Mostriamo in maniera iper sintetica il nostro punto di vista.

 

 

 

1 – Numeri sintetici – occupati e inoccupati

In Italia 23 milioni di persone lavorano (1) e 16 milioni di persone sono pensionate (2). Gli “altri” - infanti, giovani, disoccupati, casalinghe, sono quindi 20 milioni (3). Insomma, da un punto di vista economico 23 milioni di italiani e assimilabili trasferiscono reddito a 36 milioni di italiani e assimilabili che, per ragioni diverse, non ne producono alcuno. Se questi 23 milioni potessero usufruire di un salto di produttività, potrebbero mantenere gli altri 36 senza troppi trasferimenti di reddito. Ergo, il problema maggiore è la crescita.

 

2 – Numeri sintetici – proiezioni (4)

Assumendo che:

  • il tasso di interesse sul debito inizialmente salga dal 3% al 5% fino al 2022 per effetto della politica monetaria meno lasca nell'Euro-area (maggiori tassi e fine del Quantitative Easing) per poi rimanere stabile
  • il tasso di inflazione sia sempre stabile e appena sotto il 2% come da obiettivo della banca centrale europea
  • il tasso di crescita dal 2020 rallenti e si fermi al 1%
  • il governo adotti una politica espansiva iniziale – pari al 2,4% di deficit in rapporto al PIL. Successivamente questo deficit cala e poi si annulla nel 2024

Vere le quattro assunzioni il rapporto Debito/PIL arriva al 100% in dieci anni. Già ma come? Per mantenere questa traiettoria è necessario un surplus primario – il saldo fra le entrate e le uscite dello stato prima di pagare gli interessi - elevato e significativo. In due parole, molto poco compatibile con la ricerca del consenso politico e non solo di un governo "populista". Esso - nella simulazione - inizialmente arriva a 6% per poi stabilizzarsi intorno al 4%.

In alternativa, assumendo che:

  • il saldo primario sia intorno al 1,5% - un numero realistico da un punto di vista politico 

abbiamo un debito crescente, che, a sua volta, fa crescere l'onere da interessi. A quel punto il deficit arriva a 6% per il pagamento degli interessi su un debito che arriva al 150% del PIL.

I due grafici allegati mostrano i punti appena discussi.

 

3 – Numeri sintetici – soluzioni e conclusioni

Qual è il tasso di crescita che si deve avere per evitare lo scenario peggiore, quello che si ha perché il saldo primario non può essere troppo restrittivo per cui si giunge ad avere un deficit enorme ed un debito maggiore di quello di oggi? E' intorno al 2%. Un numero – della “crescita potenziale” - appena superiore a quello delle economie avanzate e superiore a quello stimato per l'Italia (5).

E torniamo così alla crescita di cui si diceva a proposito dei 23 milioni di italiani e assimilabili che trasferiscono reddito agli altri 36. Una crescita robusta è necessaria. Ma come ottenerla? Una politica centrata solo sulla domanda – ossia, meno tasse solo per alcuni e più trasferimenti per le pensioni e per il reddito di cittadinanza – non sembra il motore adatto. Qui si riapre la annosa vicenda dei moltiplicatori che sono modesti soprattutto nel caso di una variazione dei soli consumi (6), (7).

 

4 - Link 

1 - https://www.istat.it/it/files//2018/01/CS_Occupati-e-disoccupati_NOVEMBRE_2017.pdf

2 - https://www.istat.it/it/archivio/207836

3 – Gli abitanti sono 59 milioni meno chi lavora e chi è pensionato.

4 – Paolo Manasse, I “numerini” delle manovra e le tre soluzioni possibili per il futuro, Il Foglio 6/7 ottobre 2018

5 - https://it.reuters.com/article/topNews/idITKBN19L0Z4-OITTP

6 - https://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/5006-pamphlet-su-populismo-quarta-parte.html

7 - https://www.ilfoglio.it/userUpload/signorini_audizione_20181009.pdf

 

5 - Grafici di sintesi

Le previsioni citate in forma grafica:

def nadef1
def nadef1

Per memoria, il costo del debito:

salelento
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Si noti come il costo complessivo sia salito poco durante la crisi del 2011. La ragione va cercata nella vita media residua.