Da più di due decenni il GEF (Global Environment Facility) fornisce un supporto essenziale ai paesi in via di sviluppo per combattere i problemi ambientali

Il Fondo Globale per l'Ambiente, o Global Environment Facility (GEF) e' un fondo istituito nel 1991 sotto l'egida della Banca Mondiale per finanziare le convenzioni internazionali sui cambiamenti climatici e la biodiversità (Figura 1).

Dalla data del suo insediamento, il GEF ha fornito 11,5 miliardi di dollari in sovvenzioni e 57 miliardi di dollari in coofinanziamenti per oltre 3.215 progetti in 165 paesi. Inoltre, grazie allo Small Grant Programme (PSC), il GEF ha anche sovvenzionato 16.030 piccole aziende appartenenti alla società civile e organizzazioni comunitarie, per un totale di 653,2 milioni dollari.
I fondi GEF si concentrano sulle seguenti aree: biodiversità, cambiamenti climatici (mitigazione e adattamento), elementi chimici, acque internazionali, degrado del terreno, gestione forestale sostenibile tramite i programmi REDD (Reducing emissions from deforestation and forest degradation), buco nell’ ozono.
Il GEF lavora anche in stretta collaborazione con altri programmi su aree trasversali quali educazione, partenariati pubblico-privati, genere e sviluppo (Figura 2).

Il Fondo Globale per l’Ambiente è stato fondato dalla Banca Mondiale come un programma pilota da solo un miliardo di dollari per incrementare la protezione dell'ambiente globale e per promuovere lo sviluppo sostenibile. Il GEF aveva lo scopo di erogare finanziamenti  nuovi o aggiuntivi alle già presenti agevolazioni fiscali per progetti che si proponevano di inserire nei propri obiettivi benefici  ambientali globali.
Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo , il Programma Ambiente delle Nazioni Unite e la Banca Mondiale sono stati i tre partner iniziali nell' attuazione dei progetti del GEF. Fin dalla sua nascita, il GEF assegna tre tipi di sovvenzioni: sovvenzioni di piccola entità ($ 50.000 o meno), sovvenzioni medie ($ 1 milione o meno), sovvenzioni piene del progetto (oltre $ 1 milione).

Storia:

Nel 1994, in occasione del  Rio Earth Summit, il GEF è stato riformato e spostato fuori dal Gruppo Banca Mondiale, diventando un'istituzione separata in modo permanente.
La decisione di rendere il GEF un'organizzazione indipendente ha migliorato la partecipazione dei Paesi in via di sviluppo nel processo decisionale e incrementato la trasparenza della realizzazione dei progetti . Tuttavia, dopo la scissione, la Banca Mondiale ha continuato a servire come Trustee del Trust Fund GEF e ha fornito servizi amministrativi.

In seguito alla riorganizzazione del fondo, altre novita' sono state introdotte: per esempio il compito di diventare il meccanismo  finanziario sia per la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica sia per la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.
In collaborazione con il protocollo di Montreal della Convenzione di Vienna sullo strato di ozono e sulle sostanze che lo riducono, il GEF ha inoltre iniziato a finanziare progetti che consentono alla Federazione russa e alle nazioni in Europa orientale e in Asia centrale di eliminare gradualmente l'uso di sostanze chimicheche distruggono l'ozono (Figura 3).

Successivamente, il GEF è stato anche scelto per servire come meccanismo finanziario per altre tre convenzioni internazionali: la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (2001), la Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione (2003) e la Convenzione Minamata sul Mercurio (2013).

Processo di Finanziamento:

Tre modalità sono state istituite dal GEF per incentivare i paesi idonei ad accedere alle risorse volte a finanziare i progetti: a) l'accesso diretto attraverso il Segretariato GEF; b) accesso tramite un'agenzia GEF; c) l'accesso attraverso un "umbrella project". Queste tre modalità si escludono a vicenda e spetta a ciascun Paese scegliere quale modalità è più adatta alle sue esigenze, in base alle priorità stabilite e al processo di reporting.

Per la modalitàa) il GEF Operational Focal Point (OFP) e’ l’ente responsabile per la preparazione e la canalizzazione della proposta al Segretariato. I modelli e le linee guida per le modalità di accesso diretto sono disponibili sul sito web del GEF. 
La "modalità di accesso diretto" segue le regole della Banca Mondiale in materia di erogazione. A questo proposito, vi è un dettagliato questionario allegato al modello di accesso diretto che permette di  raccogliere dati sull’Agenzia governativa che ricevera’ i fondi. Tale questionario deve essere compilato in tutte le sue parti prima che la richiesta sia presentata.
Una volta che la sua ammissibilità è stabilita dalla Banca Mondiale, l'Agenzia designata verrà autorizzata a ricevere direttamente i fondi.

Per l'accesso tramite agenzia (b), l’OFP lavorerà direttamente  con quest’ultima per poi preparare e presentare la proposta attraverso la normale procedura per tutti i progetti GEF. Il modello GEF Agenzia dovrebbe essere completato da un'agenzia GEF, e comprenderà una quota del 10% aggiunto alla richiesta totale.

Per l’opzione c) l’OFP deve preparare e firmare una lettera di approvazione del progetto ed inviarla all’UNEP che e’ la Lead Agency per lo sviluppo di un “umbrella project”, e responsabile per la consegna dei report per i paesi partecipanti e l’adempimento ai loro obblighi.

La tempistica per la mobilitazione dei fondi e’ differente per ciascuna delle modalità, e dipende interamente dagli sforzi di tutti i soggetti coinvolti. Indipendentemente dalla quantità richieste, le modalità di accesso diretto e con agenzia richiederanno una ripartizione dettagliata e la giustificazione di tutti i costi basati sui modelli. I dati saranno poi attentamente esaminati e dal Segretariato GEF per assicurare che la richiesta e il coofinanziamento siano coerenti e accettabili. Una volta che il progetto è stato approvato dal CEO GEF, la procedura per l'erogazione dei fondi seguirà modalita’ separate che potrebbero richiedere settimane o mesi a seconda delle formalita’ e l’impegno dei paesi riceventi.

Amministrazione dei Fondi:

GEF gestisce tre fondi fiduciari, Global Environment Facility Trust Fund (GEF); Trust Fund specifico per paesi meno sviluppati (LDCF); Fund Trust per il cambiamento climatico (SCCF), più il Fondo di attuazione del Nagoya Protocol (NPIF). Fornisce inoltre servizi amministrativi, su base provvisoria, per l’Adaptation Fund.

Il Fondo fiduciario viene alimentato ogni quattro anni, il che significa che i donatori si impegnano ad erogare i finanziamenti per un periodo di quattro anni .
Il finanziamento è reso disponibile per le attività all'interno delle aree focali GEF definiti nel corso delle trattative. Il fondo GEF Trust ha ricevuto un totale di 15.225 milioni dollari nel corso dei suoi cinque cicli. Per questo Trust Fund i paesi che hanno fornito i fondi sono Argentina, Australia, Austria, Bangladesh, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Costa d'Avorio, Repubblica Ceca, Danimarca, Egitto, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, India, Indonesia, Irlanda, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Lussemburgo, Messico, Olanda, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Pakistan, Portogallo, Repubblica slovacca, Slovenia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti .

L’LDCF è invece un fondo fiduciario volontario istituito ai sensi della convenzione UNFCCC (la convenzione quadro delle Nazioni Unite per il cambiamento climatico) per affrontare le esigenze particolari dei 48 paesi meno sviluppati che sono particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Ad oggi, il fondo ha 19 donatori: Australia, Austria, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito. Il GEF ha già mobilitato circa $ 180 milioni per il Fondo per i paesi meno sviluppati (LFCD), ma l’obiettivo nei prossimi quattro anni è quello di raggiungere US $ 500.000.000, che è l'importo necessario stimato dalla UNFCCC.

Il Fondo per i cambiamenti climatici (SCCF) infine ha 13 donatori: Canada, Danimarca, Finlandia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna , Svezia, Svizzera e Regno Unito, che hanno inviato finora contributi volontari per circa $ 120 milioni.

Per più di due decenni, il GEF ha fornito supporto essenziale ai paesi in via di sviluppo per combattere i problemi ambientali come riscaldamento climatico e perdita della biodiversità. I recenti sviluppi, come la crisi economica, hanno messo a dura prova l’abilità del GEF di continuare a giocare un ruolo chiave nel supporto e l’implementazione degli accordi ambientali internazionali (Figura 4). Tuttavia questo fondo ha un ruolo unico e importante nel sostenere i paesi in questo contesto: è infatti l'unico multilaterale disponibile per le questioni ambientali e se queste non fossero sostenute dal GEF, avrebbero ricevuto ben poca attenzione da parte dei governi
(Figura 5).

Il problema maggiore tuttavia, resta la limitata disponibilità di finanziamenti: il GEF non può giocare un ruolo importante per affrontare le questioni globali solo con 2-3 miliardi di dollari in media a progetto. Inoltre, le tematiche ambientali sono cambiate dagli anni '90, quando il GEF finanziava per la maggior parte dei progetti sul riscaldamento climatico. Il GEF dovrebbe quindi riesaminare il proprio ruolo, in particolare nei settori di adattamento e della biodiversità (per esempio passare dalla conservazione allo sviluppo sostenibile). Inoltre, il GEF può svolgere un ruolo importante nel promuovere l'integrazione tra le convenzionima il suo riconoscimento e prestigio a livello locale è molto basso e i progetti sono principalmente associati con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP).

I risultati ottenuti dal GEF dovrebbero quindi essere meglio pubblicizzati e comunicati in particolare quando questi fondi diventino fondamentali ad aiutare paesi a rispettare gli impegni delle Convenzioni internazionali, che negli anni a venire giocheranno un ruolo cruciale nel definire il futuro del nostro pianeta.