La Borsa era caduta troppo per il timore di un’esplosione del problema del debito pubblico europeo che si riverberava sui bilanci delle banche europee e, da queste, anche su quelle statunitensi. Ora questo timore – secondo chi compra in Borsa – dovrebbe dissolversi, grazie agli interventi pubblici che dovrebbero materializzarsi. Il raddoppio del fondo «salva-stati» (EFSF = European Financial Stability Facility) dovrebbe passare al Parlamento tedesco fra un paio di giorni. Chi compra dà per scontato che passi, e pensa che la sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che ha chiesto il voto parlamentare per i singoli provvedimenti, sia aggirabile. Chi vende pensa il contrario.
Se si ritiene che il fondo EFSF – raddoppiato e quindi portato a 450 miliardi di euro – sarà per metà «salva-stati» e per metà «salva-banche», e rimetterà velocemente le cose in carreggiata, allora si può comprare, perché siamo giunti al picco del panico. Ecco però le complicazioni della vicenda (1).
Se l’EFSF potesse scontare le proprie obbligazioni presso la Banca Centrale Europea (BCE), la sua potenza di fuoco potrebbe aumentare. L’EFSF ha intanto comprato il debito dei paesi mal messi e sottoscritto gli aumenti del capitale delle banche con le obbligazioni emesse, e poi, con le stesse obbligazioni acquistate date in garanzia alla BCE, può comprare ancora, e dunque andare ben sopra i 450 miliardi iniziali. Per poter far questo – per accedere ai finanziamenti della BCE – deve avere l’autorizzazione ad agire come banca, e ciò richiede un ulteriore voto parlamentare. Sono state pensate anche altre soluzioni, che copiano quanto fatto negli Stati Uniti ai tempi del crack di Lehman Brothers. Nasce un nuovo veicolo d’investimento (SPV = Special Purpose Vehicle), che si fa prestare i denari dalle banche che se li fanno prestare dalla BCE.
C’è però un punto: più aumenta la massa in dotazione, più aumenta la responsabilità del garante di ultima istanza. Ossia, la Germania e la Francia sono garanti per il 50% dei fondi di salvataggio europei comunque vestiti. Le agenzie di rating potrebbero giudicare – non immotivatamente – quest’esposizione eccessiva. Il debito tedesco e quello francese potrebbero essere declassati. A quel punto s’alzerebbe il costo di tutta l’operazione.
(1) «L’Europe cherche à renflouer le fonds de secours», Le Monde, 28 settembre 2011, p. 15.
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