Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato mercoledì 27 settembre 2023 la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef) 2023, che delinea gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2024-2026.
La Nadef è il documento ufficiale che il Governo italiano presenta alle Camere ogni anno per aggiornare le previsioni economiche e finanziarie relative al Def (Documento di Economia e Finanza).ed è dunque propedeutico alla successiva approvazione della Legge di Bilancio 2024.

Come previsto, la situazione economica internazionale (in particolare europea), l’attuale politica monetaria restrittiva, con il conseguente aumento dei tassi d’interesse, e il protrarsi della guerra in Ucraina hanno causato un rallentamento dell’economia.
Le stime di crescita per il 2023-2024 nel nostro Paese sono state dunque riviste al ribasso rispetto a quelle più rosee precedenti.

Al dato del primo trimestre, caratterizzato da un sostanzioso incremento congiunturale (+0,6 per cento), ha fatto infatti seguito nel secondo trimestre una contrazione del prodotto interno lordo di quattro decimi. La crescita nei confronti dello stesso trimestre dell’anno precedente si è portata a 0,4 punti percentuali. Il dato, pur risultando su base tendenziale il decimo incremento consecutivo del prodotto interno lordo, segnala una significativa decelerazione del ritmo di crescita del PIL. Il settore dei servizi, che aveva mostrato una decisa risalita fino ai primi mesi dell’anno, ha rallentato e non è più riuscito a compensare la contrazione del comparto industriale iniziata nella seconda parte dello scorso anno. La fase di espansione della domanda interna, e in particolare degli investimenti, si è – sia pur solo temporaneamente – arrestata.

Fonte: Nadef 2023 - riproduzione parziale tavola II.3


L’inflazione, tuttora lungi dal calare, richiede poi ulteriori sostegni alle famiglie, in particolare a quelle con redditi più bassi, e una pressione fiscale minore. Su questo punto il Governo prevede una riduzione anche nel 2024, grazie alla conferma del taglio del cuneo fiscale sul lavoro, e si pone come obiettivo l’avvio di una prima fase di una riforma più significativa.

Anche le previsioni sull’indebitamento netto in rapporto al Pil, di conseguenza, sono più prudenti, con un rialzo in particolare nel 2024. Peraltro, l’aggiustamento strutturale prefigurato e l’andamento dell’aggregato di spesa di riferimento sono ritenuti in linea con la Raccomandazione del Consiglio europeo e con quello che si ritiene sarà il futuro assetto delle regole di bilancio dell’Unione Europea. Si annunciano anche più incisive misure per il contenimento della spesa pubblica.
Per quanto riguarda il debito pubblico, si continua a sottolineare come i bonus edilizi comportino un forte incremento del fabbisogno pubblico anche nel corso della legislatura attuale per tutto il 2023.
Ciononostante, la programmazione dei saldi di bilancio e gli sforzi di valorizzazione e successiva parziale privatizzazione di alcuni asset pubblici consentiranno, secondo la Nadef, di ottenere un moderato calo del rapporto debito/Pil, che dovrebbe risultare poi più rapido una volta superati gli effetti negativi sul saldo di cassa dovuti al famigerato Superbonus, con l’obiettivo di tornare ai livelli pre-crisi entro la fine del decennio.
Il saldo di bilancio sconta anche l’incremento dello stock di debito pubblico conseguente agli interventi di scostamento adottati nel periodo pandemico.

 

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Volendo riassumere i principali numeri, la previsione di crescita annuale del Pil in termini reali del 2023 scende dall’1,0 per cento del precedente Def allo 0,8 per cento e la proiezione tendenziale a legislazione vigente per il 2024, dall’1,5 per cento all’1,0 per cento. Resta invece sostanzialmente invariata, rispetto al Def, la proiezione tendenziale di crescita del Pil per il 2025, all’1,3 per cento, mentre quella per il 2026 migliora dall’1,1 per cento all’1,2 per cento.

Riguardo agli obiettivi di indebitamento netto in rapporto al Pil, il documento indica un deficit tendenziale a legislazione vigente del 5,2 per cento nel 2023, del 3,6 per cento nel 2024, del 3,4 nel 2025 e del 3,1 per cento nel 2026.
Nello scenario programmatico il deficit, che influenzerà la prossima Legge di Bilancio in termini di stanziamenti possibili, è del 5,3 per cento nel 2023 e del 4,3 per cento nel 2024, mentre le proiezioni per il 2025 e il 2026 sono previste rispettivamente al 3,6 per cento e al 2,9 per cento.

Fonte: Nadef 2023

Nel 2024 e 2025, il rapporto debito/Pil calerà lievemente, fino al 139,9 per cento, anche grazie ad un parziale utilizzo delle disponibilità liquide del Tesoro e all’avvio di un piano di dismissioni di partecipazioni dello Stato. Nel 2026 il rapporto si ridurrebbe ulteriormente scendendo al 139,6 per cento, un livello inferiore rispetto all’obiettivo del 140,4 per cento indicato dal Def.

Il tasso di disoccupazione è previsto viceversa in riduzione al 7,3 per cento nel 2024 (dal 7,6 per cento previsto per il 2023). Secondo l’indagine sulle forze di lavoro, il numero di occupati, consolidando la scia di incrementi in corso da novembre 2022, si è portato al di sopra dei 23,5 milioni. Di conseguenza, a giugno il tasso di occupazione ha raggiunto il valore massimo in serie storica, il 61,5 per cento, diminuendo solo lievemente, al 61,3 per cento, in luglio.