Il mercato mondiale dell'arte, malgrado una lieve flessione nel 2015, ha fatto registrare anni di espansione in cui le vendite hanno toccato livelli molto alti
Il mercato dell’arte soffre i periodi di crisi, ma tende a reagire meglio e più velocemente di altri settori, restando così un valido investimento alternativo che tende a rivalutarsi nel tempo, oltre ad appagare il senso estetico.
L'European Fine Art Foundation (TEFAF) ha pubblicato l'edizione 2016 dell'Art Market Report, che analizza l'andamento del mercato globale dell'arte nel 2015. Dal 2008 il rapporto viene scritto in collaborazione con il centro di ricerche e analisi Arts Economics e quindi presentato al TEFAF di Maastricht, uno dei più importanti appuntamenti fieristici mondiali per commercianti d'arte, collezionisti, operatori istituzionali e professionali e appassionati in generale.
Il report di quest'anno registra una contrazione del 7% nel valore delle vendite globali del 2015 rispetto al 2014 (da 68,2 a 63,8 miliardi di dollari), e un calo del 2% nel numero delle transazioni, che hanno raggiunto i 38,1 milioni: è il primo anno dal 2011 in cui il mercato delle belle arti, soprattutto in alcuni settori, mostra una flessione, sia pure lieve e forse inevitabile dopo anni di espansione in cui le vendite avevano toccato livelli molto alti a seguito del crollo del 2009 (Figura 1).
Il calo non è però generalizzato: le vendite negli Stati Uniti, unica area geografica a registrare dati positivi, sono addirittura aumentate del 4%, raggiungendo la cifra record complessiva di 27,3 miliardi di dollari e confermando il primato del paese nel mercato dell'arte con una quota del 43% del valore del mercato globale (Figura 2).
Seguono il Regno Unito, con il 21% (13,5 miliardi di dollari), ma con un calo di vendite del 9%,e, al terzo posto, la Cina con una quota del 19% (11,8 miliardi dollari), pur con un vistoso declino del 23% nelle vendite, sicuramente da collegare al recente rallentamento economico. Rispetto ai picchi registrati nel 2011, il calo cinese è di quasi il 50% del valore e dei volumi scambiati, Le vendite nel resto d' Europa sono state viceversa frammentarie e generalmente stagnanti (circa il 5 per cento in meno).
Il mercato statunitense nel 2015 ha privilegiato le arti visive del XX e XXI secolo, mentre il fatturato è stato modesto per tutte le epoche precedenti; negli Stati Uniti è cresciuto anche l'interesse per l'arte cinese, forse grazie ai numerosi mercanti e collezionisti di origini orientali.
In Cina il mercato si è indirizzato soprattutto all' acquisto in patria di opere delle arti decorative e della pittura antica cinese: i cinque artisti antichi più scambiati nel 2015 sono stati tutti cinesi. I compratori cinesi (ed asiatici in generale) continuano peraltro a distinguersi nelle grandi aste e fiere internazionali, per l'interesse sia verso le loro arti decorative che verso le arti visive occidentali del Novecento, anche a causa della scarsa trasparenza delle aste in madrepatria. La Cina, pur essendo l'unico paese in cui le aste coprono il 70% del fatturato d'arte, contro il 50% degli altri, già nel 2014 ha registrato il più alto deficit commerciale di settore nel mondo, visto che le importazioni di oggetti artistici hanno superato le esportazioni di 1 miliardo di dollari USA.
L'Unione Europea, con un fatturato di circa 21,3 miliardi di dollari USA, divisi in percentuali quasi uguali fra vendite in asta e vendite in galleria ed in fiera, si conferma al 33% circa del mercato globale, distante dai valori record del 2005 ( oltre il 40%, prima del boom cinese), ma anche dal 38% del 2010, subito dopo la crisi .
L'Europa resta, in ogni caso, il centro d'attrazione del commercio internazionale di opere d'arte, con il 40% circa degli scambi mondiali, e una bilancia commerciale positiva per oltre 2,6 miliardi di dollari USA nel 2014. Il Regno Unito e la Francia, rispettivamente con il 64 ed il 19% delle vendite, si confermano come leader continentali, mentre Germania (5%) e Italia (3%) seguono a grande distanza (Figura 3).
Il nostro paese è comunque al settimo posto mondiale per le esportazioni, con un volume di circa 600 milioni di dollari Usa nel 2014 ( circa il 2% dell'export mondiale), ma solo al sedicesimo per le importazioni (130 milioni di dollari), con un surplus commerciale di 470 milioni. I nostri principali mercati di sbocco sono il Regno Unito e gli Stati Uniti, mentre importiamo soprattutto dalla Francia. Dopo anni di decrescita, l'Italia nel 2015 si è segnalata per una pur lieve ripresa degli scambi rispetto all'anno precedente (unico fra i paesi dell'area), grazie però soprattutto agli acquisti effettuati sul nostro mercato da operatori, mercanti e collezionisti stranieri, attratti dai nostri prezzi, che hanno fatto sì che il nostro export sia quintuplicato in 10 anni (da 120 a 600 milioni di dollari), mentre le importazioni sono rimaste costanti.
Globalmente, il rapporto fra vendite all'asta e vendite private è in gran parte invariato, anche se è interessante notare che le vendite di mercanti d'arte e privati raggiungono il 53 per cento del mercato in termini di valore, mentre le vendite all'asta si fermano al 47 per cento in valore, contro il 48 per cento del 2014 (Figura 4).
L'arte del dopoguerra e l'arte contemporanea rappresentano anche nel 2015 la fetta più grande del mercato delle aste di arti visive - 46 per cento in valore e 41 per cento delle transazioni - (Figura 5), ma registrano comunque un declino del 14% ( attestandosi a 6,8 miliardi di dollari), dopo due anni di crescita a doppia cifra, con un calo del 20 per cento anche per numero di transazioni; le vendite appaiono molto concentrate, con i 20 artisti più importanti che raggiungono il 45% del fatturato totale: le sole vendite di Andy Warhol nel 2015, per esempio, hanno largamente superato gli scambi di tutto il mercato delle aste italiane...
L'arte moderna rimane la seconda più grande "sezione" nelle vendite delle aste pubbliche mondiali (Figura 6), con il il 30 per cento del valore, con un lieve calo dell'uno per cento (4,5 miliardi di dollari) e il 27 per cento per volume, con due fra le vendite all'asta più importanti del 2015, opere di Picasso e Modigliani battute per oltre 170 milioni di dollari a testa.
Mentre l'antiquariato e le arti decorative stentano a recuperare il loro peso tradizionale, sono le vendite di fascia alta a continuare a fare la parte del leone: nel 2015, infatti, il 90 per cento delle opere vendute alle aste d'arte avevano prezzi inferiori ai 50.000 dollari, ma hanno rappresentato solo il 12 per cento del valore totale delle vendite, mentre quelle superiori al milione di dollari (poco meno dell'1% del mercato) hanno toccato il 57 per cento, la fetta più grande per valore e in maggior crescita fra le vendite d'arte (+400%).
A sua volta, il segmento ultra high end (prezzi oltre i 10 milioni di dollari) ha raggiunto il 28 per cento del valore complessivo delle vendite, pur rappresentando solo una piccola frazione (0.1%) delle transazioni globali.
Resta complessivamente saldo il settore dei cosiddetti "Old Masters" europei, con una crescita in volume del 4% ma una caduta nel valore delle vendite del 33%, ai livelli dei primi anni 2000, sebbene le vendite private siano state piuttosto forti. Cresce anche il settore delle arti decorative e dell'antiquariato cinese, con un aumento del 6% (rispetto al 2014) a 2,2 miliardi di dollari.
Secondo le stime, i commercianti d'arte del mondo hanno investito un totale di 17,8 miliardi di dollari in una serie di servizi di assistenza esterni direttamente collegati alle proprie attività, aumentando la spesa del 3% anno-su-anno nonostante il calo di vendite nel mercato dell'arte.
Nel 2015 oltre 310.400 imprese hanno operato nel mercato globale di arte e antiquariato, con gli Stati Uniti di gran lunga al vertice. Questi mercati hanno dato lavoro a oltre 3,2 milioni di persone tra case d'aste, gallerie, commercianti d'arte e vari servizi esterni direttamente collegati al mercato dell'arte.
Il rapporto include anche i dati sulle vendite on-line, in rapida crescita come per molte altre merci e servizi. Si stima che nel 2015 le vendite di arte on line abbiano raggiunto i 4.7 miliardi di dollari, in crescita (+7% annuo) e pari al 7 per cento di tutte le vendite di arte e antiquariato per valore. Bisogna segnalare che il più settoriale The Hiscox Online Art Trade Report 2016 riporta un dato che si ferma a 3,3 miliardi di dollari. Le case d'asta tradizionali, Christie's al primo posto e Sotheby's al quarto, guidano la classifica di vendite, malgrado la forte competizione con le nuove e sempre più numerose piattaforme esclusivamente on line (Figura 7); peraltro, molte delle Gallerie d'arte interpellate hanno dichiarato di non aver ancora previsto per i propri clienti l'opportunità di acquistare opere anche online e solo il 28% risulta essersi attrezzato in tal senso. Il dato più positivo di questa evoluzione è la capacità di attirare una clientela giovane verso il mercato dell'arte: il 19% dei collezionisti under 35 ha dichiarato infatti di aver acquistato la prima opera sul web, grazie ai prezzi accessibili.
Ben il 73% delle compravendite online di arte si colloca in una fascia di prezzo tra i 100 e i 5000 $ a dimostrazione di come questo sia un mercato principalmente di fascia bassa e dai contorni futuri ancora incerti, data l'estrema volatilità della gran parte dei comportamenti sul web.
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