Fiducia, trasparenza, corresponsabilità, innovazione. Al Salone del Risparmio, che si è chiuso a Milano il 12 maggio, sono emersi spunti interessanti, da non sottovalutare. Le relazioni umane, è affiorato con chiarezza da report e riflessioni condivise, stanno diventando irrinunciabili per lo sviluppo di un’industria del risparmio sempre più orientata al futuro, con obiettivi di lungo termine che uniscano con intelligenza performance finanziarie e sostenibilità.

L'industria del risparmio sotto la lente

È significativa la fiducia di famiglie e imprese, che negli anni recenti – va detto – hanno pagato caramente, oltre che il prezzo della crisi, fallimenti vari di istituti di credito e operazioni sciagurate su Cirio, Parmalat e bond argentini, solo per non dimenticare qualche nome che ha lasciato feriti gravi sul campo. Adesso ci troviamo nel tunnel non ancora concluso della pandemia, nell’incertezza geopolitica della guerra in Ucraina e dei suoi effetti. Ebbene, nonostante tutto questo, c’è ancora voglia di guardare lontano. «Le variabili ambientali, sociali e di governance – sono le parole di Carlo Trabattoni, neo-presidente di Assogestioni – non possono più essere considerate semplicemente variabili extra-finanziarie, ma sono parte integrante del dovere fiduciario che il settore del risparmio gestito ha nei confronti di tutte le tipologie di investitori, istituzionali, professionali e soprattutto dei risparmiatori».

Dentro i mondi delle banche e delle assicurazioni

Già. Proprio il 78,2% dei risparmiatori è propenso a effettuare investimenti etici, cioè rispettosi dei diritti umani, mentre il 54,4% investirebbe in Pmi italiane. È uno dei tanti segnali rilevati dal terzo Rapporto Censis-Assogestioni, opportunamente intitolato «Investire di più, investire nell’economia reale». Che offre anche la fotografia di un “cambio epocale” nella percezione di famiglie e imprese: il 71,7%, per esempio, non intende più acquistare titoli di Stato; il 55,5% non reputa convenienti gli investimenti immobiliari o ritiene che ce ne siano di migliori.

I mondi delle banche, dunque, ma anche delle assicurazioni (per i sempre più frequenti contatti e sconfinamento di campo reciproci), diventano così una lente molto importante per seguire le vicende dei prossimi mesi. Da qui – e dal rapporto che si verrà a creare con risparmiatori e investitori – si potrà misurare, oltre che l’evoluzione congiunturale, anche la crescita di una coscienza civica (mai disgiunta da un’auspicabile educazione finanziaria più diffusa) di cui abbiamo una fame disperata, considerando la costante crisi di fiducia in cui versano le nostre istituzioni. Da qui, inoltre, si potranno osservare i passi in avanti della sostenibilità, senza truffaldine operazioni di greenwashing e senza quelle miopie con cui la si relega soltanto agli aspetti ambientali. E ce n’è assoluto bisogno, se pensiamo alla sfida che arriva dalla grande iniziativa di Bruxelles Next Generation Eu e dai PNRR nazionali, risorse ingenti che dovranno essere concretizzate in progetti utili poi da rendicontare con precisione e senso del dovere.

Il primo di quattro numeri monografici

Questo, in buona sostanza, è il motivo per cui Mondo Economico ha deciso di mettere sotto la lente banche e assicurazioni. Dall’inizio dell’anno con una apposita sezione della nostra testata online. E adesso con il primo di quattro numeri monografici che abbiamo calendarizzato a livello semestrale nel biennio 2022-2023 (al costo di tre euro per chi desidera scaricare subito l'edizione di maggio-giugno 2022 in .pdf e di nove euro se su carta e in spedizione postale).  Lo facciamo con docenti universitari, ricercatori e giornalisti che collaborano con il nostro giornale dall’autunno 2020, da quando il Centro Einaudi ha deciso di riportare a nuova vita un brand storico dell’informazione economica in Italia.

Arrivano anche i podcast

Ci siamo presentati con questa iniziativa nei giorni del Festival internazionale dell'economia di Torino, condividendone lo spirito e l'importanza per una città che da sempre è un laboratorio innovativo multidisciplinare. Pensiamo tutto in chiave multimediale (siamo online, anche con podcast e videoanalisi), immaginando la carta come strumento da conservare con approfondimenti e analisi utili per decisori pubblici e privati, professionisti, imprese e famiglie. Le prime due serie audio sono già in distribuzione sulle principali piattaforme: si tratta di "Dentro il villaggio digitale" (realizzato in collaborazione con Sloweb) e "Quadrante futuro multimediale" (che raccoglie e riorganizza le videoanalisi che abbiamo prodotto in questi mesi, e altre in cantiere, utili a orientarsi "nei labirinti dell'economia"). Per ora due appuntamenti alla settimana, il martedì e il venerdi pomeriggio.

  

Si tratta di contributi che partono dei dati, sempre necessari per conoscere e poi deliberare, come diceva Luigi Einaudi. Consapevoli dei nostri numeri, certo, ma in punta di piedi.

Con un forte desiderio: contribuire, pur nel nostro piccolo, alla formazione di una nuova e più giovane classe dirigente all’altezza sia del presente sia del futuro prossimo venturo.