Messa alle strette, l'economia degli States rischia di pagare care le ultime mosse di Trump. L'influenza stagionale potrebbe degenerare, dopo che il ruolo del dollaro come moneta di riserva è stato intaccato e il sistema di libero scambio come motore della crescita messo in dubbio, in nome di un improbabile protezionismo.
Come se non bastassero i dazi, sono in costante aumento anche le barriere non tariffarie. L’ultimo rifugio dei protezionisti che costruiscono muri invisibili, usando il concetto di “concorrenza equa” come un’arma retorica e mascherando il nazionalismo da politica commerciale.
Fra le tariffe commerciali previste dall'amministrazione Trump rientrano anche i dazi secondari, per ora limitati a colpire il Venezuela. Uno strumento che solleva perplessità giuridiche e la cui applicazione comporterebbe non solo rischi per i mercati energetici globali, ma anche conseguenze negative sull’economia americana.
Uno dei colli di bottiglia dell'economia moderna rilancia la sfida tecnologica fra Cina e Stati Uniti. Le implicazioni geopolitiche dello sfruttamento delle terre rare e i rischi per gli investitori in un mercato in rapida crescita ma ancora volatile.
L'annuncio dei dazi sulle importazioni globali è l'ultimo passo della dottrina Trump. Una scommessa che nei prossimi mesi metterà a rischio il delicato castello di carte del modello americano di maggior successo, che ha ispirato anche noi europei. Un modello che sarà "hackerato", con la promessa di una nuova età dell’oro.
La recente pubblicazione del report dell'Istat sull'inclusione scolastica degli alunni con disabilità offre lo spunto per una panoramica e alcune riflessioni sulla situazione nella società del nostro paese di fronte alla necessità di superare definitvamente egoismi e discriminazioni.