D’ora in poi all’Asset allocation «strategica» affianchiamo l’Asset allocation «tattica». La prima continuerà a uscire mensilmente; la seconda, invece, uscirà settimanalmente – questa è la settimana del suo esordio.
Qual è la differenza fra le due? L’Asset allocation strategica (Aas) elabora la propria previsione sulla base dell’esperienza professionale cumulata da chi materialmente la scrive, tenendo conto delle novità. È elaborata senza un modello formale – per capirsi, un modello con le equazioni.
L’Asset allocation tattica (Aat), al contrario, elabora la propria previsione sulla base di un periodo di apprendimento – dal 1997 all’estate del 2008 – ed è un modello formale. Tecnicamente parlando, è una rete neurale, di cui non diciamo quali sono le variabili in ingresso né quale sia l’algoritmo perché un economista e un econometrico (bravi) potrebbero riprodurla.
Le variabili prese in considerazione per definire la ripartizione fra azioni, obbligazioni e liquidità sono elaborate fino a produrre un modello capace di generare una previsione. Il nostro modello apprende dal 1997 al 30 giugno 2008, perciò fino a prima della gran crisi. Per tutto quel periodo la rete neurale sa in anticipo che cosa sarebbe stato meglio per un investitore ideale (un soggetto che non ama perdere i soldi e ama veder crescere il proprio gruzzolo senza troppi scossoni ed emozioni). La rete confronta l'asset allocation ideale in rapporto alle variabili fondamentali – per dirne una, la curva dei rendimenti. Appresa la relazione, fa le sue previsioni. Abbiamo fermato il suo apprendimento a prima della gran crisi dell’autunno del 2008 proprio per non dargli dei vantaggi, il modello doveva imparare a prevedere senza il famoso “senno di poi”. Le prove che abbiamo condotto a ritroso sull’efficacia del modello, ossia i risultati delle previsioni rispetto agli andamenti effettivi, sono molto incoraggianti.
Pubblichiamo i risultati settimanalmente. Se l’AAT contraddice l’AAS, la pubblichiamo lo stesso. Se le due AA si contraddicessero, ne discuteremmo, prendendo posizione. Se entrambe dicessero le stesse cose, avremmo una ragione in più per essere sereni.
L’AAT prende posizione sulle Azioni, le Obbligazioni e la Liquidità degli Stati Uniti su un orizzonte temporale di due mesi. Non prende posizione sulle attività finanziarie degli altri paesi. L’influenza degli Stati Uniti è però tale che il produrre delle previsioni ragionevoli sul mercato finanziario più efficiente è già una buona cosa. Il benchmark, ossia il riferimento della rete neurale, è un portafoglio da fondo pensione: 40% azioni, 40% obbligazioni, 20% liquidità.
Se le azioni sono intorno al 20% del portafoglio suggerito, abbiamo un’indicazione di mercati fragili. Se le azioni consigliate sono fra il 20% ed il 40%, si ha un’indicazione di mercati azionari meno fragili. A partire dal 40%, l’indicazione è d’investire in azioni. Se le azioni consigliate dal modello sono poche come sono poche anche le obbligazioni, ossia se il modello invita ad investire in titoli di stato a breve, allora abbiamo un’indicazione alla marcata prudenza. Ecco l’elaborazione della rete neurale, che, come si vede, è per ora compatibile con l’AAS.
22 maggio 2009 | Azioni | Obbligazioni | Liquidità |
Benchmark | 40% | 40% | 20% |
Rete Neurale | 18% | 28% | 54% |
Economia@Centroeinaudi (su www.centroeinaudi.it)
è un sito di ricerca sull’economia dei mercati finanziari. In nessun modo le sue previsioni vanno intese come un invito a trasformarle in investimenti. Il Centro Einaudi declina ogni responsabilità per le conseguenze che possono essere arrecate agli utenti per danni o perdita di profitti. I contenuti pubblicati non rappresentano né un incitamento o un’offerta di acquisto o vendita, né un incitamento o un’offerta a effettuare transazioni o atti giuridici. Sono forniti esclusivamente a titolo informativo e possono essere modificati dalla redazione di Economia@Centroeinaudi in qualsiasi momento senza preavviso. I contenuti messi a disposizione non costituiscono raccomandazioni per le decisioni d’investimento. Gli investimenti finanziari vanno scelti a livello individuale, tenendo presente che il rischio non è eliminabile e decidendo in anticipo l'orizzonte temporale cui fare riferimento.
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