New York. Un anno di lockdown non ha invertito le tendenze in atto da anni nel mondo del lavoro americano. Dall’automazione che svuota le fabbriche, al lavoro a distanza che desertifica i centri-città, dalle vendite online che chiudono i centri commerciali, fino al boom nei servizi a domicilio, ai malati e agli anziani che offrono occupazione abbondante ma precaria.
Anche il calo nel ritmo della creazione di impieghi è destinato a continuare: secondo una recente proiezione del dipartimento al Lavoro Usa, nei prossimi dieci anni i posti aumenteranno dello 0,4% ogni anno mentre la manodopera disponibile crescerà dello 0,5%.
Un miraggio la piena occupazione
I lavoratori americani, soprattutto quelli meno qualificati, già duramente colpiti dalla pandemia, si trovano dunque ad affrontare un mercato del lavoro sempre più competitivo, con sempre meno operai e segretarie e sempre più infermieri, badanti e psicologi. E dove la piena occupazione sarà un miraggio. Questo, almeno, è lo sviluppo più realistico dei grandi trend in corso. Ma alcuni elementi emersi in risposta alla pandemia potrebbero cambiare le previsioni.
In primis, l’iniezione mastodontica di denaro nell’economia Usa del governo del presidente democratico Joe Biden, che ha già varato un pacchetto di aiuti da 1.900 miliardi di dollari e si appresta a proporre investimenti nelle infrastrutture, nella formazione e nell’istruzione per altri 4mila miliardi. Intanto la resilienza di alcune economie locali, che durante la pandemia si sono mostrate meglio posizionate per resistere ai cambiamenti in corso, porterà a una crescita diseguale negli States.
Per cominciare, la fotografia scattata dal dipartimento al Lavoro rivela un’America a due velocità dal punto di vista demografico, dove età e istruzione (ma anche sesso) sono i fattori discriminanti. Secondo un rapporto del mese di marzo, circa 11,5 milioni di lavoratori statunitensi over 50 potrebbero essere rimpiazzati da un robot di qui al 2029. E al momento i datori di lavoro non hanno incentivi per riqualificarli e ridistribuirli. Si tratta soprattutto di manovratori di macchinari pesanti e di addetti alla catena di montaggio (posti occupati soprattutto da uomini), di assistenti amministrativi e contabili (prevalentemente donne). Nel complesso, le donne rappresentano il 47% dei lavoratori che perderanno il posto a causa dell’automazione, ma potrebbero accaparrarsi il 58% della crescita netta dell'occupazione entro il 2030, a causa della forte rappresentanza femminile nelle professioni sanitarie e di cura personale.
I salari medi
Un’altra tendenza mette in luce il progressivo svuotamento del serbatoio degli impieghi a salario medio. L’analisi del ministero Usa suggerisce che questi potrebbero diminuire di 3,4 punti percentuali come quota dell'occupazione nazionale entro il 2029. Il modello mostra anche che l'occupazione nei lavori a basso salario diminuirà di 0,4 punti, mentre quelli a salario più alto cresceranno del 3,8%.
La produzione manifatturiera, ad esempio, perderà 444.800 posti di lavoro prima del 2029, più di qualsiasi altro settore. Allo stesso tempo le tre professioni più ricercate nei prossimi anni, "ausili per la casa, salute e cura della persona”, “fast food” e "cuochi di ristoranti”, offrono stipendi tra i 22.000 e i 27.000 dollari l'anno lordi senza contributi e forniscono in prevalenza impieghi temporanei. Una tendenza che secondo Michael Reich, direttore dell’Istituto per la ricerca sul lavoro dell’Università di Berkeley, può essere mitigata da interventi governativi già varati o proposti che finanziano l'istruzione e la formazione professionale, introducono permessi di malattia o di famiglia pagati e innalzano lo stipendio minimo a 15 dollari l’ora. «Creare percorsi di carriera per aiutare le persone a trovare fonti di futuri posti di lavoro con salario medio sarà essenziale per sostenere la classe media Usa — spiega —. Gli interventi legislativi aiuteranno anche a far crescere i tassi di partecipazione alla forza lavoro, che sono attualmente ben al di sotto delle tendenze di lungo periodo. Mi aspetto dunque che la disoccupazione scenda, almeno nei prossimi due anni». A detta dell’esperto di mercato del lavoro, anche un cambiamento nelle relazioni di lavoro degli Stati Uniti, in uno che enfatizzi la cooperazione tra i sindacati e la proprietà per la creazione di nuove competenze, potrebbe portare a più posti nel settore manifatturiero. Ma anche qui solo nel breve termine. «A lungo termine nulla la tendenza a un’emorragia nel settore manifatturiero americano», spiega.
Un report del McKinsey Global Institute
Intanto un nuovo rapporto del McKinsey Global Institute, “The future of work in America”, ha analizzato nel dettaglio più di 3.000 contee e 315 città Usa e scoperto che dall’ultimo, difficile anno, stanno emergendo due Americhe: quella delle città ad alta crescita (con forte concentrazione di servizi tecnologici e alle aziende) e le aree rurali o i piccoli centri non universitari. Le 25 megalopoli e le loro periferie, ad esempio, rappresenteranno circa il 60% della crescita netta dell'occupazione entro il 2030, sebbene diano una casa al 44% della popolazione americana. Alcune città di media taglia, inoltre, soprattutto nella zona temperata degli Usa, che attirano i pensionati, stanno cavalcando un'onda di crescita grazie all'aumento della popolazione anziana. L'occupazione qui potrebbe aumentare del 15% grazie alla domanda di assistenza sanitaria e altri servizi. E le città universitarie potrebbero registrare una crescita dell'occupazione dell'11% nel prossimo decennio.
All'altro estremo, il decennio a venire potrebbe essere difficile per le aree rurali, che rappresentano il 20% dei posti di lavoro oggi, ma potrebbero generare solo il 3% della crescita dell'occupazione fino al 2030. Il modello McKinsey indica anche una crescita anemica dell'1% dell'occupazione nelle oltre 1.100 contee americane rurali. Alcune, grazie a una migliore posizione geografica, si salveranno in parte grazie al turismo. Ma le circa 970 contee che si trovano già in affanno perderanno il 3% dell’occupazione.
Strategie e middle class
Un quadro che provoca la riflessione, in definitiva: perché minimizza gli effetti della pandemia, che secondo Reich a lungo termine avrà solo accelerato le tendenze in corso verso un maggiore telelavoro e una crescita nel settore della salute, perché affida all’Amministrazione Biden il ruolo di ammortizzare i cambiamenti in atto, rendendoli meno traumatici per la middle class americana. E, infine, perché rivela la lungimiranza delle economie locali che hanno investito nel turismo, nell’ambiente, nelle università e nei servizi per gli anziani.
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