Il pacchetto delle misure previste dalla legge di Bilancio 2024 a favore delle famiglie colpisce per un’insistenza e per un’omissione.

La prima è l’espressione avere “almeno due figli”, ripetuta in più occasioni come condizione per accedere a specifiche agevolazioni quali l’extra bonus contributivo, il bonus asili nido o la maggiorazione del nuovo incentivo per le assunzioni: è un segnale esplicito di un impegno programmatico del governo Meloni verso le famiglie con più figli, le madri lavoratrici e il contrasto alla denatalità.

L’omissione sembra, però, andare nella direzione opposta o, quantomeno, attenuare di molto la portata reale di questa ambiziosa strategia. Infatti, la manovra per il prossimo anno non contiene alcun riferimento all’assegno unico per i figli (Auf), il nuovo strumento con il quale dal 2022 era stata unificata la pletora di agevolazioni esistenti in favore delle famiglie. Dopo la fase di avvio, il potenziamento della quota universale dell’assegno unico, quella cioè spettante a tutti i nuclei con figli a prescindere dal reddito, era invece considerato come il passaggio fondamentale da compiere perché l’Auf, oltre a rispondere a esigenze di assistenza sociale, iniziasse anche a produrre importanti effetti di rilancio della natalità.

Esito contraddittorio

Come si spiega questo esito, apparentemente contraddittorio, della legge di Bilancio 2024 rispetto alle famiglie? Da una parte, dopo un anno di violenti rincari dei prezzi e in un contesto problematico per le finanze pubbliche, l’Esecutivo di centro-destra sceglie di concentrare le limitate risorse disponibili sul sostegno ai redditi più bassi, con l’alleggerimento dell’Irpef per i primi due scaglioni e con la conferma del taglio al cuneo contributivo per i lavoratori dipendenti. Dall’altra, c’è cautela per la procedura di infrazione aperta contro l’Italia a a livello europeo proprio sull’assegno unico, tanto che persino le risorse non utilizzate nel 2022-2023 in questo ambito, stimate in due 2 miliardi, vengono dirottate altrove. 

Vediamo, allora, misura per misura quali sono i principali provvedimenti per le famiglie contenuti nella legge di Bilancio proposta dal Governo, tenuto conto che il testo in uscita dal Parlamento a fine dicembre potrà risultare diverso rispetto a quello attuale.

Due figli? Non si pagno i contributi

Alle donne lavoratrici che abbiano almeno due figli viene annullata la quota di contribuzione previdenziale a loro carico. L’esonero, valido solo per le dipendenti con contratto a tempo indeterminato (escluse le collaboratrici domestiche), viene riconosciuto nel limite annuo massimo di 3mila euro, da riparametrare su base mensile. La decontribuzione dovrebbe avere, in teoria, una durata differenziata: fino ai 10 anni del secondo figlio per le lavoratrici con due figli; fino ai 18 anni del figlio più piccolo per le lavoratrici con 3 o più figli. Si tratta, tuttavia, di una norma sperimentale, coperta solo per il 2024.

Questa misura rappresenta, per le donne, un taglio ulteriore del cuneo contributivo rispetto a quello già riconosciuto alla generalità dei lavoratori dipendenti e che viene ora rinnovato anche per il prossimo anno: sette punti in meno per i redditi fino a 25 mila euro e sei punti in meno per i redditi fino a 35 mila euro, con l’esclusione però da questo beneficio della tredicesima mensilità.

Bonus asili nido

Il contributo spetta ai genitori di minori fino a 3 anni, anche adottati o in affidamento, per sostenere le spese per le rette degli asili nido oppure per pagare l’assistenza domiciliare per minori con patologie che non possono frequentare il nido.

La novità per i soli nati dopo il 1° gennaio 2024 - purché sia già presente un altro figlio sotto i 10 anni - è l’incremento del bonus a 3.600 euro annui (11 mensilità da 327 euro ciascuna) nei nuclei familiari con Isee fino a 40mila euro.

In assenza di un altro figlio, restano valide le regole attuali: l’importo erogabile è pari a 3mila euro per la prima fascia Isee (fino a 25mila euro), a 2.500 euro per la seconda (da 25.001 a 40mila euro) e a 1.500 euro per la terza. In questi casi, l'importo spettante è erogato in un’unica soluzione.

Congedo parentale

Il congedo facoltativo, che si aggiunge all’indennità di maternità obbligatoria di 5 mesi e può essere utilizzato nei primi 12 anni di vita del figlio, è attualmente di 9 mesi: 3 per ciascun genitore e altri 3 in alternativa tra padre e madre. Già da quest’anno uno di questi mesi viene indennizzato all’80% della retribuzione. Con la legge di Bilancio 2024 c’è un ulteriore mese coperto al 60%, mentre tutti gli altri resteranno al 30 per cento.

Calcolo dell’Isee

Nel calcolo dell'Isee familiare non vanno più considerati i titoli di Stato italiani fino a un valore complessivo di 50mila euro. 

Prodotti per l’infanzia

Indietro tutta del Governo sull’aliquota Iva ridotta al 5% per i prodotti della prima infanzia (come pannolini, latte, pappe, seggiolini per auto) e per i dispositivi igienici femminili non compostabili. Introdotto dalla Legge di Bilancio 2023, questo sconto non ha funzionato perché spesso non è stato trasferito sul prezzo finale al pubblico. Dal prossimo anno, quindi, l’aliquota torna al 10% sugli alimenti e sui pannolini e al 22% sui seggiolini.

Acquisto beni prima necessità

La carta «Dedicata a Te» per la spesa dei beni di prima necessità, riservata a chi ha un Isee sotto i 15mila euro, viene riproposta nel 2024 con un incremento della dotazione di 600 milioni di euro.  La somma viene erogata tramite una carta prepagata e ricaricabile. Il nuovo importo e le modalità di erogazione saranno definiti da un decreto del ministero dell’Agricoltura.

Bonus sociale per luce e gas

Il bonus sociale sulle bollette di luce e gas resta attivo anche per i tre mesi di gennaio, febbraio e marzo del prossimo anno, ma con risorse dimezzate.  Le modalità di applicazione del bonus dovranno essere definite dal Governo insieme all’Arera, l’autorità di regolazione per l’energia: non è ancora chiaro, quindi, se i destinatari saranno quelli del bonus ordinario fino a 9.530 euro di Isee (beneficio di circa 71 euro) oppure i nuclei con Isee fino a 15mila euro (contributo attorno ai 46 euro).

Canone Rai

Venti euro di “sconto”: dal 2024 il canone annuale per il servizio pubblico radiotelevisivo passa, infatti, da 90 a 70 euro, sempre suddivisi in rate nella bolletta elettrica.

Assunzioni agevolate

La riforma fiscale prevede una nuova modalità di agevolazione per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2024. Ne sono destinatarie le imprese che il prossimo anno incrementeranno il numero dei propri occupati. Si tratta di una deduzione fiscale sull’imponibile Ires (società di capitali) o Irpef (società di persone e professionisti) dell’intero costo del lavoratore maggiorato al 120%, oppure al 130% in caso di categorie svantaggiate come donne con almeno due figli minori, giovani Neet, disabili e ex percettori di RdC.

Fringe benefit

Due le novità in arrivo per i fringe benefit, i beni e servizi ceduti dai datori di lavoro ai dipendenti, comprese le somme erogate per il pagamento delle utenze domestiche, quelle per le spese dell’affitto o per gli interessi sul mutuo. Dal 2024, la quota esente da tassazione sarà innalzata a mille euro per tutti i lavoratori, rispetto all’attuale limite di 258, 23 euro. Per i lavoratori dipendenti con figli a carico, il tetto massimo scenderà da 3mila a 2mila euro.

Eugenia Roccella, ministro per la famiglia nel governo Meloni

Prima casa e mutui per under 36

Si confermano anche per il 2024 le agevolazioni connesse all'acquisto delle prime case.  In particolare, viene riproposta la garanzia dello Stato sui mutui casa fino all’80% del valore dell’immobile, con Isee fino a 40mila euro, per giovani under 36 e famiglie monogenitoriali con figli minori (50% negli altri casi). Viene prorogata la possibilità di ottenere una sospensione di 18 mesi nel pagamento delle rate al verificarsi di situazioni di temporanea difficoltà (Fondo Gasparrini), ma dovrebbero decadere le particolari disposizioni agevolative decise durante l’emergenza Covid.

In questo contesto, resta sempre detassato l’acquisto della prima casa per i giovani con meno di 36 anni, e con un valore dell'Isee non superiore a 40mila euro annui. All’atto dell’acquisto spetta l'esenzione dall'imposta di registro, ipotecaria e catastale. Inoltre, in caso di acquisto da un contribuente soggetto a Iva (l’impresa che ha costruito o ristrutturato) è riconosciuto anche un credito d’imposta pari all’imposta pagata. È prevista, inoltre, l’esenzione dall’imposta sostitutiva per i finanziamenti erogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili ad uso abitativo..

Non autosufficienti

La legge di Bilancio 2024 non prevede una dotazione finanziaria per l’avvio della legge 33 sulla non autosufficienza delle persone anziane, attesa al debutto proprio il prossimo anno: approvata lo scorso marzo, tale normativa delega infatti il Governo ad adottare entro il prossimo gennaio i decreti attuativi della riforma.

Polemiche anche sulla dotazione del Fondo per le disabilità.