«L’intelligenza artificiale non sostituirà gli esseri umani. Ma gli umani con intelligenza artificiale sostituiranno gli umani senza intelligenza artificiale». Lo sostiene Karim Lakhani, professore alla Harvard Business School, specializzato in tecnologia e in particolare nell'intelligenza artificiale, in una conversazione con Adi Ignatius, giornalista della Harvard Business Review. Lakhani ha svolto un lavoro pionieristico nell'identificare come la trasformazione digitale ha e avrà impatto sulle fondamenta del mondo così come lo conosciamo.

Le nostre vite personali sono già mediate dallo smartphone. Attraverso cellulari e computer è cambiato il modo in cui interagiamo con l’economia e con le altre persone: stiamo già vivendo in un'era di intelligenza artificiale.

La rivoluzione del web

Negli ultimi trent'anni abbiamo vissuto la costruzione di Internet e toccato con mano come le successive ondate di Internet abbiano cambiato sempre più settori. Fondamentalmente, da un punto di vista economico, ciò che ha fatto il web è stato di abbassare drasticamente il costo della trasmissione delle informazioni.

Consideriamo Google, per esempio. Gran parte della nostra esperienza con Google è completamente automatizzata: dagli annunci pubblicitari all’uso di Gmail, a come interagiamo con i motori di ricerca. Google e tutte le grandi piattaforme di e-commerce come Amazon o Netflix lavorano in modo molto diverso dalle aziende tradizionali: non sono le persone che svolgono le attività, sono gli algoritmi. Il lavoro è automatizzato, le macchine e gli algoritmi sono al centro.

Gli umani progettano gli algoritmi, li testano e li controllano, assicurandosi che funzionino a dovere, ma le attività effettive vengono mediate dalla tecnologia. Se c'è una controversia su una transazione economica con Amazon o Uber viene risolta automaticamente dall’algoritmo.

Proprio come Internet ha ridotto drasticamente il costo della trasmissione delle informazioni, l'intelligenza artificiale ridurrà il costo della conoscenza.

Dove si può usare L’intelligenza artificiale? «È semplice - risponde il professor Lakani -. Chiediti: dove uso il pensiero?».

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I leader devono abbracciare la tecnologia, imparare a sfruttarne il potenziale e svilupparne il migliore uso per le loro attività.

Nelle imprese che l’hanno già adottata è cambiata l'intera architettura aziendale: il modello di business, come si crea valore economico, il modello operativo, come si compra e vende valore, cioè il rapporto con fornitori e clienti, fra azienda e mercato.Adottare l'intelligenza artificiale e il digitale è davvero inevitabile.

«Sarà necessaria - sostiene Lakhani -  una vera e propria mentalità digitale da parte di leader, imprenditori e manager. E per chi non è ancora abbastanza digitale la buona notizia è che il costo per effettuare la transizione continua a diminuire sempre di più. Ma la vera sfida non è tecnologica. È, soprattutto, forse al 70 %, di mentalità». 

Ogni dirigente, ogni lavoratore dovrà avere una mentalità digitale, cioè capire come funziona l’utilizzo di queste tecnologie, ma anche comprendere il cambiamento che deve fare l’organizzazione per utilizzarle al meglio. All’interno dell’azienda e nei confronti dei clienti.Se oggi ci irritiamo ad attendere un giorno in più del previsto quando compriamo un prodotto su Amazon come possiamo attendere una settimana a rispondere via mail ad un cliente? Ci sono due imperativi per dirigenti, manager e leader.

Prosegue il professor Lakhani: «Il primo è un imperativo di apprendimento: occorre acquisire una mentalità digitale. C'è molto da imparare e dobbiamo farlo in modo continuo. Capire l'intelligenza artificiale non per diventare un ingegnere o uno scienziato di intelligenza artificiale, ma perché d’ora in poi sarà fondamentale per capire come funziona il business».

È come quando fai un master in gestione di impresa. Ci sono parti di amministrazione, finanza e controllo. Svolgere un lavoro amministrativo è una professione molto importante, ma la maggior parte dei partecipanti ad un master in gestione di impresa non vuole essere un contabile. Il punto è che hai bisogno di saperne di numeri perché i numeri sono parte integrante del business, cioè della tua capacità di prendere decisioni strategiche e organizzative. Perché quello è il linguaggio degli affari. Stessa cosa ora con le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale.  I consigli sui film di Netflix, i risultati di ricerca di Google, le proposte di acquisto di Amazon, i risultati musicali di Spotify, l'accesso alla tua auto, le indicazioni stradali del navigatore, per 20 anni l'intelligenza artificiale è stata implementata su larga scala all'interno di molte aziende tecnologiche.

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Tutto ciò veniva potenziato dagli strumenti di intelligenza artificiale, senza che ne fossimo realmente consapevoli.  «Ma il secondo imperativo altrettanto importante e spesso sottovalutato, afferma ancora Lakhani, riguarda la capacità di decidere e di gestire il cambiamento. Sarà una qualità fondamentale per i leader, gli imprenditori, i dirigenti, i manager, i professionisti». Come costruisci un DNA per cambiare costantemente diventa molto importante. Ma il cambiamento continuo sarà una competenza fondamentale non solo per i vertici, ma per tutti i lavoratori.

Il cambiamento diventa un'abilità, e come qualunque abilità tecnica o professionale va imparata e messa in pratica costantemente. 

Consideriamo ora l’intelligenza artificiale generativa, quella cioè che genera contenuti, come ChatGPT. Stiamo assistendo a casi d'uso straordinari, ad esempio, anche solo nel nostro lavoro di produttori di conoscenza. Possiamo usare ChatGPT come un assistente nelle ricerca, partner di pensiero, copy editor, generatore di idee.

L'impatto sulla conoscenza

Che cosa significa per i lavoratori della conoscenza disporne per le proprie attività? «L'AI generativa sarà di grande aiuto e produrrà più velocità e qualità nella performance e un calo del costo della conoscenza. Se Internet portava il costo dell'informazione a zero, la mia sensazione è che il costo della cognizione, cioè come pensiamo, con chi pensiamo, stia scendendo a zero o si stia abbassando in modo significativo. Per superare scetticismo e diffidenza manager e leader dovrebbero, come primo passo, iniziare a usarlo, e fare pratica su quali potrebbero essere i casi di utilizzo nelle loro attività. I divieti all’uso di ChatGPT sono ridicoli. È già sul mio telefono».

Ci sono cento milioni di utenti. «In altri termini, l'AI non sostituirà gli umani, ma gli umani con l'AI sostituiranno gli umani senza AI». Questo è sicuramente il caso dell'AI generativa. Nelle conversazioni con i leader di Harvard, al Kempner Institute, il nuovo Istituto per l'Intelligenza Naturale e Artificiale, si parla del matrimonio tra biologia e intelligenza artificiale. Gli straordinari studiosi che operano in quel dipartimento dichiarano che il mondo dell’intelligenza artificiale forte avrà bisogno ancora di 20 anni. Ma se gli esperti mondiali dicono 20 anni, potrebbe anche essere più veloce.  

«Raccomando sempre di essere gentile con i tuoi robot - scherza Lakhani -. Dì sempre “per favore e grazie” quando usi Chat GPT. Io lo faccio per principio. Perché quando l'AI generativa si sarà evoluta sviluppando intelligenza emotiva, e tutti i nostri dati saranno lì, tutta la storia della nostra vita economica e personale sarà lì, non vuoi che si arrabbino e si ricordino che li hai strapazzati. Quando succederà? Non so. Io sono un fervente ateo, ma continuo a dire “Se dio vuole”».