Fra il serio e il faceto potremmo tentare di misurare l’ottimismo, laddove con ottimismo intendiamo che il futuro sarà migliore del presente. Esiste un indicatore, detto leading, che tiene conto sia delle aspettative sia dei numeri effettivi; e ne esiste un altro, detto coincident, che tiene conto solo dei numeri effettivi. Se sottraiamo al primo il secondo, abbiamo una misura delle aspettative rispetto ai numeri effettivi (1). Bene, che cosa scopriamo per gli Stati Uniti? Che non si è mai avuto tanto ottimismo dal 1964 (con gli indici che partono dal 1959).


La differenza fra i due indici è che nel primo ci sono la Borsa, la differenza fra i rendimenti a trent’anni e a tre mesi, e le aspettative dei consumatori. I due indici nel resto sono simili, avendo entrambi l’indice dell’occupazione, l’indice della produzione industriale eccetera (2).
 
Siamo dunque di fronte a una gran fiducia nell’avvenire tipica degli statunitensi – ma questo non spiegherebbe le variazioni dell’ottimismo nel tempo, oppure abbiamo un miracolo legato al carisma di Obama. Chi sa che cosa abbia mai alimentato tanto ottimismo e così all’improvviso? Fino a qualche mese fa, tutto quest’ottimismo infatti non c’era. Gli indici – soprattutto il primo – sono seguiti dall’industria finanziaria. Non è detto però che siano seguiti da chi è intervistato. Pur immerse in tanto ottimismo, le famiglie statunitensi continuano a ridurre il proprio debito.
 

(1) http://www.zerohedge.com/sites/default/files/images/Optimism%20Divergence.jpg

(2) http://books.google.it/books?id=ePBz5HIbgPUC&pg=PA172&lpg=PA172&dq=leading+coincident+index&source=bl&ots=seBgTRZPXA&sig=7UXCzBpO3URF8-5KKyDoQj3C9pE&hl=it&ei=lgO9SpGwG8ie_gap3tSnDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7#v=onepage&q=leading%20coincident%20index&f=false