Gli oltre cento direttori delle Risorse Umane delle più importanti aziende che operano in Italia, gli esperti e i rappresentanti di istituzioni e Pubblica amministrazione, sindacati e associazioni imprenditoriali che si sono confrontati e hanno dialogato al secondo “Forum sul lavoro nella società attiva” organizzato nell’università di Scienze Gastronomiche a Pollenzo, ai piedi delle Langhe, da JobsLab Synergie – non hanno dubbi: pubblico e privato devono concordare una strategia comune per promuovere l’occupazione, l’inserimento e il reinserimento professionale, la formazione di base e permanente.
Un cambio di passo
Serve un cambio di passo per fronteggiare con efficacia un cambio di scenario che ha profondamente modificato e ancor più modificherà il mondo del lavoro. «Non è più possibile guardare ai vari attori del mondo del lavoro come a un sistema in competizione» ha detto in videocollegamento la ministra del Lavoro, Marina Calderone. Lo stesso invito è stato espresso tra gli altri da Paolo Reboani, senior researcher Istat («Serve collaborazione virtuosa per spendere i 4,5 miliardi disponibili per le politiche attive verso i target più critici, giovani, neet e donne, non bastano i soli Centri per l’impiego ») e dal segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia: «È tempo di politiche attive, la grande riforma che manca a questo Paese. Le risorse sono molte, ma lo Stato non può fare da solo. La collaborazione tra pubblico e privato è fondamentale e deve includere le parti sociali. Cominciamo dai lavoratori a tempo determinato, diamo loro formazione e ricollocazione».
Il progetto di Garesio
La due giorni nel Cuneese è stata organizzata da JobsLab Synergie – il laboratorio per le politiche del lavoro e le relazioni industriali nato a Torino quasi un anno fa e presieduto da Giuseppe Garesio, amministratore delegato di Synergie Italia - Agenzia per il lavoro con sede sotto la Mole –, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Bra e il sostegno di Autostrade, Intesa Sanpaolo, Synergie Italia, Camera di commercio di Cuneo e Fondazione Crc. JobsLab Synergie è un’associazione indipendente senza scopo di lucro. L’organizzazione del forum annuale – che ambisce a diventare un punto di riferimento per le tematiche del lavoro come il forum Ambrosetti a Cernobbio lo è per l’economia – ha l’obiettivo di rendere permanente il confronto tra tutti gli attori e favorire così proposte e soluzioni concrete alle grandi sfide del futuro.
Giuseppe Gherzi, già direttore dell’Unione Industriali di Torino, presiede il Comitato tecnico scientifico indipendente di JobsLab: con lui abbiamo riepilogato i principali argomenti discussi a Pollenzo e fatto il punto sulle sfide future.
Dottor Gherzi, come si finanziano le politiche attive?
«Bisogna via via ridurre il ricorso agli ammortizzatori sociali e privilegiare la rioccupazione dei lavoratori. Nei prossimi anni assisteremo a un ulteriore radicale cambiamento del mondo del lavoro e bisognerà superare la complicità tra le parti sociali, imprese e sindacati, che in passato ha fatto scegliere la strada più semplice, cioè accompagnare i lavoratori delle aziende in crisi verso la pensione. Bisognerà invece favorire la riconversione delle imprese e dei lavoratori in modo da ricollocare questi ultimi in altre posizioni. Dobbiamo tutelare il lavoro, non il posto di lavoro».
La formazione professionale, anche permanente, sarà fondamentale?
«Dovremo rivedere i percorsi di formazione professionale per i giovani, investendo sulla formazione culturale delle famiglie, che spesso hanno una visione distorta dell’industria manifatturiera; dobbiamo sconfiggere l’idea della fabbrica anni Sessanta, sporca e puzzolente, se posso usare un’immagine forte. Al contrario bisogna trovare i modi per presentare con chiarezza quali saranno le esigenze del mondo del lavoro in uno scenario prossimo di almeno sei o sette anni. Dovremmo organizzare eventi per raccontare a genitori e figli come il lavoro è stato cambiato dalla tecnologia e come continuerà a cambiare in modo vorticoso. Le imprese dal canto loro dovranno investire sulla formazione permanente delle risorse, coinvolgendo il settore pubblico e il sindacato. Distretto Italia, l’iniziativa promossa dal consorzio Elis con le più grandi aziende italiane e i centri di formazione, va in questa direzione: orientamento, formazione e inserimento degli specialisti che servono alle imprese. Sono così iniziate quattro “Scuole dei Mestieri” con corsi per posatori di fibra ottica, responsabili di cantiere e impiantisti elettrici con cnque settimane di formazione e poi l’avvio al lavoro, e il corso per programmatori software, di 20 settimane».
Resta il buco nero dei 3 milioni di Neet, giovani che non studiano, non si formano e non lavorano e che nel nostro Paese sono il doppio della media Europa, ai livelli di Bulgaria e Romania.
«Il primo problema che abbiamo è trovarli, riuscire a stabilire un dialogo per convincerli a cambiare, a superare la convinzione che non ci siano possibilità. Dobbiamo percorrere strade nuove, per esempio coinvolgendo blogger e influencer che sappiano comunicare efficacemente con loro. E favorire occasioni di dialogo e cooperazione per tutte le imprese: incontri come il forum di Pollenzo devono moltiplicarsi».
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