Indovina indovinello: qual è l’azienda che ha assunto più di 400mila dipendenti in 12 mesi e quando è successo? Se avete un’idea per la prima risposta, continuiamo: quanti dipendenti ha? Qual è la capitalizzazione di mercato? E i ricavi? Infine, qual è la misura dei profitti? Le risposte, con le cifre sono alla fine, ma intanto che si tratti di Amazon l’avete certamente immaginato.

Errori colossali?

Un colosso in un mondo complesso e pieno di fragilità qual è quello del commercio, con tanti negozi che spariscono, e non solo durante la pandemia, e con le grandi superfici di vendita che si alternano tra storie di successo e fallimenti; addirittura, con sparizioni improvvise. Di colossi del commercio ce ne sono almeno tre: Amazon, Walmart (il più grande, ma non tanto nell’online) e Alibaba. Quello che vediamo più da vicino in Europa è Amazon.

In un articolo del 2013, The monolith and the markets, l’Economist si allarmava per le dimensioni e i metodi di decisione di BlackRock, il gigante degli investimenti finanziari, scrivendo “If that much money is being managed by people who all think with the same tools, it may be managed by people all predisposed to the same mistakes”. Tra l’altro BlackRock starebbe flirtando con quei bitcoin che si riveleranno la più grande bolla e truffa del secolo, come spiega Le Monde titolando Révélations sur une gigantesque escroquerie aux cryptomonnaies.

Non ci piacciono dunque quelli che diventano così grandi da generare un gravissimo rischio per gli altri se commettono errori: dalla crisi del 2008 qualchecosa dovremmo avere imparato! Ma Amazon e i suoi simili, Alibaba e Walmart, sono anche delle isole economiche nell’economia; isole dove valgono rapporti di forza diversi da quelli del mondo esterno, anche nel campo del lavoro; isole non solo commerciali, ma mondi produttivi a sé, dalla attività industriale ai trasporti, in territori che la teoria economica indica con segnali di pericolo.

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Divagazioni sul tema

Intanto due divagazioni, che non proseguiremo nel seminario online.

La prima è che l’eccessiva capitalizzazione di Borsa in rapporto ai profitti cavalca una inevitabile bolla che attrae anche proposte anomale (qui Amazon non c’entra) che mirano a coinvolgere singole persone attratte dalla speranza di arricchirsi in fretta e senza fatica: qui un esempio, ma non è certo il solo.

La seconda divagazione è un mini-estratto dalla risposta che un motore di intelligenza artificiale mi ha fornito in risposta a «Is Amazon good for the economy?».

Ecco che cosa ho ottenuto: «Amazon has revolutionized the way we shop. It has made our lives easier and more convenient. It has also put thousands of brick-and-mortar stores out of business. But is Amazon good for the economy? More specifically, is Amazon good for the retail market? (…) Amazon is bad for the retail market — but Amazon is also what has made it possible for people to do their shopping online. That’s why Amazon is good for the economy. It’s what makes Amazon so successful». Molto diplomatico.

Risposte

È Amazon, negli ultimi 12 mesi. Ha quasi 1,3 milioni di dipendenti; una capitalizzazione di mercato di 1,5 trilioni di dollari; ricavi per 386 miliardi di dollari nel 2020 (280 nel 2019); 21,3 miliardi di profitti nel 2020 (11,6 nel 2019).

Una volta credevo che i trilioni ci fossero solo in Topolino, insieme ai fantastilioni, ora ho imparato che sono qui intorno a noi.