Il primo test per il Financial Policy Committee (FPC) della Banca d’Inghilterra è arrivato. E’ una commissione che era stata creata l’anno scorso per monitorare il sistema finanziario inglese ed evitare il ripetersi del crash del 2008. Ora il mercato immobiliare britannico, soprattutto nell’area londinese, è surriscaldato (per usare un eufemismo) e a giugno questa commissione dovrà decidere se intervenire su questo mercato oppure no.

Il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, ha detto chiaramento che il prezzo delle case è la principale “minaccia alla ripresa”: a livello nazionale i prezzi crescono dell’otto per cento l’anno, a Londra del 17 per cento (e anzi le proiezioni dei primi mesi del 2014 sono ancora più preoccupanti). Il Financial Times ha spiegato (1) che a Londra chi fa il mutuo per comprare casa sta accumulando più debito di quanto guadagna, ed è così molto più vulnerabile rispetto all’innalzamento dei tassi dei prestiti. L'Economist sostiene che il governo sia da criticare più delle banche (2). "La patata bollente" che l'esecutivo ha lasciato alla Banca d'Inghilterra dovrebbe essere curata dal governo stesso: ha liberato la parte finanziaria, ma non ha investito a sufficienza nella costruzione delle case, e così il prezzo delle case esistenti, poche rispetto alla domanda, sono cresciuti senza sosta.

l problema è che a Londra bisognerebbe intervenire, ma nel resto del paese in realtà la situazione è meno disperata: l’FPC potrebbe decidere di agire quindi solo sulla regione londinese, ma Carney è scettico, ripete sempre che la Banca d’Inghilterra è fatta per agire su tutto il paese, non a livello locale. Il Financial Times conlude dicendo che l’FPC è stato creato per un motivo, e che quindi si dovrebbe trovare un modo per fermare l’aumento dei prezzi, cercando di ridimensionare lo scetticismo di Carney.

Per evitare la bolla immobiliare, il premier conservatore David Cameron vuole ha detto di essere pronto a rivedere il piano “Help to buy” che permette di ottenere un prestito fino al 20 per cento del valore dell’immobile con soltanto il 5 per cento di deposito e che si applica a immobili del valore massimo di 600 mila sterline. Il governo potrebbe abbassare questo tetto, se la Banca d’Inghilterra dovesse chiederlo.

Carney tiene sott’occhio lo schema “Hel to buy”, Cameron dice che il dovere della Banca centrale è di evitare choc finanziari, ma ribadisce: “Il prezzo medio delle case comperate con lo schema è di 160 mila sterline e l’85 per cento degli acquisti è stato fatto fuori da Londra”. La Lloyds, che è la più grande banca retail del paese per il 25 per cento di proprietà dello stato, ha detto che introdurrà criteri più restrittivi sui prestiti per i mutui: il mutuo può essere al massimo quattro volte il reddito annuale del compratore quando il valore della casa è di oltre 500 mila sterline.

I laburisti all’opposizione dicono che ormai è tardi, lo schema ha scempiato il mercato immobiliare, e che ora si può solo cercare di contenere il danno. Ma quando Cameron dice che ha sempre sognato un paese democratico in cui i cittadini sono proprietari di una casa e che vuole assecondare “l’istinto naturale” a vivere in una casa di proprietà, i laburisti sanno che anche i loro elettori hanno lo stesso sogno.

(1) http://www.ft.com/intl/cms/s/e99e032c-e0f5-11e3-875f-00144feabdc0,Authorised=false.html?_i_location=http%3A%2F%2Fwww.ft.com%2Fcms%2Fs%2F0%2Fe99e032c-e0f5-11e3-875f-00144feabdc0.html%3Fsiteedition%3Dintl&siteedition=intl&_i_referer=http%3A%2F%2Fsearch.ft.com%2Fsearch%3FqueryText%3Dcooling%2Blondon%2Bhouse%2Bmarket

(2) http://www.economist.com/news/leaders/21602699-housing-market-huge-problem-britain-blame-government-not-banks-very