercito romano, al contrario, era meno specializzato ma poteva combattere sotto ogni condizione in modo elastico, e dipendeva poco dalla capacità dei comandanti. Vero o falso che sia il confronto militare, interessa mettere a fuoco il punto. La riforma della finanza deve portare quest’ultima a essere «duttile» e poco o per niente dipendente dalle capacità dei duci. Insomma, deve essere una macchina che non ha bisogno di capacità particolari per funzionare: altrimenti detto, una macchina che funzioni senza «arcangeli e semi-dei» (3).

Sappiamo ormai che esistono i «cigni neri», ossia eventi rari che sono pure imprevedibili e il cui impatto è devastante. Dobbiamo pensare all’equivalente di un pilota d’aereo che sia addestrato alla peggiore delle turbolenze. Quasi mai ci sono siffatte turbolenze, ma il pilota è comunque addestrato casomai ci fossero. Così la finanza, che deve essere organizzata in modo tale che – in caso di eventi rari e devastanti quanto non prevedibili – sappia portare l’aereo in salvo. Nessuno salirebbe su un aereo se sapesse che i piloti sono addestrati solo per il bel tempo …

Sembrano stramberie, tuttavia…

Una riforma che imbrigli la finanza a poche regole – come era ai tempi della separazione fra banche di investimento ordinario e banche d’affari – è «romana»; una riforma che spinga la finanza – dove le banche ordinarie sono anche banche d’affari – nelle maglie di un regolatore che può decidere, a seconda dei momenti, che cosa è meglio fare, è «ellenistica». Una finanza che accantona sistematicamente dei fondi dedicati alla protezione dalle perdite che si hanno nei tempi peggiori, tempi che arrivano improvvisamente e con effetti devastanti, è «romana»; altrimenti, se non accantona – contando che nulla accada – è «ellenistica».

In futuro le discussioni di merito.


(1) http://krugman.blogs.nytimes.com/2010/03/26/greeks-romans-and-financial-reform/

(2) http://www.nakedcapitalism.com/2010/03/guest-post-greenspan-says-the-financial-crisis-was-caused-by-a-once-in-a-century-event-%e2%80%a2-taleb-says-any-pilot-who-doesnt-know-about-storms-shouldnt-be-in-the-cockpit.html

(3) L’espressione è di Joseph Schumpeter, da Capitalismo, socialismo, democrazia.