Il tema dell’incertezza è costantemente presente nelle scelte di investimento (e non solo) ed è compito degli asset manager trovare delle soluzioni per tenerla sotto controllo. Per fare questo esistono anche strumenti statistico-matematici che sono di valido supporto per misurare i fenomeni. Ciò non significa che l’economia e la finanza siano delle scienze, in quanto i fenomeni osservati non sono replicabili identicamente in laboratorio come, ad esempio, nel caso dell’esperimento della rana di Alessandro Volta. Proprio per questo l’analisi economica e finanziaria richiede un incessante lavoro di disciplinato affinamento metodologico.

In ogni caso, nel mondo economico e finanziario l’incertezza permane e può essere anche fonte di opportunità. Quando l’incertezza è bassa i rischi si riducono mentre le opportunità sono più frequenti e facilmente individuabili. Quando l’incertezza è elevata i rischi aumentano mentre le opportunità si riducono e diventano particolarmente difficili da individuare. Quindi, sebbene nell’occuparsi di mercati finanziari sia fisiologico imparare a convivere con l’assenza di certezze, qualunque elemento, supporto o idea che possa aiutare a contenere l’alea è benvenuto. Anche il mondo della politica deve fare i conti con questo aspetto al punto che il sito www.policyuncertainty.com fornisce una misurazione statistico-matematica del grado di incertezza politica.

Abbiamo utilizzato i loro dati per misurare la differenza nel livello di incertezza politica italiana rispetto all’Europa e agli Stati Uniti d’America. La misurazione ha un senso particolare, e magari ovvio, per l’impatto che il livello di stabilità politica ha sulla gestione della finanza pubblica e, quindi, sulla capacità di dare efficacia all’attività di governo. Per un paese come l’Italia essere sempre relativamente più stabile, almeno tendenzialmente, è particolarmente importante per la facilità con cui si verificano fenomeni di tensioni sui tassi che magari non avvengono in paesi anche più indebitati (ad esempio il Giappone).

Vale la pena notare come nel mese di agosto - si veda l'cona allegata al commento - il livello di incertezza politica dell’Italia rispetto a Europa e USA sia tornato su livelli positivi (minore incertezza) dopo le fibrillazioni dell’intenso periodo elettorale, sia per virtù propria che per vizio altrui. E’ interessante notare come nel quinquennio 2006-2011 la stabilità relativa dell’Italia sia stata costantemente migliore degli altri paesi. Oppure, si può notare la peggiore condizione italiana antecedente l’introduzione dell’euro. Una più puntuale analisi di questo indicatore potrebbe essere spunto per altre interessanti considerazioni. Sembra in ogni caso ragionevole pensare che la recente discesa del livello di incertezza relativa dell’Italia debba e possa essere salvaguardata senza confidare nell’aumento dell’incertezza altrui ma concentrandosi sulla riduzione di quella domestica.