Da qualche tempo i prezzi delle azioni flettono, mentre quelli delle obbligazioni flettono poco (1). Infine, è sceso il prezzo del petrolio (2). Non è sempre detto che, se i prezzi della azioni salgono, allora è «un bene», mentre, se scendono, è «un male». Se le azioni scontano lo scenario peggiore, e dunque hanno prezzi bassi, poi possono salire regolarmente, quando le cose diventano meno gravi.


La migliore delle combinazioni per i mercati finanziari si ha con i rendimenti delle obbligazioni in discesa e con gli utili delle imprese in salita. Per chi ha già comprato le obbligazioni, i prezzi saranno solo in salita. Per chi ha comprato le azioni, gli utili in crescita – scontati per dei rendimenti progressivamente inferiori – spingono sistematicamente in alto i prezzi. I risparmiatori sono contenti. L’industria finanziaria anche. Si guadagna comprando i titoli e tenendoli in portafoglio, senza bisogno d’operazioni complicate. La migliore delle combinazioni si è manifestata dal 1982 al 2000. L’inflazione, riducendosi, ha compresso il livello dei rendimenti delle obbligazioni. Gli utili sono saliti per effetto delle innovazioni e della crescita economica.
 
La peggiore delle combinazioni per i mercati finanziari si ha con i rendimenti delle obbligazioni in salita e con gli utili delle imprese in discesa. Per chi ha già comprato le obbligazioni, i prezzi saranno solo in discesa. Per chi ha comprato le azioni, gli utili in flessione – scontati per dei rendimenti maggiori – spingono in basso i prezzi. I risparmiatori sono scontenti. L’industria finanziaria è in difficoltà. Non si guadagna comprando i titoli e tenendoli, c’è bisogno d’operazioni complicate e rischiose. Questa combinazione, la peggiore, potrebbe manifestarsi nei prossimi anni con i rendimenti delle obbligazioni che salgono per effetto dei debiti pubblici in forte aumento e con gli utili che, dopo essere caduti, salgono poco, perché la crescita economica è diventata modesta.
 
La combinazione peggiore ha una via d’uscita: i prezzi delle azioni bassi all’inizio del ciclo. In questo caso, se le azioni scontano lo scenario peggiore possono salire, di man in mano che le cose cominciano ad apparire meno gravi. Chi desidera la crescita regolare dei mercati finanziari non dovrebbe «tifare» per le azioni che incorporano lo scenario migliore fin da oggi: se, infatti, lo incorporassero, via via che le cose migliorano, i prezzi non salirebbero, perché già scontano la fine della crisi; mentre, se le cose peggiorano, cadrebbero.
 
Quanto detto sembra un’argomentazione «stramba», ma resta che il risanamento italiano degli anni Novanta è partito con una combinazione di rendimenti dei BTP «stratosferici» e di lira «a pezzi». Le cose, di man in mano che diventavano meno orribili, spingevano in alto i prezzi e – con essi – la «fiducia».


(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/drôle-de-guerre-/-ii.html

(2)
 http://www.centroeinaudi.it/notizie/la-settimana-dei-mercati-/-x-il-petrolio-e-altro.html