Succedono cose strane sui mercati: in particolare, salgono senza pausa l’oro, l’argento e l’euro. Succedeva anche nel 2000 con il Nasdaq e nel 2008 con il petrolio. Poi abbiamo visto come è andata a finire.
Facciamo il punto.
Analisi fondamentale. Ci sono borse e borse: quelle che sono cresciute di più e sono ormai prossime ai livelli pre-Lehman sono quella tedesca e quella americana. In queste due economie la ripresa è iniziata. Negli Stati Uniti hanno ricominciato a crescere i profitti, ma non tanto i ricavi né l’occupazione. In Germania sono cresciuti profitti, ricavi e occupazione e il tasso di disoccupazione è ai minimi degli ultimi 18 anni. Nel mondo «emergente» la ripresa c’è stata, ma la minaccia di inflazione e l’attesa di strette monetarie ne ridurrà la forza a breve. In sostanza, soprattutto negli Stati Uniti l’economia e la crescita sono di qualità peggiore rispetto al 2007, mentre le quotazioni azionarie vi si avvicinano. O l’economia migliora molto, o la borsa è cara.
Correlazioni. Le borse non si muovono da sole, ma sono collegate l’una all’altra. L’insieme delle borse, il MSCI World, sta flettendo, ossia si stanno incrociando le medie mobili di breve e di medio periodo, mentre siamo ancora sopra la media di lungo periodo: tecnicamente non c’è un segnale ribassista. È una tipica fase in cui dal punto di vista tecnico non si compra l’indice.
Bolle. Ce ne sono almeno tre: sull’oro e l’argento, sui bond americani che hanno gli stessi rendimenti dei bund tedeschi, con il debito pubblico doppio (in rapporto al Pil) e il deficit triplo, infine la bolla sull’euro, che a 1,45 contro dollaro è sopravvalutato rispetto al valore di parità di potere d’acquisto, pari a circa 1,2-1,3. Oltretutto, sono più probabili i salvataggi in Europa di Irlanda e Portogallo – economie della zona euro – che non il default degli Stati Uniti, se non altro perché essi possono ancora manovrare, specialmente dopo l’avviso di Moody’s e le vendite di bond da parte di PIMCO; Irlanda e Portogallo molto meno.
Posizioni nette degli hedge fund e dei grandi speculatori sui mercati future. Sono short, ossia ribassisti sia sull’SP500 sia sulle obbligazioni governative americane. Vale a dire, si stanno assicurando il conto economico da un possibile ribasso.
Modelli quantitativi. Quello di asset allocation del Centro Einaudi di breve termine è investito in azioni per la metà del benchmark.
Concludiamo parlando del Vix, ossia della volatilità implicita nelle opzioni negoziate sullo SP500: è di nuovo a 17-20, dunque a livelli di «assoluta calma», proprio come quelli che si sono visti subito prima delle esplosioni di volatilità. Troppa calma è difficile da credere.
© Riproduzione riservata