Il partito conservatore britannico sta diventando il punto di riferimento dei conservatori di tutto il mondo. Perché il governo inglese – ormai in coabitazione forzata con un sempre più fiacco partito liberaldemocratico – sta facendo il piano di austerità e crescita più radicale del globo. Non proprio così radicale come pareva, commenta l’Economist (1), «ma con il cuore dalla parte giusta».
George Osborne, cancelliere dello Scacchiere, ha proposto il budget mercoledì – è al suo terzo appuntamento con la valigetta rossa, c’era stato un budget d’emergenza nel giugno scorso, uno a ottobre e ora questo – ed è passato dalla fase dei tagli alla spesa a quella del parziale taglio delle tasse (si veda (2) per i punti principali nel dettaglio), ammiccando esplicitamente ai «mondeo men», quell’elettorato che ha votato per i conservatori l’anno scorso e che ora pare disamorato, con l’abbassamento del prezzo della benzina – e lo slogan è stato presto fatto: «Putting fuel in the tank of the British economy».
Per comprendere il grado di austerità e di radicalismo del piano di Osborne, uno dei siti migliori del mondo conservatore, Conservative Home di Tim Montgomerie (3), ha confrontato l’attuale piano a quelli del passato (4), scoprendo che sono state le donne a ispirarlo – certe donne. Quanta Thatcher c’è nel budget di quest’anno? Parecchia, quasi il totale del punteggio a disposizione: come ha scritto il Financial Times, Osborne si è attenuto al Piano A (5) per chiudere il buco di bilancio – pari a 146 miliardi di sterline, il 9,9% del prodotto interno lordo – e rilanciare la crescita. E c’è anche molta Merkel, perché Osborne ama la dottrina della cancelliera tedesca rigorosa con le banche e i controlli, ma attenta a non tagliare laddove le conseguenze sono imprevedibili nel lungo periodo, come istruzione e ricerca.
Parecchi commentatori hanno detto che Osborne appare come un improbabile Robin Hood (la sua famiglia è molto benestante) che taglia le tasse alle classi più basse e colpisce i più abbienti. Il paragone farebbe inorridire i libertari à la Ayn Rand – c’è un passaggio splendido nel suo libro Atlas Shrugged, che sta diventando un film (6), in cui si dice che Robin Hood è il male del mondo moderno, con la sua idea che chi guadagna deve essere defraudato per la sola ragione di essere ricco, senza badare a come è diventato ricco – ma contribuisce a consolidare la figura di Osborne. Tagli pesanti della spesa (con esiti ancora modesti) e tasse parzialmente abbassate: il governo britannico fa la sua scelta radicale, accetta di perdere consenso in nome di un risultato sul lungo periodo, ma Osborne non è più «Boy George», sembra sempre più un leader (7).
(1) http://www.economist.com/node/18442212?story_id=18442212
(2) http://www.guardian.co.uk/uk/2011/mar/23/budget-2011-key-points-at-a-glance
(3) http://conservativehome.blogs.com/
(5) http://www.ft.com/cms/s/0/09b2781e-5535-11e0-87fe-00144feab49a.html#axzz1HYQa6aaN
(6) http://www.youtube.com/watch?v=6W07bFa4TzM
(7) http://www.ft.com/cms/s/2/3f101f44-5043-11e0-9ad1-00144feab49a.html#axzz1H9QmCeWf
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