Ci eravamo chiesti se il raggiungemento del livello dei venti mila punti del Dow Jones fosse il segno di un andamento corale, oppure specifico ai provvedimenti di Donald Trump (1). A seguire proponiamo una nota storica intorno al Dow Jones.

Il superamento dei 20.000 punti da parte dell’indice Dow Jones Industrial, composto dalle trenta società americane più rappresentative, ha ovviamente catturato l’attenzione degli osservatori finanziari. I più informati hanno segnalato la particolarità nota agli addetti ai lavori della modalità con cui l’indice è calcolato.

Mentre l’indice più ampio, lo S&P 500, viene calcolato tenendo conto del diverso valore di Borsa (prezzo moltiplicato per il numero di azioni in circolazione) delle società che lo compongono, il più ristretto ma prestigioso Dow Jones Industrial si muove considerando i prezzi e basta. Questa differenza comporta lo strano fenomeno per cui la più piccola delle trenta società, Travellers (prezzo 118 dollari e circa 33 miliardi di capitalizzazione), può impattare sulla variazione dell’indice in misura maggiore di un’altra otto volte più grande come la più antica General Electric, che è l’unica ad essere presente nell’indice dal maggio del 1896 e che quota circa 30 dollari ma ne capitalizza oltre 250 miliardi.

A confermare la particolarità del Dow Jones Industrial si potrebbe aggiungere un aneddoto, appartenente alla sua ultrasecolare storia, che rende ancora più singolare il percorso della quotazione. Come già detto, il Dow Jones Industrial esordisce ufficialmente il 26 maggio 1896 ma pone le sue basi in un primo gruppo di undici società, quasi tutte ferroviarie, accorpate in un indice che viene pubblicato nel 1884 sul “Customer’s Afternoon Letter”, un bollettino finanziario precursore del Wall Street Journal fondato dal signor Dow.

Durante questo lungo periodo l’indice venne pubblicato tutti i giorni lavorativi con una unica significativa eccezione. Nel luglio 1914 la pubblicazione venne sospesa a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale per evitare le forti oscillazioni conseguenti alla drammaticità della situazione. L’indice riprese solo quattro mesi e mezzo più tardi, il 15 dicembre, ma con precise limitazioni sui prezzi minimi. La piena operatività riprese nell’aprile del 1915.

L’anomalia consiste, oltre che nella sospensione, nel prezzo di ripartenza del dicembre 1914, fissato arbitrariamente dal Big Board che regolava l’indice, su un valore decisamente più basso della chiusura di luglio, poco più di 50 rispetto a circa 70. Il ricalcolo corretto dell’indice comporta una correzione che attualizza i circa 20 punti sottratti nell’estate del 1914 trasformandoli in circa 10.000 punti ai valori attuali, determinando una quotazione effettiva corretta del Dow Jones Industrial superiore ai 30.000 punti. 

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(1) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/asset-allocation/4628-asset-allocation-gennaio-2017-flash.html