Il rilancio dei media è (quasi) univoco: «Stiamo uscendo dalla recessione». I numeri che accompagnano queste affermazioni sono (quasi sempre) quelli mensili, al massimo annuali. I numeri poi non sono (quasi mai) esposti in forma grafica – una forma che darebbe intelligenza della serie statistica, sono invece espressi come variazioni – di solito spettacolari. Urge un esercizio di «numero-logia». Prendiamo i dati elaborati da Paul Swartz per conto del Council on Foreign Relations: essi mostrano come siamo – negli Stati Uniti, ma è facile sia così ovunque – ben lungi dall’essere tornati alla normalità. Nel testo si propone al lettore un esercizio per rendere esplicita la propria previsione.
La crisi in corso è messa a confronto con la media delle recessioni del secondo dopoguerra, non con l’andamento medio dell’economia, come è corretto. I dati degli ultimi tempi, per essere davvero «brutti», devono, infatti, essere peggiori della media delle recessioni – non devono essere semplicemente «brutti» rispetto alla normalità; essere «brutti» rispetto alla normalità è facile e banale. La media delle recessioni è la linea blu, mentre le linee ai lati sono gli estremi delle altre recessioni. Abbiamo lo 0, che è il trimestre nel quale inizia la recessione, e abbiamo i mesi precedenti e successivi. La linea rossa è la recessione in corso, iniziata a fine 2007.
I primi tre grafici – si deve cliccare alla fine del capoverso per vederli – mostrano come non si sia mai avuta una crescita del deficit pubblico di questo tenore, né una caduta così forte del commercio internazionale, né una accumulazione altrettanto rapida di disoccupati.
I secondi tre grafici – di nuovo, si deve cliccare alla fine del capoverso per vederli – mostrano come non si sia mai avuta una crescita così rapida della disoccupazione (puntuale, prima era quella accumulata), né una crescita del prezzo del petrolio e poi una sua caduta di questo tenore, né, infine, un calo della produzione industriale forte quanto quello odierno.
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I terzi tre grafici – ancora, si deve cliccare alla fine del capoverso per vederli – mostrano come la tanto decantata manovra di taglio dei tassi sia nella media storica: dunque la novità è nell’acquisto di titoli da parte della banca centrale, mentre il differenziale di rendimento fra le obbligazioni private (di elevata e bassa qualità) e le obbligazioni del Tesoro non è ancora tornato nella norma delle crisi.
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L'ultimo grafico che proponiamo mostra come il gran rimbalzo della borsa da marzo sia figlio della caduta spettacolare che si era avuta in precedenza. Durante le altre crisi, infatti, la borsa era caduta meno, e anche rimbalzata meno. Dopo venti mesi dall’inizio della recessione, la borsa era – a differenza di oggi – abbondantemente sul sentiero del recupero.
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In conclusione, l’economia reale e quella finanziaria sono peggio messe oggi rispetto alle crisi precedenti del secondo dopoguerra. Tornando ai grafici, ognuno può seguire il percorso che preferisce: può far tornare la linea rossa verso quella blu in fretta, oppure lentamente. Se fa tornare la linea rossa verso quella blu lentamente, allora la pensa come noi.
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