«Non un milione tra due anni, basta la metà, ma subito». Lo sfogo di Davide Servadei, presidente di Confartigianato Emilia-Romagna ai microfoni della Rai, la dice lunga su quel che si aspetta il territorio romagnolo devastato all’alluvione e che conta oltre 15mila sfollati. Si parte con 30 milioni per l’emergenza – il Consiglio dei ministri è in calendario per martedì 23 maggio - ma serviranno miliardi per rimettere in sesto, se mai sarà possibile farlo completamente, l’apparato produttivo agricolo e artigianale-industriale della Romagna devastata dall’alluvione. Probabilmente verrà varata una legge speciale e per la gestione dell’emergenza verrà nominato un commissario così come verranno chiesti fondi alle autorità europee. Il tutto sulla falsariga di quel che avvenne in occasione del drammatico terremoto del 2012 sempre in Emilia-Romagna.
Devastante come il terremoto
Non a caso il presidente della Regione Stefano Bonaccini lo ha definito un “terremoto” per dare l’idea della devastazione ma forse l’alluvione è peggio, non come vittime ma come danni. «Stiamo lavorando con il Governo affinché – spiega Bonaccini - siano varati i provvedimenti di urgenza che, in tempi brevi, possano venire incontro alle esigenze delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese. Devono essere previste anche specifiche moratorie, come il rinvio dei termini per gli obblighi di natura contributiva, fiscale, previdenziale».
Per la ricostruzione post terremoto del 2012 tra le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia – ultimo report del 2022 - sono stati concessi complessivamente contributi per quasi 6,5 miliardi di euro, erogati alle famiglie e alle imprese delle aree colpite, 6mila piccole attività commerciali, artigiane e dei servizi rese di nuovi agibili, 3.500 aziende industriali e agricole ristrutturate e altre 1.550 imprese che hanno potuto mettere in sicurezza i propri stabilimenti o spazi di produzione in nome della prevenzione futura. Il tutto sulla base di una legislazione d'emergenza che, fanno sapere dalla Regione Emilia-Romagna, potrebbe venir buona anche per quel che sta succedendo in questi giorni e che sta procurando danni di intensità non tanto inferiori a quelli del terremoto.
Il ministro: no all'uso dei fondi Pnrr
E dal Pd arriva la proposta di spostare i fondi del Pnrr sul tema della prevenzione del dissesto idrogeologico. Ma, a stretto giro, arriva la risposta del ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto: «Per risarcire l'Emilia-Romagna dei danni subiti il governo interverrà con propri fondi senza far ricorso al Pnrr, strumento poco adatto a far fronte a una emergenza», ha precisato il ministro a margine della seconda edizione di "Verso Sud", il forum organizzato da The European House Ambrosetti.
Intanto, però, non si può tacere del fatto che in Emilia-Romagna tra il 2015 e il 2022 sono stati destinati oltre 190 milioni di euro per la realizzazione di 23 bacini di contenimento delle piene (o vasche di laminazione, come si chiamano in gergo tecnico) ma all’esplodere dell’ultima emergenza solo 12 erano funzionanti, nove sono ancora da finire e altri due funzionano solo parzialmente.
Sistema produttivo in ginocchio
Ma la strada da seguire la indicano da Confartigianato Emilia-Romagna. «La cosa migliore – spiega Davide Servadei, presidente regionale di Confartigianato – è quella di dare immediatamente liquidità alle imprese seguendo una strada già imboccata per i giovani: niente interessi e capitali garantiti dallo Stato. Ma subito; solo così potremo pensare di rimettere in moto un sistema produttivo che è letteralmente in ginocchio».
Anche il commercio non se la passa meglio; una concessionaria ravennate, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, è riuscita a salvare 80 auto; altrettante sono andate sott’acqua. E insieme all’apparato industriale e artigianale piange l’agricoltura. La stima di Confagricoltura Emilia Romagna è di danni fino a 6.000 euro a ettaro per i seminativi (grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, colture orticole e sementiere) e 32mila euro a ettaro per frutteti, vigneti e oliveti, inclusi raccolti persi e costo dei reimpianti.
«Solo nella Bassa Romagna, in provincia di Ravenna, il conto agricolo delle inondazioni supera i 200 milioni di euro. Sono finiti sott’acqua e sono ancora coperti da uno strato di limo, argilla e sabbia, circa 1.800 ettari a Conselice e 1.500 ettari a Villanova e Boncellino di Bagnacavallo», spiega Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna. Da parte sua Coldiretti stima almeno 300 milioni di danni non solo per gli allagamenti ma anche per le frane che hanno distrutto interi frutteti e campi coltivati nelle zone collinari.
La road map della Regione
Questa la road map individuata dalla Regione Emilia-Romagna in fatto di aiuti nel corso dell’incontro avvenuto mercoledì scorso con le forze economiche e sociali sulla drammatica situazione maltempo. «Il primo punto – spiega la Regione - è rimettere in sicurezza nel più breve tempo possibile le comunità, il territorio e le attività produttive. Il secondo è quello di definire un piano di ristori economici, sia per le famiglie che per le imprese. Un piano che sia all'altezza della situazione. Il terzo punto è affrontare un piano della ricostruzione che tenga conto delle infrastrutture da ripristinare e della messa in sicurezza del territorio. Per fare questo occorrono risorse straordinarie, dato che si sta affrontando una situazione complessa e gravissima, che ha avuto origine già ai primi di maggio, con danni da maltempo stimabili in quasi un miliardo di euro solo in quella fase. A cui aggiungere i nuovi, ingentissimi».
Per un rapido ripristino della attività produttive la Regione ha già avviato una interlocuzione per verificare la possibilità di derogare alle norme europee sugli "aiuti di Stato": un regime non stringente, è stato sottolineato, sarebbe fondamentale per accelerare il ripristino delle infrastrutture produttive. Sul fronte bancario, Abi estenderà anche alla provincia di Rimini il blocco dei mutui riconosciuto nelle scorse settimane per le aziende colpite dal maltempo di inizio maggio (Bologna, Forlì-Cesena e Ravenna).
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