Nell’attivo delle banche ci sono due importanti classi di investimento che sono la fonte principale del reddito, almeno in tempi normali, ovvero gli impieghi alla clientela e gli investimenti di portafoglio (azioni e partecipazioni ma soprattutto obbligazioni governative). Queste due macroclassi sono per certi versi in competizione tra loro ed a volte questo fenomeno può generare una sorta di avvitamento sfavorevole alla salute della banche, all’economia reale ed alle stesse obbligazioni governative.
In un mondo lineare, con fasi recessive ed espansive ricorrenti e cadenzate, la correlazione tra impieghi ed investimenti è abbastanza semplice. Nella fasi recessive gli impieghi frenano generando un certo livello di sofferenze mentre tende ad espandersi la componente di investimenti di portafoglio. Quest’ultima genera utili in virtù della discesa dei tassi, fenomeno che comporta la crescita dei prezzi dei titoli a reddito fisso. Inoltre, l’investimento in obbligazioni governative rappresenta una alternativa di sicurezza rispetto all’investimento in attività reali garantendo una maggiore stabilità al bilancio delle banche.
Si verifica l’effetto contrario durante le fasi espansive quando diventa nuovamente profittevole l’attività bancaria caratteristica di finanziamento alle famiglie e alle imprese mentre il rialzo dei tassi riduce l’appetibilità e la presenza nei bilanci delle banche delle obbligazioni a reddito fisso che vivono la fase opposta di caduta delle quotazioni e di perdita di appetibilità nella fase in cui le attività reali registrano un andamento positivo.
Questo circolo si inceppa nelle fasi non lineari, come il periodo appena trascorso, e si manifesta attraverso due canali. Nel primo caso, se la fase recessiva e di tale entità da intaccare il patrimonio delle banche a livello di sistema, la necessità di ricorrere ai salvataggi pubblici aumenta il rischio dei titoli governativi che sono detenuti dalle stesse banche in difficoltà generando un effetto moltiplicatore del rischio.
Nel secondo caso il canale di trasmissione passa attraverso l’economia reale. La discesa del merito creditizio delle obbligazioni governative comporta una ulteriore riduzione del finanziamento alle famiglie e alle imprese, già in calo per gli effetti recessivi lineari, determinando un maggiore rallentamento dell’economia con l’effetto perverso di ridurre le entrate fiscali ed alimentare ulteriormente la percezione del rischio delle obbligazioni governative.
Per scongiurare il ripetersi di questa spirale negativa la Banca Centrale Europea si sta ponendo il problema della definizione di strumenti atti ad arginare questo fenomeno (*). Una ipotesi consiste nella creazione di veicoli societari dedicati che contengano un portafoglio diversificato di titoli governativi, cosiddetti European Safe Bonds sottoscrivibili dalle banche proprio per disinnescare la miccia dell’incessante indebolimento dei bilanci bancari e degli effetti perversi sul debito pubblico e sull’economia.
(*) https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/scpwps/ecbwp2035.en.pdf
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