Un modo efficace per farsi un’idea degli andamenti delle borse, è quello di osservare gli andamenti relativi dei suoi diversi settori. Quali settori emergono, quali si contraggono, sempre relativamente agli altri. Un settore che emerge “troppo”, ossia che acquista una importanza “eccessiva” rispetto alla borsa, alla fine si contrae.

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla grande crescita della tecnologia, che ha raggiunto il picco nel 1999; alla grande crescita della finanza che ha raggiunto il picco nel 2006; ed alla grande crescita dell’energia che è oggi intorno ai massimi relativi. Si vedano la tabella in fondo al commento. Ogni volta il settore in ascesa sembrava “infermabile”.
 
·        (Quasi) tutti una volta pensavano che la crescita della tecnologia fosse un dato di natura. In effetti la tecnologia in termini materiali si è espansa molto anche dopo il 2000, tutti oggi hanno internet ed una @mail, ma la tecnologia in termini “finanziari” si è fermata, ossia i prezzi delle azioni della tecnologia non si sono mai ripresi.
·        (Quasi) tutti una volta pensavano che la diffusione della finanza fosse un dato di natura. In effetti la finanza in termini materiali si è espansa moltissimo, tutti oggi hanno dei fondi, delle assicurazioni, dei mutui, ma la finanza in termini “finanziari”, sta cedendo, con le azioni del settore sotto i valori di un anno fa.
·        (Quasi) tutti pensano che la penuria di materie prime sia un dato di natura, meglio, che le materie prime non rinnovabili, come quelle energetiche, si stiano esaurendo in fretta. Segue dalla premessa la crescita “perpetua” dei prezzi delle azioni energetiche, perché se le materie prime non possono che salire di prezzo, così saliranno i margini delle imprese del settore.
 
Ogni volta che un settore cresce si dice “questa volta è diverso”. Ossia tutti sanno che non è mai accaduto nella storia che un settore crescesse senza requie, ma pensano lo stesso che il settore attualmente in salita abbia delle caratteristiche “speciali”. In effetti, osservando un settore dal punto di visto dei contemporanei sembra sempre così.
 
·        Ai tempi della tecnologia si osservavano dei tassi di crescita che non avevano eguali. Il frigorifero era diventato un bene alla portata di tutti in mezzo secolo, il telefonino in un decennio.
 
·        I ricchi sono sempre stati consumatori di finanza. I poveri mai. La crescita del settore finanziario aveva di fronte il terreno vergine delle persone meno abbienti. Fino a venticinque anni fa, in Italia, nessuno aveva un fondo comune. Fino a venti anni fa nessuno poteva legalmente investire all’estero.
 
Insomma i settori crescono, quando hanno davanti a se un universo composto di miliardi di consumatori potenziali. Ma la loro redditività nel tempo ha un andamento tipico, prima esplode e poi regredisce verso la media. Regredisce per la concorrenza che abbatte i prezzi e quindi normalizza gli utili. Quando un settore entra nella fase esplosiva partono gli acquisti di azioni, per cui, quando la redditività si riduce, gli investitori, che hanno comprato le azioni a dei prezzi che si giustificano solo con la sovra crescita degli utili, perdono parte dei propri denari. Questo è accaduto con le ferrovie nell’ottocento, con le automobili negli anni venti, con le grandi multinazionali del consumo negli anni sessanta, con la tecnologia negli anni novanta, con il settore finanziario a partire dal terzo millennio.
 
Abbiamo oggi la fortuna (se così di può dire) di poter provare materialmente tutti questi ragionamenti. Infatti il settore finanziario sta cedendo e quello energetico sta esplodendo. Se le cose vanno come sono sempre andate, dovrebbe succedere quando segue.

Il settore finanziario, dopo avere ceduto, si riprende e rimbalza, perché tutti sperano che torni a funzionare il meccanismo che lo ha portato al successo. Si vede dopo qualche tempo che non è così, ed il settore flette. (Esattamente quel che è accaduto alla tecnologia dal dicembre 2000 al maggio 2001). Il settore energetico flette, ma poi riparte, perché tutti pensano che le materie prime si stanno esaurendo. Dopo un qualche tempo ci si accorge che le valutazioni dipendono dall’assunzione di un prezzo del petrolio stabilmente sopra i 100 dollari, quando il prezzo invece tende a 90 dollari. E incominciano le vendite. (Esattamente quel che è accaduto al settore finanziario nell’ultimo decennio, quando tutto sembrava possibile a causa della modesto livello del prezzo della sua materia prima, i tassi d’interesse ed i rendimenti. La struttura dei rendimenti molto “schiacciata” rendeva infatti possibile la continua espansione del settore).
 
Naturalmente è anche possibile che le cose vadano in un altro modo, perché “questa volta è diverso”. Il settore finanziario si riprende ed il prezzo del petrolio continua a salire. I due settori continuano a salire, trascinando le borse. Nell’attesa di vedere come andrà a finire, elenchiamo le ragioni per restare scettici.
 
Il settore finanziario si riprende se il prezzo delle case torna a salire, perché questo rende solventi i mutuatari peggiori. La variabile cruciale è quindi il prezzo delle case. Il prezzo delle materie prime energetiche continua a salire, nonostante la crescita economica si stia riducendo. La minor crescita dovrebbe ridurre la domanda di energia e questo non sembra accadere. Attenzione, quando il prezzo dell’energia sale, all’inizio tutti si comportano come se nulla fosse, ma poi incominciano a risparmiare. In parole tecniche, nel breve termine l’elasticità della domanda al prezzo è bassa, ma l’elasticità della domanda al prezzo sale nel medio termine. In parole piatte, continuo a fare il pieno a questi prezzi, ma poi finisce che uso meno l’auto, quando mi accorgo che non posso permettermelo come una volta.
 
  
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