In questo caso, il prezzo delle obbligazioni deve aggiustare per equiparare i rendimenti delle nuove obbligazioni con quello delle vecchie; l’equiparazione porta giù il prezzo di quasi il 15%.
Prendendo per buone le previsioni degli analisti statunitensi sulla crescita degli utili dello Standard & Poor’s, avremmo, come si vede dal grafico 2, una crescita del 4,5% nel 2009. (Una crescita rivista in tre mesi dal 25% al 4,5%).
Con i prezzi alla fine di novembre e con gli utili correnti di fine novembre il rapporto Prezzo Utili, quindi prima di aggiustare questo rapporto con i risultati negativi, stimati intorno al –10%, dell’ultimo trimestre, è pari a 16,5 volte.
Come possa la borsa, partendo da un livello di Prezzo Utile non basso e con una crescita degli utili del 4,5%, a salire nel 2009, si fa fatica a capire. (Resta aperta la questione della crescita del 4,5%. Se l’economia degli Stati Uniti flette nel 2009 in termini reali del 5% con un’inflazione del 1,5%, come è mai possibile che gli utili possano salire?). Insomma, allo stato delle conoscenze, uno nel 2009 dovrebbe probabilmente perdere se investe in obbligazioni e dovrebbe difficilmente guadagnare se investe in azioni. La logica dei numeri sembra essere, almeno per gli Stati Uniti, stringente.
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