Indice_delle_sorprese
Indice_delle_sorprese

Si prendono le previsioni sugli ordinativi dell'industria, sull'occupazione, ecc, e si vede di quanto differiscono dai numeri effettivi, quando questi sono resi pubblici. Si costruisce così un indice delle sorprese (Surprise Index). L'indice è costruito su archi temporali brevi, perché si assume che i mercati perdano memoria in fretta. L'indice non include quegli eventi che sono per definizione fuori dalle aspettative dei mercati, come gli attentati (per esempio l'attacco alle Torri Gemelle), le guerre (per esempio la chiusura dello stretto di Ormuz), ecc. L'idea è che i mercati si basino sulle informazioni attese. Se le informazioni effettive sono eguali a quelle attese, esse allora esse sono già nei prezzi e questi ultimi non si muovono. La distanza fra le informazioni attese ed effettive non è quella puntuale. La distanza che ha effetto sull'indice è quella che si discosta oltre la media delle distanze (quella che è sopra la deviazione standard delle distanze fra informazioni attese ed effettive).

Detto ciò, osserviamo quello che dice l'indice delle sorprese sugli Stati Uniti. Esso in passato si è comportato abbastanza bene (1),(2) nell'individuare i cambiamenti di direzione dei mercati delle azioni (se in salita, se in discesa). Oggi – il grafico è disponibile giornalmente (3) – l'indice ci dice che da qualche tempo le informazioni che escono non sono migliori di quelle attese, anzi che sono leggermente peggiori (la curva sta, infatti, puntando al ribasso con un passo modesto). Quest'andamento non contraddice il nostro sospetto che la spinta propulsiva si stia spegnendo.

  1. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/1c75c80c-20f0-11e1-8a43-00144feabdc0.html#axzz1oofaMo00

  2. http://www.bloomberg.com/quote/CESIUSD:IND/chart/

  3. http://www.bloomberg.com/quote/CESIUSD:IND