La foto è stata scattata alla base spaziale di Wallops Island, in Virginia. Ed è l'immagine di un successo italiano. L'ha postata su Linkedin la Apr di Pinerolo con queste parole:«Abbiamo celebrato il successo del lancio di Cygnus 19. Tre nostri orgogliosi ingegneri hanno preso parte all'evento portando i cuori e le menti di tutto il popolo di Apr! Siamo entusiasti e onorati di aver contribuito ancora una volta al successo spaziale con i nostri equipaggiamenti Eclss».
Cygnus 19 è un cargo spaziale realizzato negli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space per portare rifornimenti alla base spaziale internazionale che si trova a 400 chilometri di quota e poche ore di viaggio dalla Terra. E la Apr ha costruito un pezzo chiave per quegli uomini che vivono in un laboratorio in mezzo all'universo: le valvole di pressurizzazione. Per la cabina dove operano gli astronauti e per il magazzino logistico, dove vengono accatastati i rifornimenti. Detto in parole semplici, sono le valvole che consentono agli astronauti di sopravvivere. Ma sono efficaci anche sotto il punto di vista della sicurezza nel malaugurato caso di un incendio a bordo.
Per Bruxelles una "key innovator"
Questa è la seconda commessa che l'azienda di Pinerolo – 80 dipendenti, età media 35 anni, riconosciuta da Bruxelles come "key innovator" – garantisce. La prima era coincisa con Cygnes 18 e in quell'occasione ad assistere al lancio del cargo con il vettore Antares c'erano negli States Armando e Andrea Romiti, padre e figlio, i fondatori dell'azienda nata 25 anni fa.«Facciamo parte di quel Piemonte che cerca un futuro e crede nella crescita, pronti a misurarci a livello internazionale» spiega Andrea Romiti, un passato alla guida dei giovani industriali torinesi e poi nel board del Distretto aerospaziale su cui Torino scommette per trovare una valida alternativa manifatturiera all'automotive.
Quel che Romiti non dice - ma è un altro motivo di grande orgoglio - è che la Apr ha vinto la commessa contro competitor americani. Non solo. Si è già guadagnata un posto nel futuro dello Spazio, cioè il ritorno dell'uomo sulla Luna. Per restarci. I progetti che vedono in competizione Stati Uniti, Cina, India e Russia anche se la guerra con l'Ucraina ha temporaneamente raffreddato i sogni di Mosca sono in fase avanzata. E a Pinerolo già si lavora in vista del 2026 quando si aprirà la prima stazione cislunare voluta da americani e europei. Thales Alenia, grazie agli accordi di Asi ed Esa con la Nasa, produrrà tre dei quattro moduli per la missione. E si avvarrà delle competenze e delle forniture della Apr. C'è di più. Alle valvole pressurizzate si aggiungeranno quelle a controllo termico, indispensabili per garantire sempre la stessa temperatura sulla stazione attorno alla Luna.
Successo costruito durante il Covid
Alla svolta che ha permesso all'Apr di diventare un fornitore importante per missioni spaziali ha involontariamente contribuito il Covid. In quei mesi di lockdown – che di fatto hanno paralizzato la produzione per l'aeronautica e il settore energia, filoni di partenza dell'azienda pinerolese che esporta il 40 per cento del fatturato – le forze si sono concentrate sui prodotti dell'esplorazione spaziale. Così sono nate le valvole Eclss. «Siamo orgogliosi per i risultati raggiunti e soprattutto per le prospettive. Vogliamo crescere, elevarci e farlo con piani di lavoro per i prossimi 20/30 anni dà una certa sicurezza. D'altronde dopo un quarto di secolo da startup è venuto il momento di diventare grandi, inseguire nuovi traguardi, allargare il mercato» aggiunge Romiti.
Racchiudendo nella frase «un vero divertimento tecnologico» lo spirito che aleggia nella Apr e che la spinge verso nuove sfide, nuovi traguardi. Senza peraltro dimenticare l'altro core business dell'azienda che include la progettazione e produzione di componenti, accessori e equipaggiamenti per l'aeronautica e l'energia. Anche se in futuro lo spazio è destinato probabilmente a diventare il core business dell'azienda che punta sempre di più ai mercati globali, mantenendo però l'efficacia di una realtà locale. «Perché quell'unicità di competenze che c'è nella manifattura piemontese resta una bella carta da giocare» conclude Romiti. Magari anche per permettere a Torino di staccare l'ombra da terra.
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