Così vicine, così lontane. L'una resta la prima locomotiva d'Italia, la seconda arranca, spesso in difficoltà nel tenere il passo del resto del Nord. Ma come stanno oggi Lombardia e Piemonte? Il check-up di Bankitalia può essere una buona occasione per fare un confronto sull'andamento delle due economie, capire come stanno attraversando questa fase di crescita "zero virgola" dopo le percentuali a doppia cifra degli anni post Covid e con quali prospettive si avvicinano al nuovo anno. Le due indagini – coordinate da Paola Rossi a Milano e Cristina Fabrizi a Torino – diventano così una sorta di specchio.

Crescita

Tutte e due devono fare i conti con un calo sensibile del Pil rispetto a dodici mesi prima. In Lombardia (+3,1 nel 2022) la crescita acquisita alla fine del primo semestre del 2023 è dello 0,6% (in linea con il dato nazionale dello 0,7%). «Il rallentamento è iniziato nella seconda parte del 2022 e l'indicatore si è stabilizzato nei mesi del 2023 – Spiega Paola Rossi, responsabile divisione e analisi della sede di Milano di Banca d'Italia -. Tengo a sottolineare che siamo di fronte a un rallentamento e non a una recessione. Le attese sono di crescita su ritmi contenuti, ma di crescita». «In Piemonte la crescita del primo semestre si è affievolita rispetto a quella molto sostenuta dei due anni precedenti e le prospettive non sono favorevoli, ma possiamo parlare di un soft landing» analizza Cristina Fabrizi della Divisione analisi e ricerca economica di Banca d'Italia Torino.  Nei primi sei mesi il Pil del Piemonte è aumentato dell'1,3% rispetto al 2022 per poi scendere nel terzo trimestre.

Il Piemonte dell'export
Il Piemonte dell'export

Industria

In due indicatori – crescita ed export – il Piemonte fa meglio della Lombardia sotto la spinta dell'automotive. Ma è un fuoco isolato. Semplicemente l'industria che ruota attorno alle quattro ruote ha smaltito nel 2023 le commesse che aveva congelato negli anni precedenti per effetto della mancanza di componenti chiave per la produzione di auto e altri veicoli quali per esempio i microchip. Comunque a livello di produzione industriale il Piemonte, al netto degli effetti stagionali, è cresciuto dello 0,7 nel primo semestre, rispetto alla sostanziale stazionarietà della Lombardia e alla diminuzione dell'1,6% registrata a livello nazionale. Più marcato l'effetto automotive sull'export: il Piemonte nei primi sei mesi ha toccato un +15,6%, dato superiore sia al Nord Ovest (+6,6%) sia all'Italia (+4,2%). Se l'automotive è stato il settore trainante, sono andati comunque bene in quel primo scorcio dell'anno – poi il vento è cambiato – anche alimentare, chimica, macchinari, gomma e tessile. Sono cresciute le vendite in Francia e Germania e, in misura sostenuta, Stati Uniti (16%). In calo le merci destinate in Svizzera e Cina. La Lombardia invece ha registrato uno stop nell'export (+3,5%) dopo le crescite importanti degli ultimi anni. Pesa la diminuzione forte dei flussi verso la Germania (-7,1%) che le migliori performance verso Stati Uniti, Svizzera e, in misura minore, Cina, non hanno del tutto compensato.

La sorpresa

C'è un dato pero che colpisce nell'industria manifatturiera lombarda. Nonostante la crescita modesta sin dal primo semestre dell'anno (+0,5 su base annua rispetto al 6,3 del 2022) e l'ulteriore rallentamento nel terzo trimestre, l'81 per cento delle imprese conta di chiudere l'anno con un attivo: «E' un buon risultato anche nel confronto con gli ultimi dieci anni anche se va detto che gli scostamenti tra un periodo e l'altro sono molto contenuti. Comunque indicativo di una certa solidità delle imprese dopo un periodo certo non facile in cui hanno dovuto fare i conti con costi dell'energia molto elevati e problemi di approvvigionamento» spiega Rossi. E non è finita: «Per il 2024 – si legge nella relazione di Bankitalia Lombardia – lascia ben sperare il dato sull'industria, leggermente migliore rispetto a quello nazionale». Redditività e liquidità delle imprese sono rimaste elevate anche in Piemonte «fattore positivo in una congiuntura non brillantissima» riassume Fabrizi.

Occupazione

In Piemonte l'occupazione viene misurata in crescita dell'1,4%, in Lombardia dell'1,5%. Nel primo caso l'incremento ha coinvolto sia uomini, sia donne e il tasso di attività ha raggiunto il 71,5%. Sul fronte della disoccupazione in Piemonte il tasso è sceso al 6% e il saldo tra contratti attivati e cessati nel primo semestre ha dato un risultato positivo: +26mila assunti. Superiore rispetto al 2022, ed è uno dei pochi dati in cui l'ultimo anno fa meglio del precedente. In Lombardia il tasso di disoccupazione si attesta al 4,4% su valori inferiori a quelli del 2019, dunque pre-Covid. Le nuove posizioni lavorative nel primo semestre sono state 85mila, con un incremento di quelli a tempo indeterminato. A trainare le assunzioni il comparto dei servizi, con commercio e ristorazione in evidenza.

Il mercato del lavoro in Lombardia
Il mercato del lavoro in Lombardia

Costruzioni

In Lombardia il settore ha rallentato a causa del minor supporto del Superbonus, ma la crescita è stata comunque positiva con un incremento del volume d'affari di quasi il 9% (8,9 per la precisione). E le previsioni restano positive anche in prospettiva. E «attese ancora moderatamente positive nelle costruzioni» compaiono anche nell'indagine di Bankitalia Torino.

La curiosità

Nell'indagine della Lombardia spicca un dato: la spesa dei turisti stranieri è aumentata in media del 24%, un incremento più alto della media italiana. «Da più indicatori, a cominciare dai passaggi in aeroporto, abbiamo registrato un aumento negli arrivi da altri Paesi – aggiunge Rossi -. Di sicuro ha inciso il ritorno a pieno ritmo dell'attività fieristica con eventi come il Salone del mobile per citarne uno che attraggono molti operatori dall'estero. Ma abbiamo registrato incrementi di stranieri anche nelle province di Como e di Sondrio».

La carta Pnrr

E' la carta su cui ci si aggrappa in Piemonte come in Lombardia per superare questa fase di nuovo da "zero virgola". «Un contributo alla crescita e agli investimenti» chiosa Fabrizi. In Piemonte sono attesi progetti per un valore complessivo di 8,2 miliardi con procedure già avviate per 2,9 miliardi (il 40% del totale, inferiore alla media nazionale, ma superiore a quella del Nord). In Lombardia i fondi assegnati attraverso il Pnrr e il Piano nazionale complementare per interventi nella regione sono pari a 13,8 miliardi.