Aspettando Christine Lagarde, la Bce ha cominciato sin dal mattino a sfornare previsioni. Il primo è stato Francois Villeroy de Galhau, governatore francese e membro del board della Banca centrale europea. Il suo pronostico: «Salvo sorprese i tassi di interesse non saliranno più» ha detto in un'intervista radiofonica. Aggiungendo: «L'inflazione sta chiaramente scendendo e anche se gli aumenti dei tassi non sono piacevoli, sono efficaci e riporteranno l'inflazione verso l'obiettivo del 2%. E a meno di altri shock i tassi non saliranno più». Sarà davvero così? La pensa come lui Mario Centeno che guida la Banca del Portogallo ed è nel direttivo Bce: «La zona Euro è arrivata al plateau per quanto riguarda i tassi di interesse dopo la lunga serie di 10 rialzi interrotta solo il 26 ottobre e la stretta monetaria sta funzionando e sta contribuendo a ridurre l'inflazione».
La prudenza del numero 2
Ma il vicepresidente della Bce, lo sloveno Luis De Guindos è più prudente. Anche lui ha detto la sua aspettando l'intervento della presidente Lagarde in coincidenza con l'inaugurazione della "House of Euro". Ecco il suo pensiero: «Qualsiasi discorso sulla riduzione dei costi di finanziamento nei prossimi mesi è prematuro. Dobbiamo essere prudenti e cauti, poiché ci sono alcuni rischi sulle prospettive di inflazione nei prossimi mesi. Continueremo ad adottare un approccio basato sui dati e meeting per meeting per le decisioni sui tassi di interesse». Non è finita. Il bollettino economico Bce, uscito oggi, mette l'accento proprio sulla corsa dei prezzi: «Ci si attende ancora che l'inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo prolungato; le pressioni interne sui prezzi, inoltre, si confermano intense. Al tempo stesso, l'inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, ed è proseguita la diminuzione di gran parte delle misure dell'inflazione di fondo» ma non basta per dichiarare la battaglia vinta. I rischi al rialzo potrebbero arrivare dai costi dei beni energetici e alimentari.
La crescita resta debole
E il quadro generale tracciato dagli analisti dell'Eurotower è questo: «I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. L'espansione economica potrebbe risultare inferiore se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più forti delle attese. Sulla crescita peserebbe anche l'indebolimento dell'economia mondiale. La guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto innescato dagli attacchi terroristici in Israele sono significative fonti di rischio geopolitico. Ciò potrebbe indurre in imprese e famiglie una perdita di fiducia e una maggiore incertezza, indebolendo ulteriormente la crescita». Ma nella sostanza «l'economia dell'area dell'euro resta debole ed è probabile che rimanga tale nella parte restante del 2023».
I rialzi dello spread
Un passaggio del bollettino è dedicato all'Italia e agli sbalzi dello spread a inizio autunno. Ecco cosa scrivono a Francoforte: «Tra il 14 settembre e il 25 ottobre le variazioni dei differenziali sui titoli di Stato sono state molto contenute, con l'eccezione del differenziale italiano, che si è in qualche misura ampliato, verosimilmente per effetto di fattori idiosincratici collegati, tra le altre cose, alle notizie riguardanti le misure fiscali previste dalla legge di bilancio nazionale». Detto in altre parole, le indiscrezioni sulla manovra - e sullo sforamento del deficit - avevano preoccupato i mercati.
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