Un atterraggio morbido. E’ la previsione per l’Europa del Fondo monetario internazionale. Dunque dopo l'impatto dei dieci rialzi dei tassi (un record per la Bce) su famiglie e imprese non ci sarà recessione. Almeno per ora. Tuttavia nel suo “Regional Economic Outlook” per l'Europa l’Fmi non mancano note di allarme: le previsioni di crescita rimangano incerte e potrebbero rivelarsi migliori o peggiori del previsto. Gli ultimi due dati ipotizzano uno 0,7% per il 2023 e un +1,2% per l’anno prossimo. Insomma, distanti dalla crescita del 2,7% registrata nel 2022.

«In ogni caso se l'inflazione, che sta comunque rallentando, scendesse più rapidamente del previsto - spiega il Direttore del dipartimento europeo Alfred Kammer - questo aumenterebbe il reddito reale dei consumatori e la spesa e la crescita potrebbero migliorare. Ma un'escalation della guerra in Ucraina, accompagnata da un aumento delle sanzioni e dalle interruzioni del commercio, potrebbe significare una crescita più debole». Meno impattante per ora la guerra a Gaza: per ora si risolve con un temporaneo aumento dei prezzi del petrolio. Ancora dall’analisi dell’Fmi: «Dopo aver affrontato con successo le sfide della pandemia e lo shock dei prezzi dell'energia innescato dalla guerra della Russia in Ucraina, l'Europa si trova ad affrontare il difficile compito di ripristinare la stabilità dei prezzi garantendo al tempo stesso una crescita forte sul lungo termine».

Dell’Europa ha parlato anche Mario Draghi a un evento del Financial Times. In sintesi il messaggio in bottiglia che ha consegnato l’ex premier italiano ed ex numero uno della Bce è questo: «L'economia europea deve ritrovare in fretta la competitività perduta negli ultimi 20 anni, e per farlo occorre aumentare la produttività con investimenti nella tecnologia, razionalizzare la spesa per la difesa, muoversi per forniture comuni di energia in modo da abbattere i prezzi. Abbiamo bisogno di una produttività molto più alta, anche per sostenere una società che invecchia: possiamo riuscirci solo attraverso investimenti ad alto valore aggiunto e ad alto tasso di tecnologia».