Abbiamo avuto modo di discutere di petrolio (1). Le conclusioni: 1) il petrolio è ancora la miglior energia di cui disponiamo; 2) il prezzo del petrolio ha un movimento “lungo” al rialzo; 3) il prezzo del petrolio è molto volatile, perché incerte sono le previsioni sul suo prezzo, sui tassi d’interesse e sui cambi. 4) il prezzo alto è “efficiente”. Potremmo affermare che, nel caso del petrolio, “ciò che è reale è razionale”.


L’ultimo secolo e mezzo ha avuto come protagonista il petrolio. Per convincersene, basta immaginare che cosa sarebbe il mondo d’oggi senza i trasporti, i fertilizzanti, la plastica. Ci muoveremmo meno, saremmo meno numerosi, e non potremmo avere molte comodità. Il petrolio si è formato in “tempi geologici”, ed è consumato in “tempi storici”. Non è possibile produrre nuovo petrolio in “tempi storici”, perciò si consuma quello esistente. Si è consumato velocemente quello che ad oggi costa meno estrarre – che è pari a circa un terzo delle riserve. Quello che costerebbe molto estrarre non si è ancora consumato – ed è pari a circa due terzi delle riserve. Dunque il petrolio disponibile per via economica fino ad oggi è stato inferiore al petrolio disponibile per via fisica. Le alternative al petrolio – le energie dette alternative – sono meno efficienti: un barile produce più energia di molti giri di pale dei moderni mulini. Quando il petrolio era l’energia alternativa, esso era più efficiente del carbone, l’energia allora “dominante”. Quando il carbone era l’energia alternativa, esso era più efficiente delle energie allora “dominanti”: il vento, il legname e la forza degli animali e degli umani. Insomma, per la prima volta da molti secoli, l’energia “nuova” è meno efficiente dell’energia “vecchia”. La prima conclusione è che il petrolio è la miglior energia di cui disponiamo.
 
Il consumo di petrolio aumenta se gli umani diventano più numerosi, e se diventano più ricchi. Il consumo di petrolio, invece, diminuisce con il progresso tecnico. Nel prossimo futuro, dovremmo diventare più numerosi ed i paesi in via di sviluppo dovrebbero diventare più ricchi. Resta dunque - per frenare gli effetti sui prezzi della crescita della domanda di petrolio – solo lo sviluppo della tecnologia. La tecnologia assume la forma delle migliori tecniche d’estrazione e del risparmio energetico. La seconda conclusione è che il prezzo del petrolio ha un movimento “lungo” al rialzo.
 
Il movimento a “breve”, al rialzo o al ribasso, ossia la “volatilità” del prezzo del barile, dipende dalle “aspettative”. Qui l’economia “reale” e quella “finanziaria” si collegano. Se lo sceicco e l’investitore pensano che il prezzo del petrolio fra un anno sarà maggiore del prezzo corrente più gli interessi sull’impiego dell’incasso del barile, allora lo si può lasciare “sotto terra” e stipare nelle stive delle petroliere. Se, infatti, il petrolio ha un prezzo di 100 dollari e se il rendimento delle obbligazioni è del cinque per cento, allora il prezzo del petrolio fra un anno sarà di 105 dollari. Se lo sceicco e l’investitore pensano che fra un anno il prezzo sarà superiore a 105, converrà tenerlo sotto terra e nelle stive. Se pensano che il prezzo sarà pari a 105 dollari, sarà indifferente vendere o lasciare il petrolio sotto terra e nelle stive. Se pensano che il prezzo sarà pari 100, saranno incentivati ad estrarlo e a svuotare le stive. La terza conclusione è che il prezzo del petrolio è molto volatile, perché incerte sono le previsioni sul suo prezzo, sui tassi d’interesse e sui cambi.
 
E’ meglio se il prezzo del petrolio resta alto, perché è incentivato sia l’uso delle tecniche più costose d’estrazione - quelle che andrebbero a "mordere" le riserve lasciate fino ad oggi intatte -, sia il risparmio energetico. Un prezzo basso, al contrario, non solo incentiverebbe l’estrazione veloce con le tecniche meno avanzate, ma non spingerebbe neppure all’efficienza energetica. Alla lunga, si avrebbe un prezzo del petrolio molto più alto. Si avrebbe un prezzo che diventa improvvisamente e velocemente molto alto, perché nel passato non sono stati intrapresi i costosi investimenti necessari ad accrescere l’offerta e a frenare la domanda. La quarta conclusione è che il prezzo del petrolio alto è “efficiente”.


(1) Abbiamo partecipato a due seminari di Massimo Nicolazzi, autore di “Il prezzo del petrolio”, Boroli Editore. Le quattro conclusioni sono ricavate dalla lettura del suo libro e dalla discussione durante i seminari.