Riprendiamo il nostro appuntamento settimanale. Con un po’ di trepidazione, perché sappiamo quanto saranno decisivi i prossimi mesi autunnali per il futuro dell’Italia e non solo. Bisognerà vedere quale piatto ci servirà il Governo Meloni in vista della legge di bilancio: non ci sono risorse, mentre i Fratelli d’Italia si accapigliano per il piglio familista della premier all’interno del partito. 


Sul fronte ucraino, dopo che Putin ha liquidato Prigozhin, gli sviluppi sono incerti e preoccupanti. Mentre l’Europa - oggettivamente - sembra essere in stallo su serie proposte di negoziato (che cosa aspetta Bruxelles?), c’è da augurarsi che la missione del cardinale Zuppi per conto di Papa Francesco offra qualche sbocco significativo.

Durante la pausa di Ferragosto non siamo stati silenti. Abbiamo cercato di ragionare sui temi della ripresa e non solo. Sotto la lente il salario minimo: con una intervista all’economista del lavoro presso l’Ocse, l’italiano Andrea Garnero, e il punto di vista di Michele Boldrin e Federico Fatello. 
L’autunno caldo delle TLC in Italia ci è stato spiegato nei dettagli dal nostro Andrea Biondi, mentre Pier Paolo Luciano ha descritto bene i temi sul tavolo a Jackson Hole, dove ieri è iniziata l’abituale conferenza economica dei banchieri centrali. La crisi dei due colossi immobiliari di Pechino è piombata sul summit di fine estate nel Wyoming. Ma da Powell e Lagarde i mercati si aspettano innanzitutto indicazioni sulle future mosse nella lotta all’inflazione.
Oggi, su questi temi, Giorgio Costa ci propone una conversazione con Alberto Forchielli, l'imprenditore romagnolo, fondatore di Mindful capital: «Investire a Pechino è diventato impossibile - racconta -. Ho puntato sulla vecchia Europa, ci sono ancora tante belle imprese a cominciare dall'Italia. Temo una guerra per Taiwan entro cinque anni. Alla numero uno della Bce dico basta alzare i tassi o si strangolano imprese e famiglie. Alla premier suggerisco di tagliare le spese dei ministeri».
 
E ancora: grandangolo sui Brics (accolto l'ingresso di Argentina, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi, Etiopia e Iran. Insieme gli undici Paesi rappresentano il 30% del Pil mondiale e il 45% della popolazione) e focus sui guai che può provocare la chiusura del Monte Bianco (dal 4 settembre stop al transito per più di tre mesi per consentire i lavori di ammodernamento. Un'interruzione che si ripeterà per 17 anni con effetti sul Pil. Il Frejus e Ventimiglia unici valichi per i mezzi pesanti). 
 
Da domenica riprende anche il nostro Radar, bussola settimanale per orientarsi tra gli eventi economici, politici e finanziari da tenere sotto la lente.