Algoritmo 1 – Umano 0

Quando Deep Blue di Ibm sconfisse il campione del mondo di scacchi Garry Kasparov nel 1997 molti gridarono alla fine del gioco degli scacchi e più in generale alla supremazia dell’intelligenza umana. Deep Blue aveva immagazzinato tutte le mosse di tutte le partite di scacchi giocate nella storia dell’uomo ed aveva una più che significativa capacità di calcolo: Kasparov era campione del mondo dal 1985 (lo sarà fino al 2000) ed esprimeva la supremazia dei giocatori sovietico-russi sul resto del mondo.

Una sfida affascinante che rappresentava molto più di una semplice serie di mosse su una scacchiera: Deep Blue sconfisse Kasparov 3,5 a 2,5.

Le persone da allora non hanno smesso di giocare a scacchi: ci sono stati campionati del mondo di scacchi per computer e campionati del mondo di scacchi per umani e i campioni di scacchi umani sono migliorati grazie all’allenamento con i computer.

Il 7 dicembre 2017 l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e le macchine raggiunge una nuova pietra miliare, non perché un computer sconfigge un umano a scacchi, l’aveva già fatto vent’anni prima, ma perché l’algoritmo AlphaZero di Google sconfigge l’allora campione del mondo Stockfish 8 sviluppato da una comunità di programmatori indipendenti.

Stockfish 8, proprio come Deep Blue a suo tempo, affondava la sua capacità di gioco in tutta l’esperienza umana accumulata negli scacchi insieme a tutta l’esperienza umana accumulata sui computer: il risultato era una strabiliante “macchina da guerra” capace di calcolare 70 miliardi di posizioni al secondo.

AlphaZero, al contrario, rispondeva calcolando solo 80mila posizioni al secondo e senza che i suoi creatori gli avessero insegnato alcunché riguardante le strategie del mondo degli scacchi, neanche le aperture da manuale che i nostri nonni ci insegnavano quando eravamo bambini. Gli avevano insegnato solo le regole e poi gli avevano detto “adesso impara giocando contro te stesso”: quello che in termine tecnico si chiama “apprendimento automatico”.

28 vittorie e 72 pareggi: per AlphaZero ovviamente, neanche una sconfitta, e con mosse e strategie assolutamente non convenzionali per gli occhi umani, creative, geniali, in una parola sola vincenti.

Aveva imparato da solo e aveva imparato a giocare in maniera così strabiliante da sconfiggere tutto ciò che il mondo aveva conosciuto sino ad allora. Da solo. E in quanto tempo? Intendo quanto tempo ci aveva messo per imparare a giocare a scacchi partendo da zero, sfidare Stockfish e batterlo? Quattro ore. Non è uno scherzo. Quattro ore: non quattro giorni, quattro mesi, quattro anni; quatto ore.

Gli scacchi, probabilmente il gioco che più rappresenta l’intelligenza umana, avevano visto un algoritmo passare dalla più totale ignoranza ad essere il più bravo giocatore di scacchi della storia in quattro ore e senza l’aiuto di nessun essere umano.

Consigliati per te:

Questa è una delle “avventure dell’umanità” che racconto a mio figlio la sera prima di cena quando condividiamo il momento dell’aperitivo, insieme alle sfide entusiasmanti e impossibili come la scalata dell’Everest e del K2, la corsa di Amundsen e Scott al Polo Sud, la conquista della Luna partendo dai razzi di Peenemunde: lui cucina la cena e io affetto salumi e formaggi alla faccia della dieta; incredibile a dirsi e a crederci (lo so) ma, a diciott’anni, gli piace.

Perché parlare di questo in apertura di una serie di contributi legati al mondo dell’Innovazione - e in particolare del digitale - che proseguiranno un'attenzione che da tempo Mondo Economico mette sotto la lente?

Perché il mondo che ci circonda è cambiato profondamente e velocemente in questi ultimi anni molto più che in interi decenni precedenti. La curva della velocità dell’innovazione si rappresenta con una raffigurazione sempre più verticale. La pandemia ci ha restituito un mondo che ha spostato in avanti di 5-8 anni, a seconda dei settori, la lancetta del cambiamento.

Che cosa sarebbe successo se durante la pandemia non ci fosse stata Internet? La nuova normalità che il Covid ci ha restituito è una normalità fatta di paradigmi digitali e con essi di nuovi schemi, nuove forme, nuovi obiettivi, nuove abitudini, nuove organizzazioni del lavoro, nuove organizzazioni dei territori. Innovazioni, appunto.

E come ogni volta che c’è un salto quantico nell’innovazione questo si porta dietro le domande e le paure – “adesso che Deep Blue ha sconfitto Kasparov l’umanità è finita” – ed allora ecco che oggi la domanda che tutti si pongono, e per la quale gli articoli sull’Intelligenza Artificiale si moltiplicano dall’arrivo di ChatGPT di OpenAI alla fine del 2022, è se e come l’Intelligenza Artificiale supererà l’intelligenza e la creatività umana, se distruggerà o no i lavori che sino ad oggi sono stati svolti dall’uomo, se arriverà a spazzare via o no l’intera razza umana.

È per questo, per esplorare le domande, per provare a dare delle risposte su quella grande avventura che coinvolge la creatività e il progresso che è l’innovazione che Mondo Economico ha deciso di dedicare un appuntamento costante sui temi dell'innovazione digitale con una serie di contributi.

Un modello della macchina di Turing

Una grande avventura fatta di idee, invenzioni e cambiamenti che migliorano le cose. Gli smartphone, i computer e Internet hanno trasformato il mondo in un villaggio globale, dove possiamo connetterci con persone di tutto il mondo con un semplice tocco. L'innovazione influisce ogni giorno sulle nostre vite cambiando il nostro modo di comunicare, di lavorare e di divertirci. Influisce sì sulla tecnologia ma anche sulla scienza con le scoperte in campo spaziale, sulle nuove frontiere della medicina, sull’energia, sull’ambiente e su molto altro ancora. E sta aiutando a creare comunità più inclusive, promuovendo l'uguaglianza e il rispetto per tutte le persone, cambiando anche il nostro modo di vivere insieme per rendere il mondo un posto migliore.

Condividiamo le idee?

Io ho capito che la mia strada era quella dell’Informatica (allora si chiamava così) quando mi hanno spiegato bene la Macchina di Turing a Informatica I: per me le sfide dell’innovazione non possono che essere entusiasmanti. Mi piacerebbe che lo fossero anche per voi. In un percorso di condivisione, leggendo i vostri spunti per poi approfondirli nei prossimi editoriali. Se vorrete accompagnarci in questo percorso ne saremo molto felici. 

Per condividere le tematiche e soprattutto per fornire suggerimenti o indicazioni potete scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.