Il Salone Internazionale del Libro di Torino – che in maggio ritrova gli appuntamenti in presenza dopo due anni d’interdizione – è l’occasione anche per fare il punto – grazie ai dati diffusi dall’AIE, l’Associazione Italiana Editori – sullo stato di salute dell’editoria in Italia nel 2021, con fatturati e vendite in crescita, l’audiolibro che si fa spazio, la minaccia della pirateria e l’incubo della penuria di carta. E per riflettere sui dati dei primi quattro mesi del 2022 che, invece, registrano per la varia una flessione del 3,7% in valore e del 2,5% del numero di copie.
Il mercato editoriale
Con oltre 33 miliardi di euro l’Europa rappresenta il 60% del mercato editoriale mondiale, l’Italia è al sesto posto, quarta nel Continente, con oltre 3 miliardi di euro.
La crescita della varia
Se si escludono e-book e audiolibri il nostro Paese è cresciuto del 16% rispetto al 2020, battuto in Europa solo da Francia e Spagna che hanno segnato un + 20 per cento.
La multimedialità
Nel dettaglio i libri a stampa, esclusa l’editoria scolastica, lo scorso anno hanno realizzato 1,701 miliardi con un incremento di 229 milioni sul 2020, per un totale di 115,6 milioni di copie (+18%) che hanno compensato la riduzione del prezzo medio di copertina, sceso a 14,72€, il 2,4% in meno rispetto all’anno precedente.
In aumento anche i titoli pubblicati con oltre 85mila novità, il 22,9% in più rispetto al 2020, mentre diminuiscono gli e-book, che scendono da più di 52mila a circa 49mila, con un calo del 5,6 per cento.
Interessante il dato dell’incremento ripartito tra carta, e-book e audiolibri, che segnala una modifica nel “consumo di lettura” e che varrà la pena approfondire: rispetto al 2020 su un totale di 1 miliardo e 811 milioni, la carta segna +16%, l’e-book -11% e gli audiolibri +37 per cento.
I canali
La ripartizione delle vendite per canali vede il recupero delle librerie fisiche, che hanno venduto per 876 milioni contro i 752,2 dell’anno precedente, la crescita costante dell’online (da 633 a 739,9 milioni) e il calo della grande distribuzione che è scesa da 86,8 a 85,1.
Il catalogo resta strategico
La crescita del mercato ha riguardato tutti i macro generi, ma la manualistica e i libri per bambini e ragazzi hanno segnato rispettivamente un aumento del 37,2 e del 19,3 per cento. Il 2021 ha confermato quanto sia importante per gli editori il catalogo, che vale 1.113 milioni contro i 588 delle novità.
Nei primi quattro mesi del 2022 la varia (romanzi e saggi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione) è in flessione del 3,7% in valore (469,1 milioni di euro) e del 2,5% per numero di copie (31,585 milioni) rispetto ai primi quattro mesi del 2021, ma se il raffronto avviene con gli stessi mesi del 2019, cioè prima della pandemia, l’incremento è del 16% in valore e del 17,1% per numero di copie.
L’AIE venerdì 20 maggio al Salone dedicherà una mattinata al confronto tra editori con l’incontro “Il mercato del libro nei primi quattro mesi del 2022. Nuovi generi e formati, la rivoluzione dei canali e social network: dove va l’editoria”, dalle 11 alle 12.30 in Sala Blu.
L’Italia che non legge
I lettori in Italia continuano a diminuire, ma chi legge legge di più. Questo è il ritratto impietoso, solo il 56% di italiani tra i 15 e 75 anni ha letto libri di qualsivoglia genere nel 2021 e la media di libri letti è salita da 7,2 a 7,8 rispetto al 2020. In aumento tra i non lettori coloro che hanno un basso titolo di studio, i forti fruitori di pay per view e social, i residenti al Sud e i maschi.
La metà dei lettori legge tre titoli all’anno, mentre crescono i cosiddetti “lettori forti” (da 7 a 11 e oltre 12 libri all’anno) sono passati dal 19% del 2020 al 23% del 2021 e acquistano sempre di più: quasi il 60% delle copie vendute.
Due emergenze: la pirateria e la penuria di carta
Durante la pandemia è ancora cresciuto il fenomeno della pirateria di libri a stampa, ebook e audiolibri. La seconda analisi commissionata dall’AIE all’istituto di ricerca Ipsos traccia un quadro inquietante. Nel 2021 si sono compiuti 322.000 atti di pirateria al giorno, in crescita del 5% rispetto al 2019, con una perdita conseguente di 771 milioni di euro di fatturato, pari al 31% del valore complessivo del mercato al netto di editoria scolastica ed export. Conteggiando le attività collegate, come logistica e servizi, una perdita di 1,88 miliardi di fatturato, un mancato gettito fiscale di 322 milioni di euro e 5.400 posti di lavoro perduti, che diventano 13.100 con l’indotto. Il fenomeno coinvolge più di un italiano su tre sopra i 15 anni (il 35%), il 56% dei professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri) e l’81% degli studenti universitari. La pirateria colpisce tutte le industrie creative, ma gli editori chiedono campagne di contrasto come fatto con buoni risultati per gli abbonamenti alle tv.
L’industria editoriale deve fronteggiare ora un’altra criticità: la penuria e il rincaro della carta e l’aumento dei costi di stampa, dall’inchiostro ai trasporti all’energia, che rischiano di danneggiare l’equilibrio economico delle case editrici. E in casi estremi, impedire l’uscita dei volumi.
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