Prendendo per buone le previsioni degli analisti statunitensi sui rendimenti delle obbligazioni, vediamo dal grafico 1 che il rendimento dei titoli decennali statunitensi passerà dal 2% circa di oggi a poco meno del 4% nel 2010.

In questo caso, il prezzo delle obbligazioni deve aggiustare per equiparare i rendimenti delle nuove obbligazioni con quello delle vecchie; l’equiparazione porta giù il prezzo di quasi il 15%.
 
Grafico delle previsioni sui rendimenti delle obbligazioni
Grafico delle previsioni sui rendimenti delle obbligazioni
Grafico delle previsioni sui rendimenti delle obbligazioni

Prendendo per buone le previsioni degli analisti statunitensi sulla crescita degli utili dello Standard & Poor’s, avremmo, come si vede dal grafico 2, una crescita del 4,5% nel 2009. (Una crescita rivista in tre mesi dal 25% al 4,5%).
 
Grafico sulle previsioni degli utili dello S&P nel 2009
Grafico sulle previsioni degli utili dello S&P nel 2009
Grafico sulle previsioni degli utili dello S&P nel 2009

Con i prezzi alla fine di novembre e con gli utili correnti di fine novembre il rapporto Prezzo Utili, quindi prima di aggiustare questo rapporto con i risultati negativi, stimati intorno al –10%, dell’ultimo trimestre, è pari a 16,5 volte.

Come possa la borsa, partendo da un livello di Prezzo Utile non basso e con una crescita degli utili del 4,5%, a salire nel 2009, si fa fatica a capire. (Resta aperta la questione della crescita del 4,5%. Se l’economia degli Stati Uniti flette nel 2009 in termini reali del 5% con un’inflazione del 1,5%, come è mai possibile che gli utili possano salire?). Insomma, allo stato delle conoscenze, uno nel 2009 dovrebbe probabilmente perdere se investe in obbligazioni e dovrebbe difficilmente guadagnare se investe in azioni. La logica dei numeri sembra essere, almeno per gli Stati Uniti, stringente.