Pietro Jarre, ingegnere geoambientale, contributor di Mondo Economico, riprende l’esortazione di Guido Boella sulla necessità dell’intervento del legislatore e le osservazioni di Lorenzo Magnea, e propone di usare l’esperienza e estendere al campo digitale le procedure per le valutazioni di impatto ambientale e sociale, incluso il ricorso al Principio di precauzione (norma in Unione Europea). Fondatore di Sloweb, ha ideato il primo corso su “Impatto del digitale” al Diati del Politecnico di Torino.

Con l’avvento di ChatGPT al cantiere digitale è arrivata una nuova attrazione. Fuori dalla recinzione tutti noi – cittadini ridotti a utenti umarell – a guardare se davvero la nuova creatura riusciva a muoversi leggiadra tra le macerie, sollevare pesi mai visti, rispondere diligente alle sfide dei più furbi, tutti a commentare le matematiche che regolano la pressione dell’olio e l’eleganza del martinetto idraulico luccicante. Noi a guardare il cantiere, nessuno a chiedersi che cosa poi ne sarà di queste meraviglie. È invece proprio ora di entrare e chiedere “ma scusate, cosa si vorrebbe fare, in questo cantiere? E pretendere risposte adeguate. ChatGPT pesca nel web, e con inusitata perizia razionale produce testi, immagini, video e le restituisce al web. Poi pescherà di nuovo a strascico nel web, vedremo la mucca pazza digitale.

Nessuna delega a nuovi veggenti

Il digitale è stato un grande acceleratore, ma se il nutrimento è prodotto da dati prodotti da macchine il risultato sarà l’accelerazione dello status quo, una innovazione soi-disant. La capacità di sintesi/decisione corretta in carenza di dati, cioè l’intelligenza, non ha nulla a che fare con la sintesi algoritmica puntata sulle medie statistiche in (mai sufficiente) bulimia di dati; nota bene: un calcolo di questo tipo sul cambiamento climatico produrrebbe l’efficiente proposta di cancellare l’uomo che lo sta producendo. L’esigenza di delegare a nuovi veggenti la fatica di elaborare risposte è solo segno di tempi fragili, pre-bellici, nulla di nuovo. Qualcuno peraltro sta già vincendo – a malincuore, ma queste parole si devono usare - una vera e propria guerra imperiale: ha conquistato territori e economie, spianato culture, scosso (non ancora sovvertito) le istituzioni, con pochi morti ma straordinari e ben più efficaci risultati, come succede con le guerre commerciali; ha sostituito valori sociali consolidati con l’ideologia dell’efficienza, tanto che la domanda semplice - entriamo nel cantiere - pare “impudente”.

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Sono d’accordo con Guido Boella: il legislatore deve intervenire. In questi anni ai Forum di Sloweb tanti esperti di legge hanno ribadito che non sono necessari affatto interventi speciali, manipolazioni di livello costituzionale, e su questa linea offro una proposta semplice e radicale: poiché abbiamo imparato che chi voglia offrire nuove infrastrutture e prodotti sottoponga il proprio progetto all’esame della collettività con una Valutazione di Impatto (ambientale, sociale, sanitario…), abbiamo imparato a gestire le nuove meraviglie della tecnologia della plastica, del cemento e della chimica creando modelli più sostenibili, perché questa non dovrebbe essere la norma per i servizi e i prodotti digitali? Il legislatore intervenga rapido con un regolamento europeo per la Valutazione di Impatto Digitale – VID; o sia ancora più rapido, estendendo norme e strutture esistenti al campo dei servizi digitali. Prima che un servizio come ChatGPT sia offerto in un certo mercato i proponenti analizzino, studino, prevedano, si impegnino, illustrino quali impatti – su quali gruppi e comunità – saranno generati; quali strumenti si useranno per misurare, quali le misure per ridurre prima durante e dopo i rischi.

Aprire le porte del cantiere digitale

Ci dicano cosa si fa in questo cantiere, qual è il progetto e perché, perché la società su cui fanno cantiere è nostra, non loro. Attenzione: non si tratta di bloccare nulla, ma di fare innovazione vera, di favorire gli sviluppi per un digitale sostenibile e equo (obiettivo Eu, vedi Dichiarazione sui diritti digitali di fine 2022): una VID in Europa genererebbe una filiera e molti posti di lavoro per intelligenze umane e artificiali responsabili. Su queste pagine Lorenzo Magnea ha scritto che l’impatto è imprevedibile: certo non è semplice, ma quando i dati sono scarsi e il rischio potenziale alto si deve adottare il Principio di precauzione previsto dal trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che non blocca ma preserva l’ambiente. Anche qui poco di nuovo se non per Buffalo Bill. Nel 1995 l’affondamento della Brent Spar fu bloccato perché se ne temevano le conseguenze, ma  vent’anni dopo si imparò – industria e collettività, insieme - che affondare sui fondi marini strutture obsolete, previa accurata preparazione del paziente, favorisce la rinascita di ecosistemi e oasi dove si rigenera la fauna ittica, protetta dai rottami. Non è difficile prevedere che cose simili le vedremo nel campo dei chat bot basati sui LLM.

No a sudditi dell'ideologia soluzionista

Stiamo però esitando a chiedere queste cose perché siamo sudditi schiacciati dall’ideologia soluzionista. Non dovremmo però dimenticare che se oggi possiamo comprare con fiducia il seggiolino per figli o nipoti, il pollo o il tonno, qualcuno ha lottato nei territori e nei parlamenti per noi, con coraggio, dicendo pane al pane.È ora che lo stesso succeda per le App che i nostri ragazzi aprono sui loro smartphone, per Chat GPT e tutte le altre cagate ispirate all’epoca e alle terre in cui la legge la facevano gli sceriffi e la corda insaponata per la forca. Quello non è lo status quo che vogliamo. Si, sarebbe proprio ora di muoversi.