Lo scorso marzo la Commissione europea ha pubblicato e inviato al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni una comunicazione denominata Competitività a lungo termine dell'UE: prospettive oltre il 2030
La comunicazione sintetizza le linee di azione tese a favorire le discussioni dei leader sulla produttività e competitività a lungo termine dell'economia dell'Europa nel difficile contesto geopolitico attuale, all’interno del quale le imprese europee devono prendere decisioni sui loro investimenti. L’intento è di superare la gestione delle crisi a favore di una visione più ampia che vada anche oltre il 2030. 

Dalla metà degli anni '90 del secolo scorso la crescita media della produttività nell'Ue è stata più debole rispetto ad altre grandi economie, con  un crescente divario anche nei livelli di innovazione.
Per favorire la ripresa post-pandemia, la Commissione ha definito un percorso per la promozione di investimenti e riforme a favore della duplice transizione fondata su Green Deal europeo e digitalizzazione: tra il 1990 e il 2021 l'economia dell'Ue è cresciuta di oltre il 61 %, con un calo delle emissioni del 28 %. La produttività delle imprese che già investono nell'innovazione basata sui dati e nell'analisi dei dati aumenta a velocità di circa il 5-10 % superiore a quella delle imprese che non vi investono.
Molti programmi dell'Ue contribuiscono già alla duplice transizione con, ad esempio, il 35 % della spesa complessiva di tutti i programmi dell'Ue dedicato al conseguimento degli obiettivi climatici. Con il recente piano industriale del Green Deal, la Commissione ha illustrato ciò che serve affinché il settore a zero emissioni nette resti competitivo a medio termine e ha sottolineato la necessità di procedure più rapide e più semplici affinché le imprese possano prosperare. Sono state messe a punto procedure amministrative semplificate e procedure di autorizzazione snellite per la diffusione delle energie rinnovabili, le materie prime critiche e la fabbricazione di tecnologie a zero emissioni nette.

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In particolare, per promuovere il futuro della competitività dell'Europa, la Commissione propone dunque di operare su nove punti. Accanto ad essi e come secondo campo di azione, la Commissione si adopererà attivamente in favore di un quadro normativo propizio alla crescita.

  • un mercato unico funzionante: il mercato unico è costituito da 23 milioni di imprese che offrono lavoro a quasi 128 milioni di persone e contribuisce a un aumento strutturale del Pil dell'Ue di circa il 9 % . Offre alle imprese l'accesso a una base di clienti composta di oltre 440 milioni di persone.  E’ necessario il suo ampliamento, una maggiore penetrazione e una migliore integrazione dei servizi.
  • l’accesso al capitale e agli investimenti privati: gli investimenti privati rappresentano oltre l'85 % degli investimenti e quelli necessari per accelerare le transizioni verde e digitale, rafforzare la resilienza e stimolare la competitività dell'Unione dovranno provenire soprattutto dal settore privato. Ma lo spessore e le dimensioni attuali dei mercati dei capitali dell'Ue sono inadeguati a sostenere la futura crescita dell'Ue. La capitalizzazione dei mercati azionari dell'UE è pari a meno della metà di quella degli Stati Uniti d'America, in percentuale del Pil, e inferiore a quella di Giappone e va dunque implementata attraverso un’Unione dei mercati dei capitali più integrata e il completamento dell’Unione bancaria, oltre che mediante lo sviluppo di quadri normativi dell’Ue in materia fiscale e di servizi finanziari a sostegno delle imprese;
  • investimenti pubblici e infrastrutture: richiedono una riforma del quadro europeo di governance economica; Gli investimenti pubblici sono essenziali per favorire la competitività in settori quali ricerca e sviluppo, istruzione e sanità e per promuovere un mercato unico ben connesso e senza barriere intervenendo nelle infrastrutture e favorendo gli investimenti privati. Nel 2022 gli investimenti pubblici nell'UE sono ammontati al 3,2 % del Pil. Nel 2021 la spesa pubblica per l'istruzione è stata pari al 4,8 % del Pil.
  • ricerca e innovazione: circa un quinto dei brevetti e delle pubblicazioni più citate nel mondo ha origine nell'Ue, che investe circa 330 miliardi di euro all'anno in ricerca e innovazione. L'intensità degli investimenti in ricerca e sviluppo dell'Ue è salita dall'1,8 % del Pil al 2,3 % del Pil tra il 2000 e il 2020, ma rimane inferiore a quella degli Usa (3,5 %), del Giappone (3,37 %) e della Corea del Sud (4,8 %) nel 2021.
    Maggiori incentivi fiscali, partenariati pubblico-privato e progetti su vasta scala per ridurre la rischiosità degli investimenti saranno importanti in particolare nei settori delle tecnologie, del digitale e della biotecnologia nel rispetto dell’ambiente.
  • energia: i prezzi dell'energia elettrica per le imprese e i consumatori nell'Ue rimangono più elevati rispetto ad altre parti del mondo, ad esempio il doppio rispetto agli Stati Uniti d'America e soggetti a improvvisi rialzi congiunturali.
  • Nel 2021 il 21,8 % del consumo finale lordo di energia dell'Ue è stato originato da fonti rinnovabili. Nel 2022 la capacità installata (353 GW) è aumentata del 16 %, per un risparmio di circa 11 miliardi di metri cubi di gas equivalenti in un anno.
    Si raccomanda quindi una più rapida diffusione delle energie rinnovabili, la digitalizzazione dei sistemi energetici e l’incremento degli impianti di stoccaggio dell’energia stessa.
  • la circolarità: un'economia circolare è fondamentale per sganciare la crescita economica dell'eE dall'utilizzo di risorse primarie e consentirebbe all'Europa di aumentare la produttività delle risorse fino al 3 % all'anno. Ciò comporterebbe un aumento del Pil del 7 % rispetto ad oggi e impatti positivi sull'occupazione e sull'ambiente.
    Nel 2021 la percentuale di utilizzo di materiali circolari nell'eE era pari all'11,7 % e andrebbe sempre più incentivata.

La digitalizzazione uno dei fattori di competitività su cui scommette la Ue

  • la digitalizzazione: il mercato globale delle Tic raggiungerà, secondo le previsioni, quota 6 000 miliardi di Eur nel 2023. Il valore aggiunto totale del settore Tic dell'Ue è stato superiore a 604 miliardi di Eur nel 2021, pari al 4,9 % del Pil dell'Ue.
    Tuttavia in un comparto così essenziale la quota dell'UE nel mercato globale è scesa dal 21,8 % nel 2013 all'11,3 % nel 2022.
    Vanno diffuse e aggiornate le tecnologie digitali fondamentali quali l’intelligenza artificiale, il calcolo quantistico, la microelettronica, il web 4.0, la realtà virtuale e e la cybersicurezza; La Commissione sta sviluppando un gemello digitale della Terra (Destination Earth) per la creazione di modelli e la simulazione dei fenomeni naturali, che sarà disponibile a metà 2024. Il gemello digitale degli oceani è previsto per la fine del 2024.
  • istruzione e competenze, con le transizioni verde e digitale, sempre più persone dovranno acquisire nuove competenze necessarie. Per questo motivo il Piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociail fissa l'obiettivo principale secondo cui entro il 2030 almeno il 60 % di tutti gli adulti dovrà partecipare ogni anno ad attività formative ed entro il medesimo anno il tasso di occupazione dovrà essere pari almeno al 78 %. E’ necessario agevolare la mobilità, rendendo più semplice il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche fra gli Stati membri così come il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche dei cittadini di paesi terzi e aumentare la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei giovani
  • commercio e autonomia strategica aperta: negli ultimi decenni l'eE ha tratto forza economica e politica dal fatto di essere una potenza commerciale, beneficiando dei vantaggi di un commercio aperto non solo in termini di merci, ma anche di servizi e di tutela della proprietà intellettuale. Due terzi delle importazioni dell'UE sono costituiti da fattori produttivi intermedi quali materie prime, parti e componenti che contribuiscono al processo produttivo. Le evidenze relative ai paesi dell'UE raccolte su un lungo arco di tempo mostrano che un aumento dell'1 % dell'apertura dell'economia è associato a un aumento dello 0,6 % della produttività del lavoro, continuando ad aprire mercati alle imprese dell’eE grazie a rapporti più profondi con gli alleati e i partner commerciali, salvaguardando i principi del commercio equo e affrontando i rischi in modo mirato.

Fonte: Commissione UE

Una serie di indicatori chiave di prestazione (Icp) monitorerà i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi e garantirà la necessaria attenzione politica e la capacità di risposta.

Allo stesso tempo, come detto, la Commissione si adopererà attivamente a favore della creazione di un quadro normativo più adatto alla competitività e alla crescita. In particolare, sarà dato nuovo impulso alla razionalizzazione degli obblighi di comunicazione in tutta la legislazione verde, digitale ed economica dell’Ue: le prime proposte previste entro l’autunno punteranno all’obiettivo di ridurre del 25 % l’incidenza di tale onere. La Commissione continuerà inoltre a valutare periodicamente la legislazione dell’Ue per garantire che rimanga all’altezza delle esigenze future e che venga recepita adeguatamente dagli Stati membri.

All’interno di una forte e mutevole concorrenza globale e di un contesto geopolitico nuovo e instabile, la competitività non può mai essere data per scontata. La presente comunicazione evidenzia i fattori principali necessari per una competitività a lungo termine, che tenga conto della loro interconnessione, sapendo che non esiste una risposta univoca alle sfide attuali che l'Unione ha di fronte.