Per comprendere il grado di concorrenza che le merci italiane subiscono all’estero da parte di quelle cinesi scegliamo i due principali mercati europei, Germania e Francia e calcoliamo per questi un indice di somiglianza produttiva.
Abbiamo scelto di misurare la contemporanea presenza italiana e cinese all’estero mediante l’indice sviluppato da Grubel-Lloyd:
Tale indice misura la somiglianza, per settori considerati, tra le esportazioni di due economie dirette in un mercato terzo. Variando da un minimo pari allo 0 e un massimo pari ad 1, esso indica quanto le esportazioni italiane in un certo mercato estero somiglino a quelle cinesi. Se l’indice è pari ad 1 la somiglianza è assoluta, se invece è prossimo allo 0 indica una completa dissomiglianza tra le esportazioni di Cina e Italia. La letteratura è solita considerare un prodotto italiano più o meno somigliante ad uno cinese se questo si colloca su valori superiori o inferiori allo 0,4.
La tabella 1 mostra come, nello specifico delle importazioni dei due Paesi sopracitati, la somiglianza delle esportazioni mostri davvero segnali preoccupanti. Nei settori di specializzazione della produzione italiana la sovrapposizione tocca, in media, punte piuttosto elevate: se nelle esportazioni di prodotti in pelle le cifre si attestano su valori medio bassi (0,16 per Francia e 0,29 per Germania), in quelle dei prodotti in legno e sughero, del tessile e dell’abbigliamento, delle calzature, dell’arredamento e dell’idraulica essi superano all’incirca la metà del valore soglia (0,4). Inoltre l’intensità dell’ISP G-L nei due Paesi è assai differente: se, ad esempio, nelle produzioni navali la somiglianza in Francia si attesta allo 0,23, in Germania essa sale allo 0,48. Al contrario, se in Francia la somiglianza nel sub settore dei giocattoli, articoli plastici etc.. è dello 0,58, in Germania è di solo 0,33.
Il macrosettore dei prodotti intensivi di capitale umano (tabella 2), sebbene esso non sia il protagonista della specializzazione italiana, mostra, al pari della tabella precedente, quanto l’export italiano si sovrapponga a quello cinese all’interno dei due mercati considerati. Anche qui gli indici presentano valori diversificati: in Francia l’ISP G-L si trova al di sotto del valore soglia per quasi tutti i sub-settori considerati (a parte quello degli elettrodomestici e degli orologi e gioielleria). Questo è probabilmente il portato della relativa specializzazione italiana (come gli oli essenziali etc., i prodotti in gomma e plastica e i manufatti metallici o non metallici) rispetto alla despecializzazione cinese. Notevoli, al contrario, sono le somiglianze delle esportazioni italiane e cinesi in Francia per quanto riguarda i sub-settori degli orologi, gioielleria etc. e degli elettrodomestici: qui l’ISP G-L arriva rispettivamente allo 0,72 e allo 0,81, ad indicare come, anche laddove non sia presente una certa specializzazione da parte cinese essa concorra ugualmente con le merci italiane soggette, invece, a specializzazione (nel primo caso) e come, nel sub-settore più sofisticato degli elettrodomestici caratterizzato da specializzazione comune, esso sia uno dei più elevati tra quelli registrati.
In Germania, invece, la somiglianza supera lo 0,40 in quattro dei sette sub-settori considerati. Come per la Francia, valgono considerazioni di natura molto simile: nella produzione di radio, televisioni e affini, o per la totale despecializzazione italiana in materia (e per una corrispondente specializzazione cinese) o per il fatto che la Germania è anch’essa un grosso produttore di prodotti di tale genere, la somiglianza all’export delle merci provenienti dall’Italia e dalla Cina è pressoché inesistente, attestandosi sullo 0,04. Di misura significativamente superiore è, invece, l’ISP G-L negli altri sub-settori, ovvero in quello degli oli e prodotti per la concia e la colorazione (0,49), dei manufatti metallici e non metallici (0,66), degli elettrodomestici (0,79) e degli orologi e simili (0,61). L’ISP G-L è, al contrario, abbastanza basso nei sub-settori dei prodotti in gomma e plastica (0,30) e dei mezzi stradali e ferroviari (0,17).
Il terzo ed ultimo macrosettore da analizzare in relazione all’intensità dei fattori utilizzata nell’attività produttiva dei due Paesi è quello classificabile come ad “alto contenuto tecnologico” (high tech). Qui, come mostrato nella tabella 3, l’ISP G-L all’interno dei sub-settori dove né l’Italia né la Cina possiedono vantaggi comparati. Scendendo nello specifico delle esportazioni italiane e cinesi in Francia e Germania, l’andamento dell’ISP G-L conferma l’andamento della specializzazione italiana. In Francia esso è al di sotto dello 0,40 in quasi tutte le produzioni, a confermare che la somiglianza dell’export italiano con quello cinese non è rilevante in questo mercato nel macro settore high-tech. Tuttavia, nel sub-settore delle macchine elettriche (0,90) la somiglianza è quasi assoluta. Alto è il valore dell’ISP G-L anche nella produzione di apparecchi fotografici, ottici e cinematografici (0,79).
In Germania, invece, la somiglianza è rilevante in quasi tutti i settori, toccando lo 0,8 nelle produzioni di apparecchi fotografici, ottici e cinematografici e lo 0,63 in quelle di macchine elettriche. Essa invece presenta valori piuttosto bassi nelle esportazioni di aeroplani (0,19) e nei macchinari elettronici, da telecomunicazione e da ufficio (0,18).
© Riproduzione riservata