“Una follia”. L’ultima soluzione per i rifiuti romani solleva polemiche in Svizzera. Nell’attesa di poter accendere nell’ottobre 2026 l’inceneritore di Santa Palomba, a Pomezia, l’amministrazione capitolina e l’Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa di rifiuti, hanno stretto accordi e firmato contratti per trasportare all’estero 470mila tonnellate di rifiuti l’anno. Un’operazione che a conti fatti costerà più di mezzo miliardo nel triennio 2023-2025. Ma che c’entra la Svizzera con questo piano che ha come obiettivo evitare altre emergenze rifiuti in città, in particolare in vista del Giubileo?

Novecento tonnellate ogni settimana

I treni che ogni settimana trasporteranno novecento tonnellate di spazzatura da Civitavecchia in Olanda al termovalorizzatore di Westeliijk Havengebied dopo un viaggio di 1600 chilometri passeranno per la Svizzera, utilizzando la nuova direttrice Alp transit (San Gottardo, Ceneri e Loetschberg) realizzata per incrementare ancora di più il trasferimento delle merci dalla gomma alla rotaia (oggi pari ai due terzi del traffico di Tir). Una grande infrastruttura nella quale la Confederazione Svizzera ha investito la bella cifra di 24 miliardi e che ha un effetto non da poco sui portafogli dei contribuenti elvetici: 70 milioni l’anno almeno fino al 2030. Di qui la polemica sollevata sulla tv svizzera italiana dal consigliere nazionale socialista Bruno Storni, ingegnere, esperto di trasporti, che ha presentato anche un'interrogazione in Parlamento: “Il trasporto in treno via Alptransit dei rifiuti, sussidiato dalla legge svizzera sul trasferimento, è una follia. Si rischia, così facendo, di penalizzare il traffico passeggeri, in particolare nella nuova galleria del Ceneri che è ai limiti delle sue capacità operative. Ma c’è di più: agli occhi dei contribuenti elvetici un investimento di questa portata non è stato fatto per spostare immondizia tra una nazione e l’altra. E soprattutto non hanno nessuna intenzione di contribuire allo smaltimento del pattume romano”.

Il tweet del consigliere elvetico socialista Bruno Storni

Concetti ribaditi anche da altre voci sui media svizzeri negli ultimi giorni tanto che ora si teme un rincaro dei costi del pedaggio. Ecco, una grana della quale il sindaco Roberto Gualtieri avrebbe fatto volentieri a meno. Ma d’altronde non c’è alternativa al tour all’estero dei rifiuti (oltre che in Olanda la spazzatura della capitale viene smaltita anche in Austria, Germania e Svezia). I tecnici dell’Ama, secondo quando ha ricostruito l’agenzia Dire, hanno lavorato cinque mesi a questo piano ponte per arrivare alla fatidica accensione del termovalorizzatore che il sindaco ha voluto quasi contro tutti e tutto. Ma già si sono cautelati con una clausola in tutti i contratti: un’opzione per il prolungamento di altri due anni qualora qualcosa dovesse andare storto e l’avvio del termovalorizzatore slittasse ancora.

In tre anni cento milioni di spesa in più per l'Ama

 In ogni caso l’impatto ambientale del trasporto dei rifiuti all’estero appare inferiore rispetto al deposito in discarica (Peraltro la capitale è orfana dell’impianto di Malagrotta, la più grande pattumiera d’Europa, dopo la chiusura imposta da Bruxelles). Ma in Svizzera viene comunque visto come un’assurdità. Ancora Storni: “È evidente che le discariche inquinano ma che senso ha opporsi a un termovalorizzatore per poi bruciare quella stessa immondizia in Olanda, dopo un viaggio di 1600 chilometri? La lotta contro i cambiamenti climatici la si fa anche riducendo i trasporti inutili”. E non è finita. Questo tour europeo dei rifiuti avrà effetti pratici anche sulle tasche dei romani. Ama spenderà circa 170 milioni l’anno, 30 in più rispetto al 2022. Che moltiplicato per tre vuole dire praticamente 100 milioni in più da mettere a bilancio. Da qualche parte dovranno rientrare. Scontato un altro aumento della Tari. E c’è chi vede questo nuovo salasso come l’ultima eredità dell’amministrazione a 5 Stelle guidata da Virginia Raggi, da sempre contraria all’inceneritore.