Da questa settimana negli Stati Uniti escono i numeri del terzo trimestre. Mostriamo i numeri noti – quindi al 30 giugno 2009 – e le previsioni – fino al secondo trimestre del 2010. Mostriamo i numeri che piacciono ai contabili – ossia, con i bilanci rettificati per tener conto delle poste straordinarie (detti as reported o GAAP, sigla che sta per le convenzioni contabili accolte: Generally Accepted Accounting Principals) e i numeri che piacciono alle imprese – ossia, secondo loro, quelli che rendono meglio gli andamenti (detti operating earnings). I primi e i secondi fino al 1995 non differivano gran che; da allora, i primi sono sempre stati peggiori dei secondi. Il problema è capire quali sono i numeri che danno la miglior intelligenza degli andamenti effettivi. Gli investimenti finanziari hanno infatti una componente di «interpretazione» elevata, non esistono numeri piattamente «oggettivi».
Se si seguono i numeri rettificati si rischia di dare troppa importanza alla crisi – si pensi alle perdite inusuali dello scorso anno di banche e assicurazioni. Seguendo i bilanci rettificati la borsa statunitense è tornata, a causa del crollo degli utili nella crisi in corso, agli anni Settanta in termini di utili nominali (sic). Dividendo la capitalizzazione di borsa per gli utili rettificati, non si è mai avuta una borsa più cara da cento anni (sic). Se invece si seguono i numeri forniti dalle imprese si rischia di non dare importanza alla crisi – e le perdite diventano estemporanee. Gli utili correnti dunque non appaiono poi molto lontani da quelli precedenti la crisi, e la borsa non appare cara. Gli statunitensi che privilegiano la scuola degli utili rettificati definiscono «capi della tifoseria» (cheerleaders) i seguaci degli utili non rettificati. Gli statunitensi che non amano la scuola degli utili rettificati definiscono i suoi seguaci «pessimisti permanenti» (permabears, laddove l’orso è la figura dei mercati in caduta e il toro quella dei mercati in ascesa).
Gli utili sono trasformati in numero indice, confrontabile con lo Standard & Poor’s 500. Il secondo blocco di dati della tabella che proponiamo (qui sotto) mostra i numeri cumulati negli ultimi dodici mesi (TMT = Twelve Month Trailing), secondo la rettifica piena (GAAP) e secondo le imprese (operating). Il terzo blocco di dati mostra i numeri dei singoli trimestri, sempre secondo rettifica piena e secondo le imprese. Il primo blocco è la capitalizzazione corrente divisa per gli utili degli ultimi dodici mesi. Per esempio, con gli utili che terminano al 30 giugno 2009, quindi che partono dal 1° luglio 2008, si ha un rapporto prezzo/utili – sulla base dei prezzi di venerdì scorso – di 136,5 con la contabilità GAAP e di 25,8 con la contabilità delle imprese. Si noti che le differenze fra i due modi di guardare i bilanci si riducono nel tempo, man mano che le perdite del 2008 e del 2009 vengono meno. La media storica del rapporto prezzo/utili è intorno a 15.
Ecco i numeri, raccolti da Decision Point:
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