Dopo sette mesi, nella notte tra sabato e domenica torna l'ora solare. Nella sostanza si dormirà un'ora in più, recuperando quella persa nel weekend di fine marzo che segnò il passaggio al periodo legale. La vita scorrerà secondo i ritmi del Sole per cinque mesi, fino alla notte tra il 30 e il 31 marzo 2024 quando dovremo di nuovo spostare le lancette in avanti.

Secondo Terna, gestore della rete elettrica nazionale, l'ora legale ha consentito di ridurre in modo significativo i consumi di energia elettrica. Tradotto in numeri si sono risparmiati 370 milioni di Kwh che corrisponde al fabbisogno medio annuo di circa 140 mila famiglie. Convertiti in euro i sette mesi "legali" significano 90 milioni di risparmio economico. Lo si evince da un calcolo dell'Arera, l'Autorità per energia reti e ambiente, secondo il quale nel periodo tra marzo e ottobre il costo del kilowattora medio per il cliente domestico del mercsato tutelato è stato di 24,5 centesimi di euro al lordo delle imposte. Non solo. L'ora legale garantisce benefici anche all'ambiente: meno luce consumata vuole infatti dire una riduzione anche delle emissioni di Co2 nell'atmosfera per circa 180 mila tonnellate. Secondo una ricerca dell'università di Stanford una tonnellata di CO2 costa, in termini di impatto economico 220 dollari.

Vent'anni allo specchio

Ma c'è di più. Sempre secondo Terna, in vent'anni - dal 2004 al 2023 - l'Italia ha risparmiato oltre due miliardi grazie all'ora legale. Sfruttando un'ora di luce solare in più si sono consumati 11,3 miliardi di kwh in meno. Opzione quasi impraticabile, per la verità, sin dall'inizio di ottobre quando la riduzione della lunghezza delle giornate si fa sensibile e al mattino l'alba spunta poco prima delle otto, costringendo chi va al lavoro o a scuola a muoversi al buio.

Comunque resiste il partito che si batte per l'ora legale tutto l'anno: ha sostenitori in tutta Europa -in particolare nel Sud del vecchio continente - e spinge perché l'Unione Europea abolisca per sempre l'ora solare. Prospettando tutta una serie di benefici. Quelli elencati nella petizione della Sima, la società italiana di medicina ambientale, che due volte l'anno sotto la spinta del presidente Alessandro Miani rilancia la raccolta di firme online. Stavolta sostenuta anche da "Consumerismo No profit".