1. Da qualche tempo i commentatori della stampa italiana, nel cercare termini di paragone con il panorama politico europeo, sembrano voler suggerire l’esistenza di alcune somiglianze tra il Movimento Cinque Stelle  (M5S) di Beppe Grillo e la Piratenpartei, partito politico affermatosi, sin dall’autunno scorso, in diverse competizioni elettorali tenutesi nei Länder tedeschi. 

Per capire quanto di vero ci sia nel paragone, occorre innanzitutto chiarirsi sulle definizioni. Per “grillismo” si intende una corrente di pensiero legata al blog di successo di un comico, che ha catalizzato il consenso tramite la rete Internet intorno ad una piattaforma programmatica “post-ideologica” e schematicamente così riassumibile: riduzione dei costi della politica e dei privilegi dei parlamentari, sviluppo delle energie rinnovabili e abbandono dell’energia nucleare, acqua pubblica, servizi pubblici gratuiti, teoria della decrescita, giustizialismo, slogan contro le banche e l’eurocrazia. Come ha ben sintetizzato Domenico Monea su Agenda Liberale del 28 marzo scorso, al di là della patina marcatamente populista, il M5S non contiene in realtà elementi particolarmente innovativi rispetto agli altri partiti. L’aspetto che accomuna l’intero sistema partitico italiano sembra infatti essere quello dell’intrusione dello Stato nella vita degli individui. E a ciò, il movimento di Grillo non sembra far eccezione.

2. Viceversa, l’origine e l’ascesa dei pirati teutonici pare  partire da premesse completamente opposte. Fin da quando, nel lontano 2006, aprì le prime sedi sul territorio tedesco, la Piratenpartei ha brillato per un obiettivo autenticamente libertario: garantire una difesa senza compromessi della sfera privata del cittadino, sempre più minacciata da un controllo pervasivo ed occhiuto da parte dello Stato.

La sorveglianza capillare delle “vite degli altri” attraverso file speciali anti-terrorismo, telecamere sul luogo di lavoro o salvataggio dei tabulati telefonici interroga da tempo le coscienze dei tedeschi ed in particolare di quelli più giovani. Parallelamente, la piattaforma pirata si è sviluppata a partire da battaglie sulla trasparenza assoluta dei bilanci degli enti pubblici e degli stipendi dei politici, sulla libertà della rete Internet di auto-organizzarsi e di non essere per alcuna ragione censurata, sulla legalizzazione del commercio di droghe leggere e pesanti e sull’abolizione del diritto d’autore.

Solo in un secondo tempo, la Piratenpartei ha affiancato ai classici cavalli di battaglia dei cugini svedesi, proposte politiche più accattivanti per l’elettorato di sinistra, come il salario minimo garantito e la completa gratuità dei mezzi pubblici.

3. Somiglianze tra grillini e pirati si individuano peraltro con riferimento alle esternazioni pubbliche. Diversi esponenti di primo piano della Piratenpartei hanno scelto la provocazione estrema come metodo di comunicazione con l’elettorato. Uno di loro, Martin Delius, ha persino azzardato un paragone con l’NSDAP del lustro 1928-1933 per sottolineare la velocità con cui il suo partito ha guadagnato consenso negli ultimi mesi. Salvo poi, una volta scatenatasi la bufera, dover presentare le dimissioni da membro della dirigenza. 

Tuttavia, mentre la momentanea popolarità di Grillo è più che altro riconducibile al vuoto venutosi a creare nel bel mezzo dello scacchiere politico italiano (Pdl a terra, Terzo Polo alle corde e Pd in affanno), il partito dei pirati non raccoglie solo il voto di protesta, pur in aumento anche in Germania. Con l’11-12% nei sondaggi federali, la Piratenpartei è riuscita a scavarsi una corposa nicchia, scommettendo, per ora, sulla sua natura di partito quasi monotematico. Replicando l’esperienza del movimento antinuclearista degli anni ’80, Bernd Schlömer, il neo-eletto segretario dei pirati, sembra intenzionato a mantenere la barra dritta sull’idea che non necessariamente un partito politico deve esprimere una posizione unitaria su ogni questione. Ad oggi, in politica economica ed in politica estera, i pirati oscillano infatti tra statalismo e liberalismo, senza una linea precisa.

La priorità data alla tutela dei diritti civili può forse reggere in fase di decollo. Certo è che un approdo al Bundestag, il Parlamento federale, imporrebbe ai pirati di sviluppare tanto l’agenda economica, quanto quella delle relazioni diplomatiche. A seconda della presenza o meno dei liberali dell’FDP, i pirati potrebbero allora svoltare a destra oppure irrobustire le fila della sinistra estrema.