Supponiamo che vi sia chi - temendo un ritorno delle monete nazionali, oppure non fidandosi dell'euro - sposti i propri denari (denominati in euro) in Svizzera. Si vendono copiosamente euro e si comprano franchi. Il cambio del franco schizza al punto che, dai 1,6 franchi per euro, ora bastano 1,2 franchi per avere un euro. Per la Confederazione è un disastro, soprattutto in campo turistico. Tutto costa di più, mentre nel Nord e Sud Tirolo si hanno prezzi inferiori, lo stesso paesaggio, e si parla la stessa lingua. Ecco allora che la Banca Centrale Svizzera (BCS) compra gli euro per fermare il cambio a 1,2. Vende franchi e compra euro. Compra anche obbligazioni. E compra (si noti: seguendo la direzione dei mercati, non andando in controtendenza, perciò sposando la “saggezza della folla”) le obbligazioni dei paesi “virtuosi”.

Il prezzo delle obbligazioni dei paesi “virtuosi” sale, il rendimento scende. Si ha chi, vedendo lo spread che sale, si spaventa di nuovo e porta altro denaro in Svizzera. E il giro rincomincia. La BCS compra continuamente le obbligazioni tedesche, francesi, olandesi, austriache e finlandesi, ma poi il socialista Hollande vince le elezioni. La BCS smette allora di comprare le obbligazioni francesi, ma nota subito che, concentrando gli acquisti solo su quelle germaniche e dei paesi minori, si alza lo spread della Francia. Lo spread maggiore potrebbe alimentare il timore che anche la Francia possa diventare un paese “vizioso”, il che spingerebbe all'acquisto forse ancora più copioso di franchi svizzeri. La BCS torna perciò a comprare le obbligazioni galliche, e Hollande può varare delle manovre di correzione dei conti pubblici meno robuste, perché il costo del suo debito pubblico è contenuto. (Si discute delle cifre. Secondo Standard & Poor's la BCS ha comprato nel 2012 l'equivalente della metà del deficit pubblico generato nello stesso periodo dai paesi “virtuosi” - 80 miliardi di euro. Secondo la BCS, invece, questa cifra è eccessiva. Secondo il Credit Suisse sono una trentina).

Insomma, la narrazione della crisi va corretta. Alle vendite dirette di BTP e acquisto di Bund si è avuto anche l'intervento della BCS. Il punto della nostra narrazione è che la Francia, con una politica fiscale diversa da quella degli altri paesi, non è entrata nel mirino dei mercati anche grazie alla BCS.