Forse solo il ventre generoso delle Langhe poteva partorire una app per condividere la lettura. Perché «Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via», annota Anguilla, voce narrante in La luna e i falò di Cesare Pavese. E un libro è sempre la storia di un viaggio – tra luoghi e persone incontrati e lasciati – alla scoperta di se stessi. 

Così, a Santo Stefano Belbo, nel 2012, nella sede della Fondazione Cesare Pavese, il direttore Pierluigi Vaccaneo, prende i 32 capitoli del libro più celebrato di Pavese e propone su Twitter di rileggerli e commentarli con 140 caratteri in 64 appuntamenti bisettimanali seguendo un calendario condiviso.

Il tam-tam social fa il resto e Vaccaneo incontra sulla rete Edoardo Montenegro e Paolo Costa. Con lui fonderanno Betwyll, associazione prima e impresa poi: «Per “I dialoghi di Leucò” i partecipanti divennero migliaia, capimmo il potenziale e allargammo la platea di scrittori italiani. Molti professori furono conquistati dall’idea: leggere un testo non perché si deve, ma per piacere; analizzarlo, entrarci dentro, condividere pensieri con altri lettori. Così ci chiesero di coinvolgere in modo strutturato il mondo della scuola».

L'idea imprenditoriale, ma non solo

Tra i banchi del liceo tutti siamo stati costretti alla lettura dei Promessi Sposi, quasi tutti lo abbiamo fatto controvoglia, ricavandone avversione per il capolavoro manzoniano: «Nel 2014 partimmo proprio da Manzoni, con un calendario di quattro mesi per la lettura del romanzo L’indagine sugli studenti rivelò che la lettura era stata profonda – ricorda Vaccaneo –, molti professori crearono su Twitter account con nickname Renzo Tramaglino, Alessandro Manzoni, fra’ Cristoforo, immedesimandosi in autore e protagonisti e rispondendo a migliaia di domande».

Poi la partecipazione al bando della Fondazione Cariplo a sostegno di progetti culturali: nasce, prendendo il nome del metodo inventato da Vaccaneo, Montenegro e Costa, l’Associazione TwLetteratura (che nel 2019 con #Ventotene. Comunità, cittadinanza e identità si è aggiudicata il Premio Spinelli) per far crescere l’idea iniziale e strutturarla a supporto della didattica. Con i 120mila euro del bando e altri 180mila finanziati in proprio nasce, nell’incubatore di Fondazione Cariplo, l’app di social reading Betwyll, dal 2016 disponibile sugli app store.

La fruibilità si espande, dalla scuola alle fondazioni, dalle aziende agli editori e si spazia dalla letteratura all’arte alla formazione per neoassunti. Fioriscono anche le collaborazioni: «Con il dipartimento di italianistica dell’università di Harvard per lo studio della lingua e dei dialetti, con quella di Cardiff per il bilinguismo inglese-gaelico, il Salone del Libro di Torino, l’editrice Pearson – esemplifica Vaccaneo –, e otteniamo riconoscimenti in Italia dal MIUR e all’estero dall’Education Finland Alliance, con il “bollino” della certificazione didattica per la qualità pedagogica».

Il progetto con Pearson

Il 2021, dal progetto sviluppato per e con Pearson Italia – che ha investito 200mila euro – è l’anno della app dedicata Pearson Social Reading with Betwyll. La strategia digitale della casa editrice, leader mondiale nel settore education, presente in 70 Paesi nei 5 continenti, «è strettamente connessa con lo sviluppo del prodotto: i tool sono pensati con un approccio orientato all’utilizzo didattico e all’apprendimento. Un sistema di prodotti e servizi che supporta e integra l’utilizzo del libro di testo. Un’offerta per rispondere alle richieste dei docenti – che sperimentano nuove metodologie didattiche – e a quelle degli studenti, che chiedono nuove modalità di apprendimento che si affianchino a quelle tradizionali. Altro elemento essenziale nel nostro approccio al digitale – spiegano in Pearson – è l’inclusione, il supporto agli studenti o con disturbi specifici dell’apprendimento o in difficoltà, ma anche alle eccellenze scolastiche».

L'effetto Coronavirus

Betwyll e Pearson hanno disegnato l’app ascoltando insegnanti e studenti, proprio nel momento in cui erano costretti dall’emergenza Covid alla Didattica a Distanza. Dante con la Commedia e Shakespeare con le sue opere dai molti giovani protagonisti hanno fatto da apripista. «Poco dopo il lancio avevamo più di diecimila utenti – commenta Elena Bonifazi, project manager Pearson che ha seguito lo sviluppo – non solo insegnanti di lettere ma anche di diritto, economia e scienze, con percorsi interdisciplinari. La risposta degli studenti è stata fantastica, con commenti condivisi in 140 caratteri e immagini. Un nuovo metodo didattico, pensato per il web, dove l’insegnante conserva un ruolo fondamentale e che richiede anche agli autori uno sforzo di innovazione. Chi adotta i nostri manuali avrà accesso al social reading, anche nella scuola media, per esempio con i testi di epica».

Tra ottobre e novembre la app Pearson Social Reading with Betwyll avrà nuovi percorsi per le superiori: Vivere la natura, letture interdisciplinari su sostenibilità e cittadinanza per l’area umanistica, scientifica, giuridico-economica e di lingua e letteratura inglese; WOW – Women for Will, le memorabili figure femminili nelle opere di Shakespeare; Vivere «sanza ‘nfamia e sanza lodo», grandi autori del Novecento europeo che hanno attinto dall’opera di Dante.

Autunno carico di novità anche per Betwyll, con rilascio della versione 2 della app. «Sarà disponibile su licenza, gratis per il singolo lettore – anticipa Vaccaneo – e personalizzabile a pagamento, per esempio da grandi aziende, sia in proprio sia richiedendo la nostra progettualità. È dedicata a tutti coloro che vogliono aumentare la propria formazione, e sarà internazionale. Il primo importante progetto che girerà sulla app sarà "Social reading hugs Europe", finanziato da Fondazione CRT e dalla European Cultural Foundation, dedicato ai grandi temi della cultura europea (dalla Divina commedia, al Don Chisciotte, al Faust, a Romeo e Giulietta ciascuno da leggere nelle rispettive lingue di appartenenza». (Qui un articolo della European Cultural Foundation)».

Betwyll occupa oggi quattro persone alle quali si affiancano cinque collaboratori per progetti specifici, l’obiettivo è di raggiungere entro la fine del prossimo anno 50mila download della app per portare i ricavi a 1,5 milioni di euro, trasformandosi da srl in impresa sociale.

Il matrimonio letteratura e tecnologia crea occasioni di confronto, crescita individuale, collettiva ed economica: la cultura, insomma, da anche da mangiare.

Bisogna crederci. E meglio sarebbe se gli investitori non fossero solo associazioni, start up e multinazionali, ma decisori istituzionali.