Per quanto brillante e visionario, Peter Thiel, il fondatore di PayPal, non poteva certo immaginare lo scoppio di una pandemia quando nel suo libro “Da zero a uno” ribaltava il cosiddetto principio di Anna Karenina, secondo cui tutte le famiglie felici si somigliano mentre ogni famiglia infelice è infelice a modo suo. Al contrario, secondo Thiel, ogni impresa è felice a modo suo mentre tutte le imprese infelici si assomigliano, perché nessuno può avere successo semplicemente copiando dal passato.

Nella tempesta economica e non solo causata dal Covid, invece, alcune imprese sembrano molto più infelici di altre. Ed alcune non sono affatto infelici, anzi. Basta pensare al boom delle società hi-tech e a quelle del commercio elettronico ad esempio. Nulla a che vedere con il disastro delle compagnie aeree o delle piccole e medie imprese.

Graziati dalla pandemia

Tra i comparti che sembrano uscire tutto sommato graziati dagli effetti della pandemia c’è sicuramente quello assicurativo.
E pensare che a maggio 2020 Lloyd’s aveva pronosticato un vero e proprio collasso per le imprese di assicurazione: oltre 200 miliardi di perdite a livello globale tra minori sottoscrizioni e perdita di valore dei portafogli d’investimenti.

A guardare i dati effettivi, e soprattutto le previsioni per il futuro, i gruppi assicurativi possono invece davvero tirare un gran bel sospiro di sollievo.

Secondo il Global Insurance Report 2021 redatto da Allianz, infatti, la raccolta premi globale è calata nel 2020 “solamente” del 2.1%, con una contrazione più marcata nel ramo vita (-4.1%) e addirittura un lieve incremento nel ramo danni (+1.1%). Le perdite dovrebbero essere state più che recuperate già nel 2021, grazie soprattutto a Cina e Stati Uniti. Più lenta la ripresa invece in Europa, dove Allianz prevede di tornare a livelli pre-Covid nel 2023, per poi attestarsi a un ritmo di crescita intorno al 3% nei successivi 10 anni.

Anni venturi più che positivi si prevedono anche per l’Italia, che dovrebbe registrare una crescita media nel lungo periodo decisamente superiore al decennio passato

Anche il portafoglio investimenti gode di buona salute. Dopo uno shock tremendo quanto breve a seguito dello scoppio della pandemia, i mercati finanziari hanno iniziato una decisa cavalcata alimentata dalla pioggia di liquidità immessa nel sistema dalle banche centrali.

Già a marzo 2021, anticipando i dati di Ania (l’associazione che raccoglie le imprese assicurative italiane) e Ivass (l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni), il Sole 24Ore aveva messo in luce gli ingenti risparmi accumulati dalle compagnie assicurative grazie al crollo dei sinistri stradali (-35% tra febbraio e novembre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019) a seguito di lockdown e restrizioni alla mobilità.

Tradotto: 2.1 miliardi risparmiati secondo l’Ania, pari a 49 euro in media a cliente, ancor più di quanto preventivamente stimato ad aprile 2020. Più alta la stima dell’Ivass, circa 70 euro a cliente.

La ristorazione dei clienti

Solamente parte di questi risparmi sembrano essere in realtà effettivamente tornati ai clienti. Per la precisione, poco più di 800 milioni secondo l’Ivass, quindi molto meno dei risparmi. Diverse sono state le modalità con cui le assicurazioni hanno ristorato i propri clienti. Oltre ad una diretta riduzione dei premi assicurativi (circa il 6% rispetto al 2019), allungamento delle polizze e maggiore flessibilità in termini di sospendibilità della copertura e applicazione delle franchigie sono state le principali forme di restituzione.

C’è da dire che le compagnie hanno ancora margini e tempo per completare la restituzione, lasciando che le tariffe applicate scendano fisiologicamente proprio grazie al calo dei sinistri. Tuttavia c’è già chi paventa l’ipotesi che per timore, vero o presunto, di un nuovo marcato incremento di incidenti a causa della forte ripresa del traffico, le compagnie possano voler aumentare gli accantonamenti e le riserve così infine da impedire quel potenziale calo delle polizze.

L'inversione di tendenza del 2021

Andiamo velocemente a vedere nel dettaglio i dati ufficiali. L’Ania quantifica in 150 miliardi la raccolta premi complessiva durante il 2020, il 5% in meno rispetto al 2019, un calo molto meno pesante rispetto alle iniziali stime della primavera del 2000. Il crollo verificatosi durante il lockdown, infatti, è stato parzialmente compensato da una forte ripresa estiva. Nel settore danni il calo nella raccolta ha riguardo soprattutto l’RC auto, a causa del minor numero di immatricolazioni e passaggi di proprietà.

Dal bollettino Ivass del novembre 2021 abbiamo invece già un quadro dell’inversione di tendenza segnata nel primo semestre 2021. La raccolta complessiva marca un +15% rispetto ai primi sei mesi del 2020, grazie soprattutto al settore vita (+18%). Anche il ramo danni cresce (+3.4%), ma fa eccezione il comparto auto (-2.9%). I tradizionali canali di distribuzione, sportelli bancari e postali per il ramo vita e agenzie con mandato per il ramo danni, vanno ancora per la maggiore nella vendita dei prodotti assicurativi.

L'andamento dell'indice borsistico

Quindi, messa da parte la paura iniziale e guardando oggi con occhio lucido la realtà dei fatti, possiamo certamente dire che il settore assicurativo ha ampiamente limitato i danni del Coronavirus. Tanto che i prezzi delle azioni dei maggiori gruppi assicurativi sono già di fatto tornati esattamente ai livelli pre-Covid (figura 1). Basta allargare lo zoom, tuttavia, per scoprire che solamente Allianz ha recuperato le perdite ben più consistenti causate dalla crisi del 2009, mentre Generali, AXA e l’intero indice borsistico italiano ancora oggi viaggiano su valori inferiori persino a quelli del 2006.

 

Figura 1. Prezzi giornalieri delle azioni Allianz, AXA e Generali e valore del FTSE MIB
Figura 1. Prezzi giornalieri delle azioni Allianz, AXA e Generali e valore del FTSE MIB
Nota: valore FTSE-MIB 1/01/06-31/12/21; i prezzi sono stati posti uguali a 1 al primo gennaio del 2006, ovvero i successivi prezzi giornalieri sono stati sempre divisi per il valore al primo gennaio del 2006. Fonte: elaborazione Mondo Economico su dati Datastream

Insomma, anche il grande spavento causato dal Covid può e deve essere considerato sotto una luce molto relativa. A maggior ragione guardando il prossimo grafico, che mostra il prezzo dei Credit Default Swaps (CDS) di tre diversi comparti industriali, tra cui quello assicurativo, e del debito sovrano italiano (figura 2). I CDS sono strumenti finanziari che permettono di coprirsi dal rischio di default di un’impresa, di un insieme di imprese o di un intero Paese, proprio come, per l’appunto, un’assicurazione. E come nel caso di un’assicurazione, tanto maggiore è il rischio tanto più alto è il prezzo che bisogna pagare per coprirsi da quel rischio.

Il confronto

A guardare i prezzi dei CDS sembra che i mercati non abbiano mai davvero creduto a un sostanziale rischio di collasso dei comparti bancario e assicurativo, mentre effettivamente qualche timore c’è stato, e ben fondato aggiungerei, per le compagnie aeree. Niente a che vedere, in ogni caso, con ciò che avvenne durante la crisi del 2009.

In questa ottica è molto interessante anche l’andamento dei CDS emessi sul debito sovrano italiano. Dopo un repentino balzo all’insù, oggi il rischio di default del sistema Italia è tornato ai minimi storici. E la crisi causata dalla pandemia è stata avvertita come molto meno persistente e duratura rispetto, ad esempio, all’instabilità politica seguita alla sconfitta del referendum costituzionale del 2016. E soprattutto decisamente meno grave rispetto a quella vissuta nell’estate del 2011 che portò alle dimissioni del governo Berlusconi.

 

Figura 2. Andamento dei Credit Default Swaps
Figura 2. Andamento dei Credit Default Swaps
Nota: periodo in esame 14/12/07 - 24/12/21; prezzi (spreads) giornalieri dei Credit Default Swaps per le compagnie assicurative, aeree e banche (asse sinistro) e per il debito sovrano dell’Italia (asse destro) tra il 14/12/2007 (prima data disponibile per dati CDS) e il 24/12/2021. I prezzi dei CDS sono espressi in punti base (bp). Fonte: elaborazione Mondo Economico su dati Datastream

Una crisi planetaria come quella pandemica tuttavia comporterà necessariamente dei forti stravolgimenti anche nel settore assicurativo. In fondo una crisi non può essere davvero superata se non spingendo sull’acceleratore dell’innovazione e della trasformazione. E nuove spiccate tendenze sono già ampiamenti visibili. O cominciano almeno ad emergere in questi ultimi mesi. 

I trend emergenti

Alcune di queste tendenze in realtà prescindono del tutto dalla pandemia stessa e sono anche comuni ad altri settori. Come l’attenzione alla sostenibilità ambientale ad esempio, che sta guadagnando sempre più rilevanza alla luce di un’emergenza climatica non più trascurabile. Nello specifico, sono stati già disegnati nuovi prodotti assicurativi che si rivolgono sia alle nuove forme di mobilità sostenibile, quali biciclette, e-bike, veicoli a guida autonoma, veicoli ecologici, sia alle nuove forme di approvvigionamento energetico come gli impianti fotovoltaici, sia infine alle conseguenze nefaste di eventi metereologici anomali sempre più frequenti.

Le imprese di assicurazione dovranno quindi fare i conti con un crescente utilizzo dei mezzi di trasporto tipici della cosiddetta sharing economy, come il car-sharing e il ride-sharing, puntando su polizze legate alle distanze percorse o alla modalità di guida. Più in generale le polizze saranno sempre più personalizzate, ritagliate sulle specifiche esigenze ed abitudini del cliente, svincolate quindi da impostazioni eccessivamente rigide e predefinite. Questo processo sarà reso ancor più agevole dalla crescente mole di dati a disposizione delle compagnie, sia grazie all’innovazione tecnologica e digitale che ad un circuito di condivisione delle informazioni tra i diversi soggetti in campo, come banche, società tecnologiche, start-up.

La grande sfida dell'innovazione

E infine c’è il Covid ovviamente, che ha impresso una forte accelerazione alla costruzione di prodotti assicurativi volti a coprire rischi sistemici e del tutto imprevedibili, come per l’appunto una pandemia.

La partita dell’innovazione e della trasformazione è dunque già in corso anche nel settore assicurativo e i diversi giocatori la stanno affrontando con tattiche nuove e spesso sperimentali.

Sapremo quindi presto se in questo caso aveva ragione Peter Thiel e se, affrontando con originalità questa sfida, avremo sul mercato compagnie assicurative vincenti, felici, ognuna a modo suo.