Alla riunione di Bruxelles si sono detti che: 1) il debito greco arriverà al 120% del PIL in dieci anni, dal 150% di oggi. Questa previsione era già contenuta nella previsione della troica. Il percorso di salvataggio è possibile, se i privati accettano una riduzione del valore facciale delle obbligazioni da 100 a 50. 2) le banche dovranno essere ricapitalizzate entro il 30 giugno 2012. La decisione è quella di intervenire con il fondo “salva stati”. 3) si è detto che il fondo “salva stati” può alzare la sua potenza di fuoco aprendosi ai finanziamenti esterni. 4) sembra che l'Italia non sia stata menzionata. Meglio, che il capitolo sull'Italia sia stato lasciato in bianco. Il nostro governo ha promesso un piano completo per il 15 novembre.

Possiamo affermare che non si è avuto un accordo definitivo, ma un accordo definitivo in potenza. La ricapitalizzazione delle banche e la presenza ormai prossima di un fondo “salva stati” molto grosso – circa il triplo - sono delle buone conferme. Il rischio sistemico – quello legato alla crisi dei debiti pubblici che si scaricava sulle banche – sembra essere ormai ridotto.

Si può fare una previsione su un settore e su un'obbligazione. Quello bancario vedrà diluito l'utile per azione per l'aumento del capitale, e il monte dividendi sarà probabilmente ridotto per patrimonializzare velocemente le banche. L'obbligazione tedesca, invece di essere il “porto sicuro”, sarà coinvolta nel salvataggio; i costi potenziali del salvataggio coinvolgono ormai soprattutto il bilancio pubblico tedesco.

Buone parte delle decisioni di Bruxelles erano nelle cose. Possiamo supporre che esse (le informazioni relative al salvataggio) siano già in qualche misura – ma non completamente - nei prezzi delle azioni e delle obbligazioni. Infatti, le azioni stanno salendo e l'euro si è apprezzato. Il rendimento del Bund sta salendo e quello dei BTP scendendo.

Il documento:

http://consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/en/ec/125644.pdf