Fare previsioni è una attività delicata e complessa in ogni campo. E’ consuetudine degli investitori ragionare sulle prospettive del nuovo anno su cui fondare le basi per stabilire come allocare gli investimenti al fine di raggiungere il miglior risultato possibile in termini di rendimento ed assumendo il rischio più opportuno in funzione delle caratteristiche di ogni singolo portafoglio.
Solitamente a cavallo dell’anno vengono svolte delle interviste ad analisti e gestori, pubblicate sulle pagine specializzate dei giornali, con l’obiettivo di fornire ai lettori la visione degli esperti sulle potenziali prospettive dei mercati azionari, obbligazionari e valutari. Se si avesse la pazienza di recuperare i risultati di questi sondaggi nel corso del tempo si troverebbe che la grande maggioranza degli esperti ha solitamente segnalato una crescita dei mercati azionari tra il 5% e il 10%, con poche previsioni negative e poche previsioni molto positive.
Si può verificare che il valore di questi sondaggi non trova riscontro nel comportamento effettivo dei mercati ma rappresenta solamente ciò che gli esperti azionari auspicano che accada ovvero un andamento comunque positivo, ma non esagerato, e competitivo con i rendimenti delle obbligazioni. In fin dei conti è un atteggiamento ragionevole e sottintende un approccio correttamente prudente nei confronti dell’esercizio previsionale.
A tal proposito si può verificare che dal 1872 al 2017 gli anni in cui la variazione è stata tra il 5% e il 10% sono stati solo 11 mentre gli altri 136 anni hanno segnato variazioni al di fuori dell’intervallo solitamente previsto, sia in senso negativo che positivo. Verrebbe da concludere che gli esperti non sono capaci di fare previsionii. Ma ciò che forse gli esperti azionari segnalano implicitamente nei sondaggi è una fascia di valori in cui si inserisce la variazione media delle Borse (nel nostro caso Wall Street) che nello stesso arco temporale è stata del 6%.
La lettura delle previsioni degli esperti assume probabilmente un valore più dal punto di vista delle informazioni ed approfondimenti sui mercati azionari, sia in termini di valutazioni che di caratteristiche delle società che li compongono, in modo da permettere al lettore di avere una maggiore consapevolezza sulle scelte che intende fare, oltre a fornire una informazione generica sulla tendenza storica media del rendimento azionario.
L'icona che accompagna il testo mostra in forma grafica la previsione sull'andamento annuale degli utili. Nel periodo 1976 - 2012 si parte a gennaio con una variazione prevista del 14% e si termina a dicembre con una del 5%.
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